DAL 5 GIUGNO ATTIVA LA NUOVA COSTITUZIONE APOSTOLICA DEL VATICANO

Dal prossimo 5 giugno il Vaticano vedrà attiva la nuova Costituzione Apostolica “Praedicate Evangelium” (“Predicare il Vangelo”), il testo corposo approvato lo scorso 19 marzo 2022 dopo quasi 9 anni di lavoro del Concilio Cardinalizio di Papa Francesco.



A spiegarne nel dettaglio le novità che tale Costituzione prevederà, ci ha pensato Mons. Marco Mellino, segretario del Consiglio Cardinalizio: avranno più valore le conferenze episcopali nazionali, «sono attualmente uno dei modi più significativi per esprimere e servire la comunione ecclesiale nelle diverse regioni insieme al Pontefice». L’annuncio del vescovo è stato dato nel dicastero di lunedì 9 maggio in Vaticano, poi pubblicato con un lungo editoriale sull’Osservatore Romano: «Il titolo del testo — Praedicate Evangelium (tratto dall’espressione di Marco 16, 15: il mandato affidato dal Risorto ai suoi discepoli) — è indicativo della prospettiva nella quale è stato operato il riordino dell’assetto della Curia Romana, volto a promuoverne il servizio a favore dell’evangelizzazione e operarne la conversione missionaria», scrive Mons. Mellino. La Costituzione prende forte spunto dall’esortazione apostolica “Evangelii Gaudium” di Papa Francesco, specie dove il Pontefice sottolineava «Anche il papato e le strutture centrali della Chiesa universale hanno bisogno di ascoltare l’appello ad una conversione pastorale». La nuova Costituzione Apostolica sostituisce quella attuale “Pastor Bonus” di Giovanni Paolo II (approvata nel 1988), modificata in più occasioni sia da Papa Benedetto XVI che da Francesco.



COSTITUZIONE VATICANO “PRAEDICATE EVANGELIUM”: COSA PREVEDE

Nella nuova Costituzione Apostolica, ha detto ancora il vescovo Mellino, le conferenze episcopali «non sono considerate strutture gerarchiche intermedie, ma piuttosto organismi di sussidiarietà, che non interferiscono con l’ufficio petrino o il governo delle Chiese particolari».

Il tema insistito e voluto dalla Santa Sede per la nuova Costituzione riguarda l’esercizio della “corresponsabilità nella communio”, «per il bene pastorale e il bene comune delle Chiese particolari attraverso l’esercizio congiunto di alcune funzioni loro proprie». L’impulso di Papa Francesco nella Costituzione ha provveduto a insistere nell’evitare l’idea che nelle Conferenze episcopali si eserciti il potere collegiale dei vescovi, «che può essere esercitato da loro solo quando tutto il Collegio è convocato»; conclude Mons. Mellino nel discorso di presentazione della “Praedicate Evangelium”, «facendo riferimento all’esercizio congiunto solo di ‘alcune funzioni pastorali’ e non tutte, il canone cerca di tutelare la responsabilità che per diritto divino i Vescovi hanno nei confronti della Chiesa affidata alle loro cure e di non intaccare il proprio potere che hanno nell’esercizio del loro ministero pastorale».