Svolta importante nel trattamento di una misteriosa sindrome infiammatoria nei bambini legata al Covid. Secondo quanto riferito da un esperto in pediatria, “non dovrebbe più essere fatale”. Lo riporta il Telegraph citando la testimonianza del dottor Karyn Moshal, esperto in malattie infettive pediatriche presso il Great Ormond Street Hospital (Gosh) di Londra, secondo il quale i giovani che mostrano sintomi presentano una ripresa nel giro di 2-5 giorni. Lo scorso aprile si era verificata una vera e propria emergenza dopo le numerose segnalazioni di bambini che, in seguito al contagio da Covid-19 avevano manifestato la necessità di cure intensive. Questo aveva portato anche alla chiusura immediata delle scuole a causa del panico che si era giustamente diffuso tra i genitori.



Adesso però giungono notizie confortanti da parte del dottor Moshal per il quale ora “non ci si aspetta più che la malattia sia fatale” grazie ad una combinazione di trattamenti sviluppata dai medici. “Era un fenomeno nuovo di zecca e abbiamo dovuto prendere decisioni rapide in assenza di prove”, ha commentato il medico. “Un’équipe multidisciplinare e multiospedaliera ha progettato un piano di trattamento con farmaci che, secondo le prove, funziona bene sia nella sindrome da shock tossico che nella malattia di Kawasaki”, ha proseguito. Per far fronte all’emergenza è stata usata “l’immunoglobulina endovenosa insieme al metilprednisolone, un preparato steroideo simile al farmaco che Oxford stava testando (desametasone)”. Nei casi più gravi è stata associata in aggiunta anche una terapia immunomodulante. Il trattamento insieme al necessario monitoraggio sono risultati una strategia vincente.



NUOVA SINDROME NEI BAMBINI LEGATA AL COVID: I SINTOMI

In Gran Bretagna sono stati numerosi i bambini positivi al Covid e trattati per sindrome infiammatoria pediatrica multi sistemica. Le prime segnalazioni sono giunte lo scorso marzo quando 8 bambini – di cui sei di origine afro-caraibica – furono portati d’urgenza all’ospedale pediatrico londinese. Uno di loro – un 14enne – purtroppo non ce la fece. Tutti si presentarono con i medesimi sintomi: febbre alta, eruzioni cutanee, occhi rossi, gonfiore e dolore generale. La misteriosa malattia ha mostrato alcune analogie con la rara sindrome da shock tossico e con la malattia di Kawasaki. In quest’ultimo caso i piccoli pazienti colpiti hanno un’eruzione cutanea e ghiandole gonfie nel collo, oltre a labbra secche e screpolate.



Questa sindrome infiammatoria, tuttavia, ha colpito anche pazienti più grandi fino ai 16 anni. Secondo gli esperti consiste in una sorta di risposta immunitaria disordinata all’infezione, che si traduce in una grave malattia e talvolta in uno shock. “Questo contrasta con la maggior parte dei casi che abbiamo visto di Covid-19 nei bambini, dove di solito è molto lieve. In un numero molto piccolo di casi in cui i bambini hanno, o hanno avuto, il Covid-19, sperimentano una ‘sovra-reazione disordinata’ del loro sistema immunitario che si traduce in una grave malattia”, ha detto al Telegraph il dottor Moshal. “Abbiamo notato uno schema di sintomi e segni clinici in un certo numero di pazienti in un breve periodo di tempo, che sembrava indicare una nuova sindrome da malattia, distinta dalla malattia di Kawasaki e dalla sindrome da shock tossico, e abbiamo inviato avvisi in tutto il mondo”, ha spiegato. Il suo staff è stato il primo a identificare e trattare questo fenomeno riconosciuto come una sindrome del tutto nuova.