Due ricercatori cinesi, Yi Yang e Xiaodong Song dell’Università di Pechino, hanno pubblicato uno studio sulla rivista Nature Geoscience sul nucleo della Terra, evidenziando come in base alle loro scoperte questo “cambia senso di rotazione ogni 35 anni circa”. Lo strato più profondo del pianeta consiste in una sfera metallica, molto densa, in cui le temperature si aggirano intorno ai 6000°C. Era già stato evidenziato in precedenza che esso ruota separatamente dal resto delle componenti, ma adesso si sa anche qualcosa in più su come ciò avviene.
In base ai calcoli effettuati durante la ricerca, come riportato da Le Parisien, è emerso che l’ultimo cambio del senso di rotazione è avvenuto nel 2009. È in quell’anno che è stato notato prima un rallentamento, fino ad una vera e propria interruzione, poi ha invertito la propria direzione. Altri scienziati hanno scoperto che questo fenomeno era già avvenuto nei primi anni ’70. “Abbiamo solo cinquantasette anni di dati, quindi è l’ipotesi di una modifica ogni 35 anni è da prendere con le pinze”, ha affermato Séverine Rosat, ricercatrice dell’Università di Strasburgo. “Quando avremo altri cinquant’anni di dati, però, avremo più prospettive per credere in questo valore. In ogni caso, sembra esserci un trend molto lungo”.
“Nucleo della Terra cambia senso di rotazione ogni 35 anni”, cosa succede
Yi Yang e Xiaodong Song, i due scienziati cinesi che hanno scoperto che il nucleo della Terra forse cambia senso di rotazione ogni 35 anni, nel loro studio pubblicato sulla rivista Nature Geoscience hanno rivelato anche quelle che sono le conseguenze di questo fenomeno. Esse riguardano innanzitutto la durata dei giorni. Le variazioni sono dell’ordine di poche frazioni di secondo all’anno, ma è necessario considerare che queste dipendono anche dalla forza di gravità della Luna e dall’attrito tra gli oceani e il fondale marino. È per cui piuttosto difficile distinguere le varianti. Anche le variazioni del campo magnetico, inoltre, sembrerebbero essere collegate a ciò che avviene nello strato più profondo del pianeta. Entrambi hanno una periodicità dalle sei alle sette decadi.
“Tutte queste osservazioni forniscono la prova delle interazioni dinamiche tra gli strati della Terra, dall’interno più profondo alla superficie, potenzialmente dovute all’accoppiamento gravitazionale e allo scambio di momento angolare dal nucleo e dal mantello alla superficie”, hanno concluso i ricercatori.