Il Regno Unito e altre potenze europee potrebbero violare l’accordo nucleare iraniano del 2015, confermando che non revocheranno le sanzioni sull’uso di missili da parte di Teheran. Donald Trump ha ritirato gli Stati Uniti dall’accordo sul nucleare nel 2018. Germania, Francia e Regno Unito sono rimasti nonostante le violazioni sui livelli concordati sulla qualità e la quantità di uranio arricchito. L’Iran, infatti, è più vicino che mai alla produzione di uranio per uso militare. La decisione delle potenze europee di violare l’accordo rappresenta un rischio: non è chiaro come risponderà Teheran in un momento, già vicina alla produzione dell’uranio per uso militare.



Il Regno Unito e l’UE parlano di violazione dell’accordo da parte dell’Iran: in particolare c’è stata la vendita di droni a Mosca per l’invasione dell’Ucraina e i possibili futuri trasferimenti di missili balistici iraniani alla Russia. Il capo dell’ispettorato delle armi nucleari delle Nazioni Unite, Rafael Grossi, ha affermato la scorsa settimana che un accordo sul monitoraggio del programma nucleare iraniano è diventato molto limitato e frammentato. Infatti i parlamentari iraniani si sono opposti alla prevista installazione di circa 10 telecamere di sicurezza nel laboratorio di produzione di centrifughe in un sito a Isfahan.



Cosa prevede l’accordo

L’accordo sul nucleare del 2015 prevedeva una serie di date, o “clausole di scadenza”, entro le quali l’Occidente avrebbe dovuto revocare alcune sanzioni contro l’Iran. L’accordo parlava di soglia per l’arricchimento dell’uranio al 3,67%, ma l’Iran si è arricchito al 60%. Le sanzioni dell’UE dovrebbero scadere il 18 ottobre: queste “invitavano” l’Iran a non fare nulla per sviluppare missili balistici che potessero trasportare armi nucleari ma così non è stato. Il futuro dell’accordo è in evoluzione dopo i colloqui in Oman tra Stati Uniti e Iran che hanno posto l’attenzione sull’obbligo di Teheran di non arricchire l’uranio oltre il 60% in cambio del rilascio da parte dell’Occidente di miliardi di dollari in fondi congelati.



Il Dipartimento di Stato americano ha dichiarato che nessun nuovo accordo è imminente. I leader repubblicani parlano dell’idea di un ulteriore accordo con l’Iran. Mike Pompeo, ex segretario di stato americano, ha criticato l’amministrazione Biden: “Qualsiasi accordo del genere, formale o informale, sarebbe una calamità per il popolo iraniano. I despoti di Teheran assicurerebbero che la riduzione delle sanzioni non andrebbe al popolo iraniano, ma alla produzione di più droni che la Russia possa usare contro il popolo ucraino”. L’ex primo ministro britannico Liz Truss ha dichiarato: “Non possiamo permettere loro di guadagnare tempo. Dobbiamo essere più severi”.