Firmata dal governatore il 4 giugno scorso, è appena entrata in vigore in Alabama una legge statale che abolisce il matrimonio civile. La storia – paradossale nello Stato più conservatore degli Stati Uniti – inizia con la sentenza della Corte Suprema del 2015 che obbliga tutti gli Stati a introdurre il matrimonio omosessuale. Prima di quella sentenza, l’interpretazione prevalente tra i giuristi era che ciascuno Stato potesse legiferare autonomamente in materia matrimoniale. Dopo la sentenza, anche uno Stato come l’Alabama, dove i sondaggi certificano che la stragrande maggioranza dei cittadini è contraria al matrimonio omosessuale, è obbligato a sposare persone dello stesso sesso.
La sentenza della Corte Suprema ha inaugurato un periodo in cui i tribunali federali e le autorità statali dell’Alabama hanno giocato come il gatto col topo. Washington voleva imporre il matrimonio omosessuale anche in Alabama, le autorità locali cercavano di proteggere i funzionari locali dello stato civile che per ragioni di coscienza rifiutavano di sposare persone dello stesso sesso. Quando è emerso che i giudici federali non si sarebbero fermati e che l’alternativa per i funzionari dello stato civile era sposare gli omosessuali o andare in prigione, le migliori menti legali dello Stato – democratiche o repubblicane – si sono riunite e hanno partorito una soluzione approvata all’unanimità dal Senato e con una maggioranza del 70% alla Camera statale.
A meno di interventi ulteriori della Corte Suprema, la soluzione è l’uovo di Colombo: per evitare di essere costretti a celebrare matrimoni omosessuali, aboliamo i matrimoni in genere. I titoli tra il divertito e l’esterrefatto secondo cui l’Alabama “ha abolito il matrimonio” vanno spiegati. Non è vietato sposarsi in Alabama. I tribunali continueranno a trascrivere i matrimoni celebrati da preti, pastori, rabbini e altri ministri di culto muniti di regolare licenza, e anche dai capitani di navi che sposano passeggeri a bordo. Non è noto come la pensino i capitani, ma perfino in Alabama esistono denominazioni protestanti progressiste che celebrano anche matrimoni omosessuali. E chi non ama preti e capitani potrà anche auto-sposarsi da solo, pagare una tassa e registrare il matrimonio dichiarandolo già celebrato. Quello che è abolito è il matrimonio civile in Comune (o in tribunale, come avviene negli Stati Uniti, o in casa propria invitando un funzionario).
Per capire meglio, immaginiamo questo dialogo fra una coppia – formata da un uomo e una donna ovvero omosessuale, non fa differenza – e un funzionario dell’Alabama:
“Buongiorno, vorremmo sposarci in municipio”.
“Spiacenti, il matrimonio civile è stato abolito”.
“Ma non scherziamo, non potete abolire il matrimonio”.
“Ma quando mai: potete sposarvi da un prete, un pastore, un rabbino…”
“Siamo atei”.
“Potete anche fare una bella gita in nave e farvi sposare dal capitano”.
“Soffriamo il mal di mare”.
“C’è una soluzione anche per questo: vi sposate tra voi, senza celebrante, ci informate, pagate una tassa di registrazione e il matrimonio è perfettamente valido”.
Se tutto è così semplice, chi sono i 26 deputati statali su 93 che hanno votato contro? Alcuni sono arci-conservatori per cui comunque anche trascrivere matrimoni omosessuali va contro l’ethos del cristianissimo Stato dell’Alabama (ma i giudici federali obbligherebbero comunque l’Alabama a farlo). Ma altri sono arci-progressisti, i quali interpretano la legge come una scappatoia offerta ai funzionari di stato civile che rifiutavano di celebrare matrimoni omosessuali, e che potranno continuare a non celebrarli senza rischiare la prigione. Ma al prezzo di non potere più sposare neppure le coppie tradizionali.