Sembra una crisi inarrestabile, anche se non si tratta dello smottamento di cui si parlava da tempo ma di una lenta e costante erosione così che ogni giorno ha la sua croce per Luigi Di Maio, quella del Movimento 5 Stelle che dopo le polemiche per l’espulsione del senatore Gianluigi Paragone deve fare fronte all’addio di due altri deputati: Nunzio Angiola, professore di Economia tarantino, e il materano Gianluca Rospi, hanno deciso infatti di passare anche loro come altri colleghi al Gruppo Misto della Camera in polemica con la scarsa collegialità del capo politico grillino e anche con quella che hanno definito la gestione “verticistica e oligarchica” dei gruppi parlamentari da parte dei maggiorenti pentastellati. Se il primo aveva già annunciato questa sua scelta, pur avendo votato la fiducia al Governo Conte bis ma non votando la Legge di Bilancio (e attirandosi così le critiche da parte dei suoi colleghi), Rospi invece non era nemmeno presente in aula al momento del voto finale sulla Manovra di qualche giorno fa, anche se a onor di cronaca va detto che il diretto interessato si era subito giustificato parlando di un’assenza non dovuta comunque al dissenso verso le misure in quella contenute ma per via di “seri motivi familiari”. (agg. di R. G. Flore)



LUIGI DI MAIO NEL MIRINO, “SCARSA COLLEGIALITA'”

Diaspora M5s, i grillini perdono altri pezzi: anche Nunzio Angiola e Gianluca Rospi hanno deciso di abbandonare il Movimento, i deputati passano al Gruppo Misto. Dopo il passaggio di Ugo Grassi, Francesco Urraro e Stefano Lucidi alla Lega, senza dimenticare l’espulsione di Gianluca Paragone e la fuoriuscita dell’ex ministro Lorenzo Fioramonti, il partito guidato da Luigi Di Maio deve fare i conti con nuove defezioni. Ad ufficializzare l’addio sono stati i due parlamentari, che hanno messo nel mirino i vertici pentastellati. Angiola, deputato pugliese, ha accusato i “pezzi grossi” del M5s di essersi trincerati in una chiusura pregiudiziale nelle proprie granitiche convinzioni. Angiola non ha votato la Legge di Bilancio, sottolineando di aver manifestato vivo disappunto per «la compressione delle prerogative parlamentari e per l’approvazione di provvedimenti che, nella mia qualità di professore ordinario nell’Università, non potevo assolutamente accettare». Ma non solo: l’ormai ex grillino ha esternato scontento per «scarsa collegialità e scarsa attenzione ai singoli parlamentari, sia come persone sia come professionisti, con tutte le conseguenze che ciò può comportare in termini di “visibilità” dei territori nelle scelte legislative e di Governo».



M5S, NUNZIO ANGIOLA E GIANLUCA ROSPI DANNO L’ADDIO

Netta anche la presa di posizione di Gianluca Rospi, che come il collega ha deciso di passare al Gruppo Misto. Anche lui non ha votato la Legge di Bilancio ed ha manifestato disappunto per la mancanza di collegialità nelle decisioni all’interno del gruppo. E nel mirino finisce il leader Luigi Di Maio: «Non è più tollerabile una gestione verticistica e oligarchica del Gruppo parlamentare con il risultato che ristrette minoranze decidono per la maggioranza; il M5S non vuole più dialogare, con la base che si limita a veicolare le scelte prese dall’alto senza più essere portatrice di proposte», riporta l’Ansa. Rospi parla di una chiusura del M5s nei suoi confronti, assicurando di portare avanti le sue battaglie in Parlamento: «Mi preme rassicurare i cittadini, i Vescovi e i sindaci del mio Collegio ai quali dico che continuerò nell’impegno preso come parlamentare della Repubblica Italiana, questa volta però dal Gruppo Misto».

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