L’imposizione di nuovi limiti ai pagamenti con il contante (da oggi il tetto è sceso da 3.000 a 2.000 euro) è l’ultimo dibattito estivo italiano; il contante sarebbe da limitare perché il suo uso nasconde corruzione, evasione e crimini. Una tesi di facile presa sul “grande pubblico”, ma molto insidiosa. La grande evasione, la grande corruzione e il grande crimine non passano dai contanti e hanno a disposizione un’infinità di strumenti tutti legali, dai paradisi fiscali alla nuova moneta elettronica, per ottenere con costi e fastidi molto inferiori quello che si ottiene con il contante. Al limite e nella migliore delle ipotesi, queste misure colpirebbero i “ladri di polli” spesso, tra l’altro, sulla linea di galleggiamento della sopravvivenza economica.



Il limite ai pagamenti con contanti è certamente “repressivo” per le categorie più deboli e infatti gli altri Paesi europei si guardano bene dal seguire lo Stato italiano su questa linea sapendo che “colpirebbero l’economia”. In Germania, come da lunga tradizione di un Paese che entrò nell’euro con la banconota dal maggior valore (1.000 marchi) non ci sono limiti ai contanti. Lo stesso vale per Austria e Regno Unito. In Francia il limite è il triplo di quello che ci sarà in Italia, 1.000 euro dal primo gennaio. In Germania la quota di mercato dei pagamenti elettronici è la più bassa d’Europa. Lo diciamo solo per confutare le tesi balzane del primato continentale sull’evasione del non contribuente italiano.



La Banca centrale europea ha chiesto al Governo di essere consultata sui nuovi limiti in una lettera di fine 2019 da cui si evince abbastanza chiaramente il disappunto per le scelte italiane. Per la Bce “bisognerebbe dimostrare chiaramente che tali limitazioni permettano, di fatto, di conseguire la dichiarata finalità pubblica della lotta all’evasione fiscale”. Insomma, si può fregare il risparmiatore italiano, ma la Bce comprende che queste norme non solo hanno poco a che fare con la lotta all’evasione, ma infliggono danni sull’economia reale penalizzando proprio i più deboli. La Bce capisce che i limiti hanno effetti negativi che possono di gran lunga sorpassare quelli, supposti, positivi: “I pagamenti in contanti agevolano l’inclusione dell’intera popolazione nell’economia consentendole di regolare, in tal modo, qualsiasi transazione finanziaria”. I soggetti più fragili e ai margini verrebbero sicuramente “puniti”.



La questione è un’altra. C’è una premessa e una falsità nella narrazione attuale. La premessa è che le politiche delle banche centrali di tassi zero se non negativi hanno reso il costo opportunità di detenere banconote nullo. Siccome i soldi sul conto corrente non rendono niente e i tassi che si possono prendere su un’ampissima fascia di strumenti finanziari sono nulli se non negativi, tenere i soldi “sotto il materasso” costa niente. La falsità è che la moneta elettronica sia equivalente alle banconote. Chiedete ai correntisti di una banca fallita o ai detentori di una carta di credito “emessa” da ex stelle del listino tedesco se la moneta elettronica sia equivalente a una banconota. La risposta è no perché tra voi e la moneta elettronica c’è una controparte in più, mentre tra voi e una banconota solo, al limite, una banca centrale.

Anche qua citiamo dalla lettera della Bce, secondo cui “i pagamenti in contanti sono sempre disponibili; ciò riveste particolare importanza in caso di indisponibilità dei pagamenti elettronici.” Insomma, tutte obiezioni tutt’altro che sovraniste o “sospette”. Tra i supporter del Governo c’è un signore, Renzi, che da primo ministro e segretario del Pd alzò i limiti nel tentativo di rilanciare la crescita e sburocratizzare. Per dire che su questa vicenda le perplessità sono “trasversali”.

Allora perché il Governo italiano, contro i consigli della Bce, va avanti tutta sui limiti ai contanti? In tempi di deficit a doppia cifra, di crisi economica e di costi azzerati per detenere banconote, fare la patrimoniale senza limiti al contante è molto più complicato. Gli italiani, che non si fidano dei governanti, avrebbero la tentazione irresistibile di prelevare euro, metterli in cantina e salvare la rendita dalle pretese di un fisco che non sa come far quadrare i conti e continuare a pagare pensioni e salari pubblici in un’economia che sprofonda e in cui tutto si può toccare tranne la burocrazia. Gli italiani, anche quelli che non vanno al seggio, votano la “propria fiducia nel Governo” prelevando i soldi. Gli italiani “votano” la rivoluzione liberale imponendo al fisco un dimagrimento che invece non sta avvenendo mentre si assiste a carrettate di concorsi. Facciamo presente, a proposito della buona fede di chi approva i limiti, che sul conto corrente si continueranno a pagare le imposte e che non sono previsti aiuti per gli emarginati, gli artigiani più fragili e così via.

C’è forse un’altra ragione, non esplicitata, della contrarietà della Bce. Durante la crisi greca i cittadini ellenici che fecero ore di coda agli sportelli per prelevare i contanti nei fatti crearono le premesse per rendere non inevitabile il ritorno alla dracma. C’erano in giro insomma abbastanza euro per creare un’economia parallela e rendere la conferma dell’euro, più o meno, compatibile con la sopravvivenza dei greci. In un mondo dove tutto è elettronico cambiare valuta dal sabato sera alla domenica mattina sarebbe facilissimo. Una scorciatoia con cui un Governo potrebbe imporre una svolta epocale senza troppi problemi. Oggi la scorciatoia per la patrimoniale o per qualsiasi forma di segregazione monetaria dell’Italia all’interno dell’euro viene approvata da questo Governo nella convinzione che al potere rimarranno sempre i “buoni”. La vita però è strana e non si può mai sapere. Anche in questo caso, forse, la Bce è più realista dei nostri governanti. È un po’ come chi cambia oggi la legge elettorale pensando di avvantaggiarsene domani. Poi bisogna tenere in piedi un Governo con lo scotch altrimenti i cattivi hanno i “pieni poteri”. Così i limiti ai contanti di oggi potrebbero rendere molto facile, domani, alcune “rivoluzioni” dei cattivi che oggi sono efficacemente esclusi da qualsiasi potere reale.