Agosto è tempo di relax e vacanze: è insomma il momento per il meritato riposo (?). Tuttavia, senza voler rovinare le nostre vacanze, questo può essere, anche, un buon momento per riflettere sul fatto che, ahimè, ben il 39% degli europei non può permettersi di pagare una settimana di ferie lontano da casa. Si tratta, insomma, di una, vera e propria, forma di privazione che viene presa in considerazione nel calcolo dell’indicatore del rischio di povertà, ed esclusione sociale, dell’Unione europea. Un indice, questo, che misura, è bene ricordarlo, la povertà monetaria (si pensi, ad esempio, al rapporto tra l’occupazione dei genitori e la povertà infantile) e/o la bassa intensità/partecipazione al mercato del lavoro e /o le ipotesi di grave deprivazione materiale.

L’ultimo è, in particolare, una misura “assoluta” del tenore di vita che integra la misura della povertà relativa monetaria e registra il numero di persone con un reddito disponibile inferiore al 60% del reddito medio del Paese in cui si vive. Il tasso di privazione materiale grave in Europa è, quindi, definito come la percentuale di popolazione che vive in famiglie che non possono permettersi almeno quattro su nove oggetti presenti nella lista tra cui, come dicevamo prima, le vacanze. Ben l’8,9% della popolazione dell’Unione europea era in questa, poco piacevole, situazione nel 2014.

Nello specifico emerge come vi sia, nei diversi paesi europei, una grande variabilità della quota di persone che non possono permettersi vacanze lontane da casa. Nei paesi nordici, il Lussemburgo, Paesi Bassi e Austria, meno del 20% della popolazione, nel 2014, non aveva la possibilità di andare in vacanza, mentre in Ungheria, Croazia e Romania questa percentuale superava, addirittura, il 60%.

Non a caso, le persone che sono a maggiore rischio di povertà monetaria sono quelle che hanno anche maggiore probabilità di non poter andare in vacanza. Tuttavia anche tra coloro che non sono poveri in termini monetari, un terzo è privato dalla possibilità di godersi il meritato riposo. In questo, certamente non entusiasmante, quadro, la situazione sta, tuttavia (e fortunatamente), migliorando in molti paesi. 

Dal 2008, infatti, la quota di persone che non possono godersi le vacanze è diminuita in 15 Stati membri dell’Ue: in particolare in Polonia e a Malta. Questo dato può essere, quindi, sicuramente considerato un miglioramento sostanziale delle condizioni di vita degli europei anche se non possiamo, e dobbiamo, accontentarci.

La speranza, in ogni caso, è che, a breve, anche la grande crisi decida di andare, finalmente, in vacanza.