Nucleare, gli Usa si stanno preparando a programmare un piano per aumentare la produzione interna dell’uranio arricchito per il funzionamento delle centrali energetiche. Il Financial Times ha anticipato il progetto, analizzando anche i dati in merito all’approvvigionamento della materia prima da parte del governo americano. Solo il 5% di tutto l’uranio necessario, proviene da industrie nazionali. Il restante viene acquistato all’estero.



Circa un miliardo di dollari è stato speso nel 2023 per le importazioni necessarie al nucleare, e visto che più del 12% proviene dalla Russia, in particolare dalle industrie Rosatom che risultano essere tra quelle principalmente colpite dalle sanzioni internazionali, ora la Casa Bianca ha intenzione di proporre una nuova legge che prevede di vietare e bloccare tutte le importazioni. Questa misura però potrebbe presto avere conseguenze, perchè ancora non è stato chiarito quale sarà esattamente il piano alternativo di acquisto, e molti analisti sostengono che le centrali nucleari potrebbero avere disagi per molti anni in assenza di una soluzione definitiva al problema di reperimento delle materie prime.



Nucleare, Usa propone legge per bloccare tutte le importazioni di uranio russo, pronto piano nazionale di conversione

La domanda globale di uranio arricchito, necessario per il funzionamento delle centrali nucleari, è aumentata notevolmente a partire dal 2022. Di conseguenza i prezzi sono saliti del 15% e non solo a causa dell’embargo nei confronti di uno dei principali paesi produttori ed esportatori, la Russia, anche perchè i piani internazionali di transizione energetica impongono alternative concrete per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili. La legge che gli Usa stanno proponendo potrebbe porre fine al monopolio russo sulle esportazione ma allo stesso tempo creare notevoli problemi energetici.



Secondo gli analisti del Financial Times infatti, molte industrie statunitensi non sono pronte per una produzione intensa e per il processo di conversione voluto da Biden e probabilmente non basteranno le sovvenzioni statali a garantire la fornitura.  I funzionari dell’energia atomica nazionale però sostengono la proposta, specialmente nell’ottica geopolitica delle sanzioni contro la Russia. La segretaria generale Kathryn Huff, ha dichiarato: “Smettere di acquistare uranio russo è un imperativo morale, ogni dollaro che paghiamo per le importazioni va a finanziare una guerra ingiusta nei confronti dell’Ucraina“.