La calza della Youth Guarantee che ha portato ieri la Befana ai giovani Neet italiani conteneva più duro carbone o dolci succulenti da godersi nei prossimi giorni? Per capirlo è opportuna un’analisi, per quanto sommaria, dei dati a nostra disposizione con riferimento all’anno appena concluso.
Primo elemento di valutazione è quello relativo alla partecipazione: secondo l’ultimo rapporto del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali disponibile per il 2014, il numero degli utenti complessivamente registrati alla Garanzia Giovani ha raggiunto 355 mila unità, un dato che rappresenta solamente il 20,6% del cosiddetto “bacino potenziale”, costituito da ben un milione e 723 mila giovani Neet (il Piano nazionale, tuttavia, parla di ben 2.254.000 soggetti non attivi).
Lo stesso rapporto ci conferma, quindi, in un’ottica di genere, come la quota femminile cresca progressivamente al crescere dell’età, raggiungendo il 54,8% tra gli utenti registrati in età superiore ai 25 anni. Più in generale, se si analizza il dato complessivo sulla base di fasce d’età si deve registrare come, alla fine, gli under-18 rappresentino solamente il 9% dei partecipanti al progetto.
In termini di titolo di studio il report evidenzia, altresì, che i giovani della Garanzia sono così suddivisi: il 19% ha conseguito una laurea, il 57% risulta essere diplomato, infine solamente il rimanente 24% risulta avere un titolo di studio di terza media o inferiore.
La provenienza geografica dei giovani mostra, inoltre, come la maggior parte dei giovani aderenti al progetto risieda in Campania (con 50.705 unità), in Sicilia (47.832 unità) e nel Lazio. In questo quadro i giovani stranieri interessati (18.811) rappresentano il 5% del totale dei giovani registrati. Di questi solamente il 23% proviene da Paesi dell’Unione europea.
Il numero dei presi in carico si ferma, quindi, a solamente a 120 mila, pari appena al 38,3% dei giovani registrati. Tra questi, poi, solo poco più dell’8%, pari a 10.136 ragazzi, ha già ricevuto, a oggi, una proposta di misura (tirocinio, servizio civile, lavoro, ecc.).
Dal lato delle imprese si constata che esse continuano a inserire occasioni di lavoro: dall’inizio del progetto sono 27.094, per un totale di posti disponibili (ancora troppo pochi) pari a 38.528. Di queste, tuttavia, solamente 4.919 vacancies, sono a oggi attive, per un totale di 7.113 posti disponibili. Il 72,6% delle occasioni di lavoro è concentrata al Nord, il 13,4% al Centro e il 13,9% al Sud. Pochissime, ahimè, le opportunità all’estero.
Dai dati, insomma, sembra che la calza contenesse più carbone che dolci succulenti. Tuttavia è da sperare che nel 2015 le cose possano cambiare e che quest’ambizioso progetto raggiunga, almeno in parte, gli obiettivi che si era posto nell’interesse del nostro Paese e, in particolare, dei giovani che rappresentano la speranza di una comunità e che, oggi, anche di fronte alla constatazione di politiche non sempre all’altezza dei loro bisogni, stanno smettendo di credere in un futuro migliore per loro e per le loro famiglie.
In collaborazione con www.amicimarcobiagi.com