La nuova sottovariante del virus Covid-19 è stata chiamata Eris ed è attualmente la più diffusa in circolazione nel mondo e particolarmente dominante negli Stati Uniti. Secondo gli esperti potrebbe poi mutare nuovamente nel corso dei prossimi mesi e potrebbe diventare più aggressiva rispetto a quanto riscontrato fino ad oggi sui pazienti con tampone positivo. I sintomi per riconoscerla sono molto simili a quelli di un comune raffreddore, senza presenza di febbre, ma i medici avvertono di non sottovalutare alcun segno, specialmente un eventuale aggravarsi delle condizioni respiratorie, specialmente se ad esserne colpiti sono bambini o soggetti fragili. Bisogna quindi monitorare attentamente l’evoluzione in caso di comparsa di naso chiuso o che cola, mal di gola, tosse, mal di testa, perdita della voce e dolori articolari.
Mentre sembrano essere indeboliti o quasi scomparsi i sintomi tipici delle prime ondate di Covid, come ad esempio quelli gastrointestinali o la perdita del gusto e dell’olfatto. Come avverte l’Istituto Superiore di sanità il rischio è quello che presto il virus diventi predominante anche in Italia e possa far registrare un boom di contagi, soprattutto in vista della stagione autunnale.
Variante Covid Eris, pronto il nuovo vaccino: sarà disponibile a ottobre
Per contrastare una possibile prossima epidemia della variante Covid Eris, entro ottobre sarà disponibile un nuovo vaccino, che ha ricevuto il via libera dall’Ema per la somministrazione, e cioè quello aggiornato a XBB.1.5 di Pfizer e BioNTech. Sarà raccomandato per categorie fragili, operatori sanitari e donne in gravidanza. Contemporaneamente si stanno portando a termine alcuni studi per valutare quale sarà la prossima mutazione del virus soprattutto per analizzare le probabilità che questa diventi più pericolosa con l’evoluzione.
In base ad una recente ricerca condotta dall’università di Tokyo sui criceti, sembrerebbe che Eris abbia le potenzialità per diventare più aggressiva a livello polmonare. Al momento si tratta solo di un’ipotesi da confermare, ma la variante è già stata segnalata come “di interesse” dall’Oms, pertanto restano valide le misure e le raccomandazioni utili ad evitare e contenere i contagi, per scongiurare il rischio di manifestazioni più severe in alcuni pazienti.