Dopo aver trovato un accordo con il Parlamento europeo, i rappresentanti dei paesi dell’UE mercoledì 7 febbraio è previsto che voteranno sui nuovi standard di CO2 per i veicoli pesanti, come camion e autobus. Tuttavia, come riporta Euractiv, non è chiaro se si raggiungerà una maggioranza per la legge, poiché la Germania si asterrà dal voto, secondo fonti del settore. Poichè alcuni piccoli stati già si sa che voteranno contro, il ruolo di ago della bilancia spetterà all’Italia. Quest’ultima aveva precedentemente chiesto un meccanismo che vedesse l’espansione del numero di camion con motore a combustione consentita, poiché sostiene che l’adozione di alternative ai combustibili fossili dovrebbe riflettersi negli obiettivi.
L’accordo sui trasporti, siglato a gennaio, prevede una riduzione delle emissioni medie di CO2 dei nuovi camion di circa il 90% entro il 2040, con obiettivi intermedi del -45% entro il 2030 e del -60% entro il 2035. Nel progetto di legge, le emissioni sono misurate solo allo scarico, il che significa che i produttori dovrebbero vendere prevalentemente camion elettrici o a idrogeno. Sarà il partito liberale FDP a poter bloccare l’accordo sui nuovi standard di CO2 proposti per i camion che vedrebbero drasticamente ridotto il numero di camion diesel.
LE RAGIONI DELLA CONTRARIETÀ DEL PARTITO FDP ALLA LEGGE SUI TRASPORTI UE
La previsione contenuta nella legge UE sui trasporti che gli stati si apprestano a votare, secondo il partito tedesco FDP, non consentirebbe una sufficiente libertà tecnologica, impedendo la continuazione dei veicoli con motori a combustione interna che potrebbero funzionare con carburanti sintetici, noti come e-fuel. “Come sapete, noi dell’FDP siamo a favore dell’apertura tecnologica e vogliamo rendere possibile l’utilizzo di carburanti alternativi – tutti quelli che sono visti come combustibili alternativi ai sensi della direttiva sulle energie rinnovabili – per il trasporto pesante“, ha dichiarato a Euractiv Jan-Christoph Oetjen, membro dell’FDP al Parlamento europeo.
Intanto un portavoce del ministero dell’Ambiente tedesco si è mostrato più positivo, dichiarando lunedì sempre ad Euractiv che “i punti presentati dalla Germania nel corso degli ultimi mesi sono stati ampiamente presi in considerazione e non sono stati inclusi punti in contrasto con la posizione della Germania“.