Dopo settimane di calo costante, gli ultimissimi giorni hanno purtroppo registrato deboli, ma comunque non trascurabili, segni di ripresa della diffusione della pandemia in Italia.

Il tasso di positività ha ripreso a salire da 5 giorni, passando dal minimo di 0,62%, raggiunto il 21 ottobre, allo 0,81%.

Abbiamo imparato che questo segnale è tutt’altro che tranquillizzante. Seppur modesta, tale crescita sta infatti a indicare una ripresa della diffusione del virus, la quale potrebbe essere ulteriormente favorita dalla stagione più fredda e dall’inizio della diffusione della nuova influenza stagionale. Ma guardiamo gli altri indicatori.



Anche il numero dei ricoverati con sintomi è in effetti cresciuto negli ultimi giorni, passando da 2.422 a 2.493 negli ultimi 4 giorni con un incremento del 3%.

Sia pure a un ritmo rallentato, i ricoverati in terapia intensiva, invece, continuano una discesa che prosegue ininterrotta ormai dal 9 settembre (quando erano 564) e hanno raggiunto oggi un minimo di 344. D’altra parte, però, gli ingressi in terapia intensiva, che avevano raggiunto un minimo il 15 ottobre (con solo 17 nuovi ingressi), oggi sono risaliti a 22 con un incremento del 29% in 11 giorni.



Infine i decessi: l’ultimo, il più grave e il più allarmante degli indicatori. Questi avevano raggiunto un minimo di 36 lo scorso 8 ottobre, hanno poi registrato incrementi occasionali in alcune giornate (anche a causa di registrazioni di eventi passati avvenute in ritardo), e sono tornati ad oggi ad un livello di 35 al giorno: il valore più basso degli ultimi 2 mesi e mezzo.

Tuttavia, è utile ricordare come questo indicatore sia l’ultimo ad adeguarsi a cambiamenti di tendenza della pandemia, sia in fase di crescita che in fase di diminuzione.

I grafici riportati nella Figura riassumono i dati fin qui discussi, mettendo in relazione lo stato attuale con tutte le ondate precedenti. Essi mostrano in maniera molto evidente le quattro ondate che ci hanno colpito negli ultimi due anni: la prima nella primavera del 2020, la seconda lo scorso anno a partire dall’autunno, la terza nella primavera del 2021 e la quarta questa estate. Le figure mostrano anche molto bene sia i valori più bassi dell’ultima ondata rispetto alle tre precedenti, sia la modesta entità dell’attuale ripresa (appena visibile), almeno per quanto è dato di vedere allo stato attuale dei fatti.



Guardando anche le esperienze all’estero, ancora una volta l’entità dell’eventuale nuova ondata dipenderà molto dal nostro comportamento. Dovremmo, infatti, guardare con attenzione a quanto accaduto nel Regno Unito dove, tolta improvvidamente ogni forma di restrizione già in luglio, oggi i dati rivelano più di 40.000 nuovi casi ogni giorno e un numero di decessi giornaliero pari a 135 in media settimanale. Tale nuova ondata ha costretto il governo britannico a considerare un poderoso piano “B” che comprenderà il ritorno a una chiusura almeno parziale del paese, l’imposizione di passaporti vaccinali per accedere ai locali al chiuso e il ritorno all’uso delle mascherine.

Nell’abbandonare ogni forma di restrizione in luglio il governo britannico aveva certamente fatto molto affidamento sull’andamento della campagna vaccinale, che era partita già in anticipo rispetto a quasi tutti gli altri paesi, ma che ha poi rallentato molto il suo ritmo, fermandosi ad oggi al 68% della popolazione (vaccinazione completa) e ha probabilmente ad oggi ridotto la propria protezione a quasi un anno dalle prime somministrazioni.

Nel nostro paese invece la campagna vaccinale è iniziata più tardi (e quindi protrae ancora i suoi effetti di copertura) e ha raggiunto ad oggi il 72% della popolazione e l’82% della popolazione vaccinabile. Inoltre nell’ultimo mese sta andando avanti spedita la campagna di distribuzione della dose di richiamo (booster), la quale ha già raggiunto circa 1 milione di italiani pari al 31,89% delle persone soggette a tale richiamo.

Tale situazione (e l’obiettivo ormai vicino di coprire il 90% della popolazione sopra i 12 anni) può farci affrontare più serenamente il rischio di una nuova ondata autunnale. Ma guardando a quanto accaduto al Regno Unito, non possiamo abbassare la guardia, dimenticando tutte le altre precauzioni.

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