Come previsto nel nostro articolo del 6 settembre, ancora una volta il tasso di positività ha anticipato il cambiamento di tendenza della pandemia e, immediatamente dopo, tutti gli altri parametri hanno iniziato la discesa, segnando la fine della quarta mini-ondata estiva. Infatti, a seguito del calo costante del tasso di positività (che dal 20 agosto lo ha portato dal 3,36% all’1,63%), tutte le altre misure hanno seguito un medesimo andamento decrescente.



In particolare, i ricoverati con sintomi sono passati in 9 giorni da 4.237 a 4.081; il numero di ricoveri in terapia intensiva nello stesso intervallo di tempo è sceso da 564 a 541 e, da ultimo, anche il numero di decessi ha finalmente piegato la curva iniziando la discesa nella giornata di ieri.

Sperando, quindi, di avere ormai lasciato alle spalle anche la quarta mini-ondata, è forse il momento di riassumere l’andamento delle 4 ondate alle quali abbiamo assistito negli ultimi due anni.



Lo facciamo guardando i grafici riportati nelle Figure da 1 a 4, i quali mostrano gli andamenti dei quattro parametri fondamentali della pandemia espressi (come tutte le misure precedentemente riportate) in termini delle medie settimanali.

Figura 1: Andamento dei decessi nel corso della pandemia dal febbraio 2020 a settembre 2021 (medie settimanali)

La Figura 1 mostra l’andamento dei decessi a partire dalla fine di febbraio 2020 ed evidenzia con chiarezza le quattro ondate e la loro entità: la prima ondata della primavera del 2020, quella dell’autunno di quasi pari entità in termini di valori assoluti, il mini-picco dovuto alle feste natalizie, la terza ondata di primavera e infine quella di agosto che si va spegnendo in questi giorni. Dopo le prime due ondate molto violente le successive sembrano mostrare andamenti decrescenti per una serie di concause che conosciamo e, in primo luogo, per il buon l’andamento della campagna vaccinale.



Figura 2: Andamento dei ricoverati in terapia intensiva nel corso della pandemia dal febbraio 2020 a settembre 2021 (medie settimanali)

Un andamento simile è mostrato dalla Figura 2, la quale riporta la situazione nelle terapie intensive con tre picchi molto ben delineati e di entità paragonabile, il mini-picco natalizio e la quarta ondata estiva di entità decisamente più ridotta.

Figura 3: Andamento dei ricoverati con sintomi nel corso della pandemia dal febbraio 2020 a settembre 2021 (medie settimanali)

La Figura 3, relativa ai ricoveri con sintomi, è sostanzialmente identica alla precedente.

Figura 4: Andamento del tasso di positività nel corso della pandemia dal febbraio 2020 a settembre 2021 (medie settimanali)

La Figura 4, infine, mostra l’andamento storico nel corso della pandemia del tasso di positività. Qui lo sviluppo storico della pandemia risulta maggiormente confuso a causa dei molti cambiamenti nei criteri di raccolta dei tamponi.

Nel corso della prima ondata, infatti, il numero di tamponi era molto ridotto ed essi erano rivolti esclusivamente alle persone con sintomi e quindi molto verosimilmente infette. A partire dalla seconda ondata il numero di tamponi giornaliero è passato da poche migliaia a diverse centinaia di migliaia, essendo iniziata l’opera di tracciamento, e all’osservazione venivano sottoposti anche le persone entrate in contatto con gli infetti acclarati. Come conseguenza di ciò il tasso è risultato notevolmente più basso nella seconda ondata e nelle successive.

Un ulteriore elemento di confusione è dovuto all’introduzione dei test molecolari. Il grafico della Figura 4 mostra comunque un deciso trend decrescente, pur evidenziando con chiarezza le medesime quattro ondate già viste nei grafici precedenti. Questo andamento rende evidente più delle altre misure la diminuita capacità del virus di diffondersi in ragione delle misure restrittive prima e della campagna vaccinale dopo. Si noti anche come risulti maggiormente accentuato il mini-picco natalizio.

A scopo di confronto, l’ultimo grafico, riportato nella Figura 5, mostra l’andamento dei decessi nel Regno Unito nel corso della epidemia della Spagnola negli anni 1918 e 1919.

Figura 5: Andamento dei decessi nel corso della pandemia di Spagnola nel Regno Unito

Lo riportiamo per mostrare come la pandemia del secolo scorso si sia spenta dopo una terza ondata. Le differenze tra la pandemia del secolo scorso e quella attuale sono ovviamente molteplici e giocano in diverse direzioni.

La prima, più evidente, differenza è da ascrivere al fatto che le interazioni tra individui a livello mondiale nel corso dell’attuale emergenza non sono paragonabili a quelle del secolo scorso e questo giustifica un’aspettativa maggiormente pessimistica sul momento in cui l’emergenza potrà essere considerata terminata. Nella situazione attuale, infatti, l’emergenza sarà terminata solo quando tutti i focolai a livello mondiale si spegneranno. Le tre ondate evidenti nella Figura 5 si riferiscono al solo Regno Unito, mentre in altre parti del mondo i focolai hanno continuato a svilupparsi.

La seconda differenza in ordine di importanza è invece rappresentata dal fatto che nel secolo scorso non furono individuate né cure specifiche né tantomeno vaccini e la pandemia si spense autonomamente. Nel corso dell’attuale pandemia, invece, questa volta possiamo contare su terapie coadiuvanti, se non proprio cure specifiche, e soprattutto sui vaccini, il che induce a un maggiore ottimismo.

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