Fabien Bouglé pubblica un’inchiesta sull’industria nucleare e denuncia il sabotaggio politico di questa fonte di energia del futuro di fronte all’illusione delle cosiddette energie rinnovabili, in un contesto di guerra economica con la Germania.
In un’intervista a Le Figaro, sottolinea che l’obiettivo degli ultimi governi è ridurre al 50% la quota del nucleare. Barbara Pompili e Jean Castex hanno appena annunciato un piano da 25 miliardi di euro per le turbine eoliche per, dicono, decarbonizzare la Francia.
Questa politica di riduzione dell’energia nucleare sostituita dalle turbine eoliche è un tradimento dello Stato. Il rapporto del Ministero dell’Ecologia “Strategia nazionale low carbon di marzo 2020” (pag. 120) rivela che il declino del nucleare e la sostituzione con le energie rinnovabili costringerebbero la Francia ad aprire 20 centrali a gas entro il 2027 con un aumento significativo delle serre di emissioni di gas.
I governi francesi – denuncia Bouglé – stanno spendendo 250 miliardi di euro per installare turbine eoliche e collegarle ai territori francesi quando non servono. Con questa politica scollegata dalla realtà scientifica, la Francia si sta avviando su una strada pericolosa. E l’attuale aumento del prezzo del gas e dell’elettricità dovuto in particolare agli investimenti globali nelle energie rinnovabili è un chiaro segnale. La cosa peggiore è che l’uscita dal nucleare voluta in particolare da Yannick Jadot può indebolire sistematicamente il settore che ha all’attivo 400.000 posti di lavoro non delocalizzabili che non saranno mai compensati da altri posti in Francia perché il settore delle energie rinnovabili è monopolizzato da Germania, Danimarca e Cina. E non saranno certo le due linee di montaggio delle turbine eoliche installate in Francia a cambiare le carte in tavola rileva polemicamente Bouglé.
Ma come mai la Germania è così interessata alle energie rinnovabili ed in particolare a quelle auliche? Secondo l’inchiesta di Bouglé la Germania ha intrapreso una guerra economica offensiva contro l’energia nucleare francese. In associazione da anni con ONG ambientaliste antinucleari e favorevoli all’eolico, la Germania ha lavorato duramente per denigrare l’industria nucleare francese soprattutto a Bruxelles. Un esercito di lobbisti tedeschi sta lavorando con la Commissione europea per impedire all’industria nucleare francese di entrare nell’elenco delle attività considerate “verdi” a causa della sua natura priva di carbonio e che potrebbero ricevere significativi finanziamenti europei. Molto recentemente, è stata lanciata infatti la prima serie di obbligazioni europee senza nucleare ma integrando il gas come fonte elettrica di transizione.
Il piano tedesco è di approfittare della uscita francese dal nucleare per vendere le sue turbine eoliche (il 65% delle turbine eoliche installate in Francia sono tedesche) e il gas russo, di cui diventerà il distributore in Europa dopo la costruzione del gasdotto Nord Stream 2. Continuando su questa strada la Francia perderà la sua sovranità elettrica e diventerà oggetto dei diktat dell’industria tedesca e della sua fornitura di gas. La politica di eliminazione graduale del nucleare voluta dagli ambientalisti e dai loro alleati porta a un forte squilibrio politico all’interno dell’Unione Europea, il cui Trattato istitutivo dell’Euratom del 1957 è messo in discussione dalla Germania.
Naturalmente ci sono anche fake news alimentate ad arte presso la società civile. Infatti negli ultimi sondaggi d’opinione, oltre il 70% dei francesi ritiene che le centrali nucleari contribuiscano al riscaldamento globale emettendo gas serra. Questo è un macroscopico errore. Le centrali nucleari producono elettricità senza emettere gas serra. Il fumo bianco dei loro camini è vapore acqueo. Inoltre, l’impronta di carbonio del nucleare che comprende la costruzione, lo smantellamento e l’estrazione dell’uranio è di soli 6 g eqco2/kW dove una centrale elettrica a carbone che supporta le turbine eoliche emette 1.000 g eqco2/kWh.
Non dimentichiamoci infatti che la Francia è il leader mondiale dei paesi carbon free con oltre l’80% di elettricità prodotta dalle sue centrali nucleari e dighe, producendo 10 volte meno gas serra rispetto al suo vicino tedesco.
Questo naturalmente non significa che l’attività nucleare e quindi le scuole nucleari non siano pericolose e che debbano essere trattate con rigore. Tuttavia le centrali elettriche a carbone uccidono 10 milioni di persone in tutto il mondo all’anno, secondo uno studio di Harvard. È più insidioso, meno spettacolare di un disastro nucleare. I dati dell’OMS mostrano che il nucleare è la fonte di elettricità meno letale anche dopo le rinnovabili. Questa paura irrazionale deve essere combattuta dalla ragione e dalla scienza. Inoltre, l’industria nucleare francese ha compiuto enormi progressi in termini di sicurezza. Questo è il motivo per cui la costruzione del prototipo Flamanville EPR è più costosa e più lunga. Il rilancio della industria nucleare francese, che sta diventando essenziale per garantire la sovranità elettrica della Francia, deve essere accompagnato senza indugio dall’accelerazione della nostra ricerca nel campo della sicurezza e del trattamento dei rifiuti.
In questo senso bisogna rilanciare il progetto Astrid – reattore a sodio liquido di quarta generazione che produce 100 volte più elettricità e utilizza come combustibile i rifiuti nucleari stoccati sul nostro suolo rimuovendo la radioattività – che è stato abbandonato da Emmanuel Macron. Questa decisione – che Bouglé considera folle – è stata presa mentre la Cina, la Russia e persino Bill Gates negli Stati Uniti stanno sviluppando reattori con questa tecnologia e mentre la Francia era riuscita ad avere un vero vantaggio scientifico.
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