Al momento viene esclusa l’ipotesi di un coprifuoco notturno o peggio di un lockdown locale nei centri più a rischio per i contagi Covid (Milano, Varese, Monza) ma la situazione in Lombardia resta in allarme: «in questo momento occorre fare molta attenzione e riuscire a gestire gli asintomatici, che sono tantissimi e devono essere posti in isolamento. Sono casi non facilmente intercettabili e stanno alimentando la crescita dei contagi», ha spiegato all’Adnkronos Salute il direttore generale della Sanità lombarda Marco Trivelli illustrando le possibili opzioni che venerdì prossimo il Cts potrà discutere assieme alla Regione. Si tratta di ingressi scaglionati a scuola per alleggerire la pressione sui traporti ma anche l’evitare affollamenti negli orari di punta con l’aumentare dello smart working: in estrema ratio si pensa anche alla chiusura anticipata di alcuni esercizi pubblici. Come ha spiegato anche Conte, Trivelli ribadisce come «la Regione può pensare di proporre misure più restrittive rispetto al Dpcm, vedremo se bisogna fare qualcosa». Il dg conferma la possibilità di una nuova ordinanza nei prossimi giorni con l’evoluzione del contagio: a Lombardia Notizie, spiega ancora Trivelli «A fronte di queste evoluzioni insieme ai direttori generali delle ATS, ASST e IRCCS delle Lombardia, e con i rappresentanti delle associazioni di categoria degli ospedali privati accreditati, stiamo lavorando per disporre un rapido incremento della disponibilità di posti letto dedicati ai pazienti Covid, in linea con quanto prevede il Piano regionale».



VENERDÌ NUOVO VERTICE CTS LOMBARDIA

Questo pomeriggio il Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana si è riunito in un vertice d’urgenza con il prefetto di Milano per valutare le possibili ipotesi circa nuove misure più restrittive nei prossimi giorni, a fronte dei numeri ben poco auguranti visti oggi nel bollettino Covid-19. Se da un lato – come ha ribadito il professor Matteo Bassetti a Rai News24 – bisogna sottolineare che il rapporto tra positivi e abitanti non vede particolari allarmi maggiori rispetto ai mesi duri della fase 1, dall’altro le autorità vogliono evitare di portare stress alle strutture sanitarie (con l’ospedale Fiera Milano che attende l’attivazione laddove vi sia particolare emergenza): la Regione ha così fissato venerdì la nuova riunione del Comitato tecnico-scientifico della Lombardia per fare il punto sulla situazione dei contagi in regione. Sotto i riflettori le provincie di Milano, Monza, Varese dove i casi sono da giorni in rapida ascesa: da quanto filtra all’Ansa, non si parla di mini lockdown bensì di inasprire le misure al momento esistenti come scaglionamenti negli ingressi a scuola, chiusura anticipata dei locali e trasporti pubblici. Raggiunto da Radio Popolare, il virologo Fabrizio Pregliasco dell’ospedale Galeazzi non esclude però un’ipotesi di quanto visto anche a Madrid, Parigi e altre città europee: «lockdown a Milano potrebbe essere possibile. Immaginiamolo come scenario. Lo ha fatto Boris Johnson in Inghilterra per le principali città, ma anche la Francia lo sta immaginando. Purtroppo non vedo perché noi dovremmo essere esentati». Non solo, l’esperto aggiunge nell’intervista «Posso temerlo e bisogna immaginarlo e pianificarlo, prendere interventi minori e avere soprattutto capacità di ridurre tutto ciò che è un contatto inutile, che in questo periodo va davvero posposto a periodi migliori». L’ipotesi è che si attenda l’evoluzione dei prossimi giorni fino al weekend per capire quali potenziali misure saranno imposte dalla prossima settimana, forse anche con una nuova ordinanza regionale (non esclusa tra l’altro dal Premier Giuseppe Conte nel suo punto stampa a Capri).



POSSIBILE NUOVA ORDINANZA IN LOMBARDIA

L’allarme era già scattato ieri nella riunione tra Regione Lombardia e il Cts regionale guardando ai contagi e alla risalite delle terapie intensive (+32 in sole 24 ore ma anche frutto anche dei numeri del weekend giunti in ritardo), ora però la situazione si fa seria e a Palazzo Lombardia si studiano eventuale nuove misure restrittive oltre il Dpcm 13 ottobre varato dal Premier Conte. La Regione ha comunicato infatti in anticipo rispetto al bollettino classico delle ore 16 che oggi sono segnalati 1.844 nuovi casi di contagio, a fronte di 17 morti (ieri erano soltanto 6): a spaventare è l’incremento improvviso di 70,7% positivi nelle ultime 24 ore (ieri i contagi erano stati 1080). Gli altri dati comunicati dall’Agenzia Aria e da Regione Lombardia vedono 865 nuovi guariti (su 84.415), 64 terapie intensive (+2 rispetto a ieri) e 645 ricoverati in reparti Covid, aumento di 99 unità rispetto alla giornata di martedì. Il tutto a fronte di +29.048 tamponi, ben 12mila in più rispetto alla giornata di ieri (con 17.186 test processati).



NUOVA ORDINANZA LOMBARDIA? GLI SCENARI

Si rischia così una nuova ordinanza della Regione Lombardia nelle prossime ore (il 15 ottobre scadrà la precedente ordinanza sull’obbligo mascherine all’aperto), una volta sentito il parere del Presidente Fontana, dell’assessore al Welfare Giulio Gallera, degli esperti scientifici e ovviamente anche del Ministero della Salute per eventualmente coordinare le misure. Al momento non si hanno notizie in più sul contenuto di queste ripetiamo possibili ma non ufficiali misure per limitare il contagio da Covid-19 in regione: «La pressione negli ospedali sta salendo rapidamente e bisogna stare molto attenti. La situazione a Milano è critica. Abbiamo pochissimo tempo per intervenire e invertire la tendenza. È un dato di fatto che le zone della Lombardia più colpite in primavera lo sono meno ora in termini di crescita delle infezioni. Pur non essendoci da nessuna parte una immunità di gregge, è chiaro che abbiamo più persone immuni nella bergamasca, nel lodigiano o a Brescia», ha spiegato a Fanpage il responsabile del reparto di rianimazione dell’Ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli. Assieme agli allarmi che si aggiungono a livello nazionale – è sempre di oggi l’avvertenza dell’esperto elidemiologo dell’Iss Patrizio Pezzotti, «Tra due settimane avremo 100 morti al giorno» – sono le parole dette ieri da Fontana nella riunione con il Cts a sottolineare i possibili ambiti di una eventuale nuova ordinanza regionale: «Nel leggere, finalmente, il Dpcm, prendo atto con rammarico che non vengono affrontati temi fondamentali come la didattica a distanza per le classi superiori e l’affollamento dei mezzi pubblici, laddove l’inizio delle scuole e la mobilità pubblica si sono rivelati due degli aspetti che più hanno influenzato l’aumento della curva epidemiologica». Dai locali ai mezzi pubblici, dalle scuole fino alle attività non essenziali: le discussioni sono in corso e non è detto che si arrivi per forza ad una nuova ordinanza, ma di certo il problema e l’allarme è lanciato con i riflettori delle autorità sanitarie tutti sui prossimi bollettini.