Il governo della Nuova Zelanda ha dichiarato guerra ai roditori, in particolare a topi e ratti, per salvaguardare le specie locali a cominciare dagli uccelli nativi. L’obiettivo ambizioso, come si legge sul sito della Bbc, liberarsi di tutti questi ospiti indesiderati entro il 2050. Come detto poc’anzi si cercherà di tutelare le specie autoctone e originarie dell’isola che sono in serio pericolo per via appunto della presenza dei topi: prima del loro arrivo la splendida isola del continente australiano era un’esplosione di biodiversità, ma con la proliferazione di ratti e topi sono state prese di mira le uova di numerosi uccelli che nidificano a terra, moltiplicandosi senza fine.



Di fatto secondo il governo la loro colonizzazione avrebbe eliminato circa un terzo delle specie autoctone fra cui anche i piccoli kiwi che sono gli uccelli simbolo della Nuova Zelanda. A confermare la razzia dei roditori è stata anche la tecnologia, a cominciare da delle telecamere a infrarossi che sono state posizionate a partire dagli anni 2000 e che mostrano appunto l’andazzo di topi e ratti durante le ore notturne.



NUOVA ZELANDA, UCCIDERE I RATTI PER SALVARE GLI UCCELLI NATIVI: ECCO IL PROGETTO PREDATOR FREE 2050

Per questa ragione il governo ha dato vita al progetto Predator-Free 2050 con l’obiettivo di eliminare tutti i roditori e le specie alloctone che sono arrivate sull’isola, salvando invece gli uccelli di terra. Il movimento è nato in maniera locale ma ha conquistato sempre più associazioni, arrivando alla fine ad ottenere anche l’appoggio del governo: obiettivo, salvaguardare la fauna originaria e cacciare gli animali invasori.

Ovviamente tale decisione, per certi versi drastica, ha fatto storcere il naso a qualcuno visto che, se da una parte uccidendo tutti i roditori si potranno salvare gli uccelli autoctoni, dall’altra potrebbe comunque causare sofferenza e violenza verso gli animali, e ciò non fa proprio sorridere i numerosi gruppi di ambientalisti neozelandesi. Questi ultimi preferirebbero soluzioni meno drastiche tenendo conto tra l’altro che ratti e topi sono stati portati sull’isola dall’uomo.