Siamo davanti a un cambiamento dei sintomi del coronavirus: non più febbre, polmoniti, perdita di gusto e olfatto, che fino a poco tempo fa indicavano la presenza del Covid, bensì nausea, problemi intestinali, mal di testa e di gola, febbre leggera. Sintomi che si evidenziano poi nei giovani, cioè in pazienti di età minore rispetto alla media e alle precedenti ondate. Si tratta di una novità ancora in fase di studio, ma sembra legata alle tante varianti del virus, il che rende più difficile per i medici di famiglia capire di cosa si tratti.



Ne abbiamo parlato con il dottor Alberto Oliveti, presidente Enpam (Ente nazionale di Previdenza ed Assistenza Medici)che ci ha detto come “il periodo che stiamo vivendo, la primavera, è da sempre caratterizzato da virus para-influenzali che non sono virus influenzali veri e propri. Questo genera confusione nelle diagnosi, però sono anche sintomi relativamente positivi, perché a differenza di prima il virus non aggredisce più i nervi cranici”.



Minore presenza di tosse secca, febbre più bassa, maggiore senso di nausea e spossatezza e anche sintomi di natura intestinale. C’è allarme tra i medici di base per una nuova evoluzione dei sintomi da Covid. Risulta anche a lei?

Sì, siamo davanti a una diagnosi differenziale con altri disturbi virali. Risulta che i sintomi della sindrome influenzale si stanno modificando. Quindi i dolori articolari e muscolari e soprattutto quelli allo stomaco, disturbi intestinali e spossatezza fisica, febbricola stanno prendendo piede in riferimento a quella che prima era una caratteristica importante del Covid, cioè la riduzione del gusto e dell’olfatto.



Questo dipende dalle varianti del virus? Come si spiegano dal punto di vista sanitario?

La sindrome simil influenzale prevede una triade così composta: febbre, disturbo respiratorio e disturbo di tipo generale. Debolezza degli arti, disturbi gastro-intestinali. Quella che in inglese viene chiamata “illness light influence”, cioè influenza meno grave, malattia simile all’influenza, caratterizzata anch’essa da tre effetti: un disturbo respiratorio, mal di gola che può andare dalla raucedine alla tosse fino a evoluzioni più importanti, e un disturbo generale che è la febbre con disturbi legati ad altro, muscolari, gastro-intestinali abbinati alla spossatezza.

Qual è la differenza fondamentale dai precedenti disturbi provocati dal virus?

Questa sindrome che dà il virus nella fase iniziale si caratterizza per una componente in riferimento al disturbo gastro-intestinale, mentre sembra quasi del tutto scomparso il disturbo neurologico, che interessa i nervi cranici, con perdita del gusto dell’olfatto, ma in alcuni casi anche dell’udito e disturbi del movimento dell’occhio. Abbiamo 12 paia di nervi cranici, questi disturbi significavano che il virus aggrediva proprio quelli encefalici.

In sostanza, è peggio o meglio ora?

Il fatto che ora il Covid dia disturbi gastro-intestinali e siano calati quelli ai nervi cranici credo sia relativamente positivo. Potrebbe far pensare che i danni neurologici siano meno probabili, ma siamo nel campo delle ipotesi.

I disturbi intestinali sono tipici di questo periodo dell’anno, come si fa a capire che sono invece legati al Covid?

Ci sono tanti virus para influenzali, soprattutto l’influenza di tipo B, simili all’influenza ma che non lo sono che danno disturbi gastro-intestinali.

Per cui cosa consiglia a chi soffre di questi sintomi?

Consigliamo l’attesa vigile sui sintomi e l’attenzione se appaiono complicazioni respiratorie, come la tosse insistente con accompagnamento di desaturazione dell’ossigeno. Dopo un breve test di marcia e uno a riposo, si può valutare il corretto intervento. La prima comparsa dei disturbi intestinali non esclude che ci troviamo davanti a un caso di Covid. Tra l’altro, si sta abbassando in generale l’età delle persone colpite dal virus, per cui stiamo osservando ogni tipo di variazione.

Il vaccino in queste condizioni è sconsigliato?

Sì, se c’è febbre non ci si può vaccinare. Basta un accenno febbrile per non vaccinare, non sarebbe un danno assoluto, ma meglio essere prudenti.

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