Una recente indagine condotta dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e da Welfare Company, provider di servizi di welfare aziendale, controllata da Qui!Group Spa, intervistando oltre 100 managers delle direzioni del personale, mostra alcuni dati meritevoli di attenzione. Il 52% delle imprese sostiene, difatti, di aver messo a disposizione dei dipendenti e delle loro famiglie oltre sei misure di welfare. Tra i servizi offerti ai dipendenti viene confermato il peso preponderante delle coperture sanitarie integrative (46%) e la diffusione di formule di flessibilizzazione degli orari (45,9%) finalizzate a realizzare reali pratiche di work-life balance. La ricerca ha evidenziato anche la crescita della fruizione di sconti e agevolazioni varie presso catene convenzionate (36,7%).



Per approfondire quali siano queste misure di “secondo welfare”, com’è stato chiamato nel dibattito italiano (cfr. www.secondowelfare.it), e cambiando leggermente ottica, vale a dire assumendo il punto di vista del sindacato, può tornare assai utile, ai nostri fini, far riferimento alla Fiera della contrattazione, promossa dalla Cisl Lombardia, nell’ambito della quale, a partire dalla fine del 2009, opera l’Osservatorio sulla contrattazione, curato da Piergiorgio Caprioli. Qui di seguito, verrà presentata una veloce tipologia delle principali tematiche, oggetto degli accordi aziendali, messe a punto dal suddetto Osservatorio:



1) previdenza integrativa (innalzamento del contributo aziendale al fondo; scelta del lavoratore di aumentare il contributo al fondo);

2) assistenza sanitaria integrativa (aumento del versamento a carico dell’azienda; scelta del lavoratore di elevare il contributo al fondo; passaggio dal fondo aziendale a quello nazionale; contemporanea presenza del fondo aziendale con quello nazionale);

3) accordi per la famiglia e per la cura dei figli (contributo spese per il diritto allo studio dei figli; permessi retribuiti; contributo per soggiorni estivi dei figli; stanziamento di borse di studio; orari flessibili per facilitare compiti di cura; prestito d’onore per i figli; stanziamento per il matrimonio);



4) assistenza sanitaria in senso lato (permessi per visite mediche o cure; rimborsi spese o sconti per visite mediche, o vaccinazioni; check-up a carico dell’azienda; aumento della retribuzione prevista dal Ccnl in caso di malattia grave; polizze in caso d’infortunio o morte; permessi per malattie dei familiari; anticipazione Tfr);

5) tutela dei lavoratori stranieri (ricongiungimento di ferie e permessi);

6) tutela della maternità-paternità (concessione di permessi retribuiti per nascite o accompagnamento; formazione post-partum; godimento frazionato dei congedi parentali; esonero del turno di notte per le madri; facilitazioni di orario; premio in denaro per la nascita di un figlio);

7) assistenza sociale per le famiglie (fondo di solidarietà aziendale; integrazioni di reddito);

8) politiche di conciliazione (concessione del part-time fino a una certa età del figlio; congedi parentali a ore; telelavoro o smart working);

9) tematiche varie (carrello della spesa; ticket mensa; concessione permessi o congedi; convenzioni varie; lavaggio o fornitura abiti da lavoro; assistenza fiscale o sociale).

Nell’ambito della Fiera della contrattazione vengono analizzati ogni anno i diversi accordi aziendali e segnalati quelli più innovativi; durante la quarta edizione, ad esempio, svoltasi lo scorso anno, è stata premiata l’azienda chimica tedesca Basf per il suo generoso welfare il quale andava dalle visite mediche ai permessi retribuiti per malattia figli, dall’integrazione del trattamento di maternità obbligatoria fino al 100% alle borse di studio per i figli, dalla flessibilità dell’orario al part-time.

Se da questa casistica degli accordi aziendali si è vista, seppur solo in parte, l’ampiezza della tematica bisogna pure sottolineare che l’importanza del secondo welfare non è limitata alla contrattazione di secondo livello (aziendale o territoriale), ma anche a quella di primo livello. La contrattazione nazionale si è soprattutto interessata di previdenza e di assistenza sanitaria. Oltre a questi due aspetti precipui si può andare a vedere come la tematica sia stata trattata nel corso dei recenti rinnovi contrattuali, vale a dire nel caso dei contratti del commercio, dei bancari e dei dipendenti degli studi professionali.

Nel Ccnl commercio e terziario, siglato il 30 marzo con la Confcommercio, dopo tre anni di confronto e un’interruzione delle trattative avvenuta nel giugno dell’anno passato, è stato previsto il riordino degli enti bilaterali territoriali e la valorizzazione del welfare contrattuale nazionale. Le parti hanno anche previsto di definire, entro il 30 settembre, i nuovi statuti e regolamenti tipo degli enti bilaterali ai quali si dovrà adeguare, entro fine 2015, tutta la bilateralità locale. È stato confermato, infine, il contributo obbligatorio ai fondi per la sanità integrativa Est e Quas; in caso di omesso pagamento verrà erogato un elemento retributivo rispettivamente di 16 e di 37 euro al mese. Il rinnovo del contratto interessa circa 3 milioni di addetti i quali operano nei settori della piccola e media distribuzione, nell’elettronica di consumo, nei discount, nelle agenzie interinali, nel settore del terziario avanzato vero e proprio e nella distribuzione dei farmaci.

Nel Ccnl bancari, firmato con l’Abi il 1 aprile, dopo serrate trattative e due scioperi nazionali, è stato previsto, nell’ambito dell’ente bilaterale Enbicredito, la creazione, per la prima volta, di una piattaforma per l’occupabilità dei dipendenti che hanno perso il posto di lavoro, con l’obiettivo di favorire l’incontro tra domanda e offerta. Inoltre, in caso di nuove assunzioni, le banche valuteranno prioritariamente le posizioni dei dipendenti confluiti nel Fondo nazionale per il sostegno all’occupazione (Foc), il quale verrà finanziato con una giornata di solidarietà dei lavoratori, una dei dirigenti e con il 4% delle retribuzioni dei top managers. Il rinnovo riguarda quasi 350.000 addetti che operano nelle aziende di credito italiane od operanti in Italia e nelle società d’intermediazione finanziaria (società finanziarie, di leasing, di factoring, d’intermediazione mobiliare, ecc.).

Nel Ccnl dei dipendenti degli studi professionali, siglato dopo circa 18 mesi di trattativa con Confprofessioni, il welfare contrattuale viene esteso anche ai collaboratori. L’accordo regolamenta e rende fruibile il telelavoro, mentre le agevolazioni per le assunzioni prevedono un contratto di reimpiego per gli over 50 e per i disoccupati da oltre 12 mesi, con la possibilità di sotto inquadramento solo se l’assunzione è a tempo indeterminato. Il Ccnl interessa circa 1 milione e 500 mila fra titolari, lavoratori dipendenti e collaboratori, dipendenti degli studi notarili e di avvocati, degli studi medici, dentistici, ingegneri, architetti e addetti dei laboratori di analisi, per il 90% di sesso femminile.

 

(1- continua)