Tanta paura a Nuoro dopo che una bomba è esplosa creando non pochi danni. L’episodio è giunto negli ultimi minuti ed è raccontato da numerosi organi di informazione online, a cominciare da Fanpage, TgCom24.it e i vari media sardi. Secondo quanto emerso (ancora ben poco a dire il vero), l’episodio sarebbe avvenuto nella notte scorsa, quindi fra venerdì 15 e sabato 16 marzo, in quel di Ottana, in provincia di Nuoro, nella regione Sardegna. L’ordigno sarebbe esploso precisamente davanti all’edificio del Comune sardo, sito in via della Libertà.



Fortunatamente non si sono verificate vittime ne feriti, forse per via del fatto che la bomba sia esplosa durante la notte, quando in strada non vi era pressochè nessuno, ma in ogni caso la deflagrazione è stata sentita in tutto il paese, un comune decisamente piccolo, con poco più di 2.000 abitanti. La bomba, esplodendo, ha danneggiato in maniera importante il municipio a cominciare dall’ingresso e dagli ambienti interni. Immediato l’arrivo dei vigili del fuoco e dei tecnici che hanno subito provveduto a controllare se vi fossero dei danni strutturali, non riscontrando alcun problema rilevante fortunatamente, di conseguenza l’edificio non è stato dichiarato inagibile.



BOMBA ESPLODE A OTTANA, NUORO: IL COMMENTO DEL SINDACO

Sul posto sono arrivate anche le forze dell’ordine nonché gli artificieri dei carabinieri e anche il sindaco, Franco Saba. “Sono molto deluso – le parole del primo cittadino a caldo – e con me tutta l’amministrazione, Ottana non si merita questo”.

Il sindaco, come si legge su Fanpage, ha aggiunto: “continueremo a lavorare come abbiamo sempre fatto. Se qualcuno ha da lamentarsi lo faccia pubblicamente o venga da noi. Ci dimostri che non stiamo lavorando bene, ma noi continueremo così”. Sul luogo anche il Prefetto di Nuoro Giancarlo Dionisi, e nel contempo sono scattate subito le indagini per cercare di capire chi possa aver commesso quello che sembrerebbe un chiaro atto intimidatorio. Al momento comunque non è esclusa alcuna pista anche quella di una triste “bravata”.