La nube tossica causata dall’incendio che ha distrutto qualche giorno fa l’azienda di rifiuti Loas continua a “intrappolare” Aprilia. È scattato infatti l’allarme diossina, rilevata nell’aria, quindi i cittadini a due passi da Roma sono “prigionieri” in casa. L’Arpa ha reso noto che il benzo(a)pirene è superiore al limite annuale previsto dalla normativa. È 216 volte il limite annuo, nello specifico. Invece sono ancora in lavorazione i dati sulle diossine. I valori di PCB sono sei volte superiori a quelli dell’incendio della ECO X di Pomezia e oltre il doppio del rogo al TMB di Ama salaria. L’Arpa ha spiegato che quando gli incendi richiedono un monitoraggio della qualità dell’aria non è possibile fornire dati in tempo reale. Bisogna prima individuare un sito adatto e sicuro per l’installazione del campionatore e il processo di analisi dura circa 12 ore. Intanto il senatore di Fratelli d’Italia Nicola Calandrini ha annunciato che presenterà un’interrogazione al ministro dell’Ambiente Sergio Costa. «Un incendio di proporzioni spaventose, che ha sprigionato nube e fumo carichi di sostanze tossiche, e di cui al momento si sa ben poco relativamente alle cause che lo hanno originato. Per questo coinvolgerò il ministro dell’Ambiente al quale presenterò un’interrogazione urgente».



NUBE TOSSICA APRILIA: ALLARME DIOSSINA NELL’ARIA

I cittadini di Aprilia vogliono chiarezza sulla nube tossica alzatasi dopo l’incendio rispetto al rischio di disastro ambientale, oltre che sulle cause. Intanto il sindaco di Anzio, Candido De Angelis, in una nota ha annunciato: «Mentre siamo tutti giustamente impegnati a contenere il covid-19, c’è diossina nell’aria con possibili conseguenze sulla salute pubblica. Pronti a costituirci parte civile nel procedimento penale». Il primo cittadino di Anzio è preoccupato per la presenza di diossina nell’aria e le possibili ricadute sulla salute pubblica. «Dopo gli incendi di Pomezia ed Aprilia, è arrivato il momento che la regione si assuma l’onere di una puntuale mappatura di tutti questi impianti, con la verifica del loro stato attuale e dei conseguenti rischi per la salute dei cittadini». Sulla vicenda è intervenuto anche il comandante della Polizia locale del comune di Anzio, Antonio Arancio, il quale ha scritto ad Arpa Lazio e Asl Roma 6, evidenziando «un tasso di sostanze inquinanti ragguardevole e pericoloso per la salute e l’incolumità pubblica» e chiedendo «di accertare se sia presente un pericolo tale da rendere necessari provvedimenti di protezione civile, miranti alla salvaguardia della salute pubblica».

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