L’ultimo rapporto disponibile sulle comunicazioni obbligatorie, relativo al terzo trimestre del 2014, ci racconta, attraverso lo studio e l’analisi di questo prezioso dato amministrativo, le dinamiche che stanno attraversando il nostro mercato del lavoro alla vigilia di una significativa, e per molti aspetti storica, riforma delle regole che lo governano (il cosiddetto Jobs Act). Il rapporto ci dice come nel terzo trimestre del 2014 siano stati 2.474.112 i nuovi contratti di lavoro, dipendente e parasubordinato, avviati, ben 60 mila, è opportuno sottolinearlo, in più rispetto allo stesso trimestre del 2013 (+2,4%).
Sono, quindi, in particolare le regioni del Nord e del Mezzogiorno quelle in cui si concentra il maggior numero di nuove assunzioni, rispettivamente 991.738 e 943.518 unità, a fronte di un più modesto dato, pari a 537.705, del Centro Italia. Rispetto, inoltre, allo stesso trimestre dell’anno precedente, le attivazioni aumentano in tutte le tre ripartizioni geografiche considerate seppur con intensità differenti: +2,4% al Nord, + 1,2% al Centro, e, per certi aspetti a discapito di molti luoghi comuni, + 3,2% nel Mezzogiorno. L’analisi delle comunicazioni obbligatorie evidenzia, inoltre, come l’incremento complessivo dei nuovi contratti registrato, abbia, ahimè, riguardato esclusivamente gli uomini, con un +5% rispetto al medesimo trimestre del 2013.
Il rapporto offre un’analisi, particolarmente utile proprio in questi giorni, relativa al ricorso alle diverse tipologie contrattuali. Si vede, quindi, come circa il 70% circa delle assunzioni effettuate nel terzo trimestre dello scorso anno sia stato realizzato attraverso il ricorso a contratti di lavoro a tempo determinato (1.728.662 unità), oltre 400 mila sono state invece quelle a tempo indeterminato (il 16,2%) mentre solamente il 5,2% ha attivato contratti di collaborazione (155.093 unità). Con specifico riferimento ai giovani, si deve evidenziare come in questo periodo i rapporti di apprendistato attivati siano stati solamente 60.349, pari a un modesto 2,4%.
Su base tendenziale, quindi, si segnala un significativo incremento dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato “vecchia versione” pre-riforma, per i quali si regista un +7,1%, pari a 26.504 contratti, in più rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente e una crescita dei contratti di apprendistato del +3,8% (2.184 nuovi rapporti). Le attivazioni di contratti a “tempo determinato” crescono, altresì, solamente dell’1,8% (ovvero +30.721 nuovi rapporti di lavoro), nonostante un recente provvedimento legislativo sia intervenuto a semplificarne la normativa di riferimento solo pochi mesi fa.
C’è da sperare così che l’incontro di oggi tra il ministro del Lavoro Poletti e le Parti sociali, convocato alla vigilia del Consiglio dei Ministri che dovrà approvare un ambizioso testo organico semplificato delle discipline delle tipologie contrattuali e dei rapporti di lavoro, parta anche, se non prima di tutto, da un’analisi attenta della realtà e dai dati che questa ci offre.
Il decreto che l’esecutivo, infatti, si appresta a scrivere rappresenterà uno strumento importante nel tentativo di rilanciare il nostro Paese e la sua occupazione. La speranza è che, quindi, si lavori, tutti insieme, per scrivere, con realismo, regole il più possibile condivise e che ci si ponga al tavolo del confronto non con gli occhiali dei vecchi schemi ideologici, ma con uno sguardo nuovo che metta al centro il lavoro del futuro e le prospettive delle giovani generazioni di questo nostro Paese che sembra essere senza più speranza.
In collaborazione con www.amicimarcobiagi.com