Una nuova foiba è stata scoperta nel sud della Slovenia. Si tratta di una delle più grandi e macabre: al suo interno scoperti 3.200 cadaveri di persone uccise dalla repressione del regime di Tito. La scoperta è stata resa possibile da una massiccia campagna di scavi commissionata tra giugno e ottobre dal governo in questa particolare area, Kocevskij Rog, un altipiano carsico vicino alla città di Kocevje. Questa zona è già nota per la sua triste fama di ospitare altre foibe che raccontano le terribile storia del regime jugoslavo di Tito.
Sono numerosi i dettagli che hanno destato orrore in questa foiba, che potrebbe essere la più grande fossa comune scoperta fino a questo momento. I cadaveri presenterebbero segni di arma da fuoco, quindi potrebbe trattarsi di una fucilazione di massa. In base ai primi dettagli diffusi, poi, sarebbero stati trovati degli scheletri lungo le pareti della foiba, forse un estremo tentativo di fuggire. Gli speleologi hanno poi rivenuto delle stampelle, un possibile indizio che nella foiba siano stati gettati anche degli invalidi di guerra. Dopo così tanto tempo e a causa dell’esposizione così prolungata agli agenti atmosferici, a oggi non è più possibile procedere a identificare gli oltre tremila cadaveri.
Scoperta nuova foiba: vittime forse di origine slava, perseguitate da Tito
Secondo gli esperti, le fonti suggeriscono che la strage avvenuta a Kocevskij Rog si possa collocare nel mese di giugno 1945. La nuova foiba appena scoperta è dunque testimone della repressione e della pulizia etnica operata da Tito e dai suoi partigiani non solo verso i cittadini italiani, all’epoca accusati di essere simpatizzanti del regime fascista, ma anche nei confronti di oppositori politici e di presunti collaborazionisti del Terzo Reich e dei fascisti. Si presume che la foiba di Kocevskij Rog contenga 3.200 corpi in gran parte di origine slava.
Al termine della seconda guerra mondiale, quando il regime comunista di Tito trionfò nell’ex Jugoslavia, gli oppositori al regime di origine slava e croata tentarono l’esodo in direzione dell’Austria, ma furono riuniti in un campo nella zona di Klagenfurt. Furono le truppe britanniche insediate nel Paese a disporne il ritorno in patria, in seguito alla sconfitta del Terzo Reich. Al rientro in Jugoslavia, però, gli oppositori furono additati come presunti collaborazionisti del fascismo e del nazismo e di conseguenza condannati a morte. Secondo le stime degli storici, trovarono la morte tra le 30.000 e le 55.000 persone soltanto tra la primavera e l’autunno del 1945.