Nuova Caledonia colpita da disordini e proteste contro la riforma elettorale voluta da Macron, la Francia costretta ad intervenire dichiarando lo stato di emergenza ed inviando le truppe per controllare porti ed aeroporti. Vietato anche l’uso di TiKTok e proclamato un coprifuoco per cercare di contenere le violenze. La decisione è arrivata dopo tre notti di scontri particolarmente accesi che hanno provocato centinaia di feriti e quattro morti. Gabriel Attal, primo ministro francese ha dichiarato che queste misure emergenziali, compreso il ban delle popolare App, sono necessarie al fine di conferire maggiori poteri alle autorità, perchè in caso di ulteriori scontri potranno più facilmente ordinare, perquisizioni, arresti e la reclusione di tutti coloro che verranno considerato come una minaccia all’ordine pubblico.



Come ha sottolineato il quotidiano Politico, queste decisioni in merito alla chiusura delle principali piattaforme social, non sono nuove per il governo Macron. La stessa soluzione infatti, era stata adottata quando erano scoppiate manifestazioni di protesta violente nella Francia metropolitana. Anche in quel caso c’era stato l’oscuramento di Snapchat e TikTok, accompagnato da numerose polemiche, anche di una parte della stampa, che aveva accusato Macron di agire come un regime autoritario per limitare la libertà di parola.



Nuova Caledonia, proteste degli indigeni contro la legge elettorale di Macron

Le rivolte in Nuova Caledonia sono scoppiate all’inizio della settimana dopo l’annuncio di una nuova proposta di legge decisa dal governo francese in merito al diritto di voto.  Per le elezioni nell’Isola del Sud pacifico, il nuovo programma prevede che potranno votare tutti i residenti da più di 10 anni. Questo ha fatto scattare la furia degli indigeni, che sostengono che con la nuova misura la minoranza dei nativi Kanak si indebolirà sempre di più.

Per questo le proteste sono state inizialmente guidate dal movimento indipendentista e da semplici manifestazioni di dissenso popolare si sono trasformate in breve tempo in vere e proprie sommosse violente, con saccheggio di negozi, spari contro la polizia e veicoli incendiati.  Azioni che hanno richiesto l‘intervento dei militari e la chiusura degli aeroporti. Tra i provvedimenti emergenziali anche un coprifuoco per evitare altri sconti e soprattutto la chiusura della più famosa App di condivisione video social TikTok.