Il recente disegno di legge delega per la riforma del Terzo settore si propone, tra i suoi obiettivi, di dare maggiore impulso all’esperienza del Servizio civile nazionale, rispondendo alla necessità di incrementare le attività e il numero dei ragazzi da far partecipare ai progetti. L’intento è quello di promuovere un sistema di Servizio civile universale destinato non solo a sviluppare attività di solidarietà, inclusione sociale, tutela del patrimonio culturale e ambientale, ma anche a offrire percorsi di inserimento professionale per i giovani che vi partecipano.
Secondo l’esecutivo, inoltre, il pieno sviluppo del Servizio civile nazionale universale potrebbe ampliare in maniera significativa la possibilità per i giovani di partecipare, in modo più consapevole, alla vita collettiva del Paese. In tal senso questa misura andrebbe a riappropriarsi, pur con tutte le dovute differenze del caso, del ruolo svolto per molti anni della “naja”. Non dobbiamo infatti dimenticare che l’esperienza del Servizio civile è per i giovani sia un’occasione, certamente importante, per affermare la propria soggettività, che un’opportunità per uscire dalla propria quotidianità rendendosi utili alla propria comunità attraverso un impegno civico e di servizio.
Una scelta, questa, peraltro valorizzata anche in sede di definizione del Piano nazionale per l’attuazione della Garanzia giovani. Si prevede, infatti, in questo caso di poter finanziare percorsi di Servizio civile, attivabili sia con bandi nazionali che regionali. Percorsi che, ovviamente, anche nello spirito del progetto, dovranno essere integrati con momenti formativi sia generali che specifici.
Una misura, è opportuno ricordare, che si rivolge a giovani tra i 18 e i 28 anni e che offre la possibilità di acquisire conoscenze e capacità in alcuni ben determinati settori di intervento quali la protezione civile, l’ambiente, i beni culturali e l’educazione e la promozione culturale, nonché facilitare l’ingresso nel mercato del lavoro dei ragazzi che prestano il servizio.
Dalla relazione annuale al Parlamento emerge, tuttavia, come nel 2013 siano stati avviati al Servizio civile nazionale solamente 896 volontari prevalentemente al Nord (il 56,7%). Il bando vero e proprio è stato, infatti, pubblicato verso la fine dell’anno, il 4 ottobre 2013, e prevede l’avvio di ulteriori 15.466 volontari. Il rapporto sottolinea, inoltre, come circa il 60% dei volontari (59,49) sia in possesso di un diploma di scuola media superiore, mentre è sotto il 10% la percentuale dei giovani in possesso di licenza media.
A questi si affiancano, quindi, le iniziative finanziate dalle amministrazioni regionali. La Regione Toscana, ad esempio, nell’ambito del progetto Giovanisì, ha approvato, solo poche settimane fa, un bando per la selezione di 2.460 giovani da impiegare in progetti di Servizio civile regionale.
I dati, tuttavia, ci dicono che l’obiettivo di garantire, fino a 100 mila giovani all’anno, l’opportunità di vivere l’esperienza di un nuovo Servizio civile nazionale “universale” è ancora lontana. La partita è, in ogni caso, aperta e dobbiamo provare a vincerla.
L’Italia può cambiare veramente verso non solo con gli 80 euro e l’articolo 18, ma anche, e soprattutto, se è capace, grazie anche al Terzo settore e a esperienze come quelle del Servizio civile, di tessere e riannodare i fili lacerati della nostra società scommettendo sul capitale più prezioso, quello umano e civico, di cui, nonostante tutto, il Paese dispone ancora.
In collaborazione con www.amicimarcobiagi.com