Matteo Salvini contro la Cina e i Paesi che non rispettano le norme ambientali e i diritti dei lavori. Il nuovo codice degli appalti varato dal ministro e vicepremier mette all’angolo gli Stati che inquinano: a partire dal 1° luglio, la norma che obbliga le imprese pubbliche ad acquistare da chi rispetta l’ambiente e i lavoratori. “Altrimenti partiamo svantaggiati, perchè progettiamo e realizziamo infrastrutture green e poi andiamo a prendere materiali da Paesi che tanto green non sono…”, il pensiero di Salvini riportato da Libero.



In altri termini, Cina e India sono avvisate. Sia per quanto riguarda i metodi di produzione, sia per il costo della manodopera. Le ditte infatti sono spesso favorite dalle paghe da fame e dalle condizioni di lavoro inaccettabili, per questo motivo nel nuovo codice degli appalti viene data maggiore discrezionalità sulla qualità della spesa rispetto al prezzo più basso.



Il nuovo codice degli appalti: cosa cambia?

Salvini ha così sfidato apertamente le nazioni che inquinano di più e che non garantiscono i basilari diritti ai lavoratori. Ma non è tutto. Il segretario federale della Lega ha ribadito il suo impegno per la corsa di Roma ad ospitare Expo 2030. Per quanto concerne il Pnrr, Salvini ha contestato la scelta di escludere dalle linee di finanziamento il sistema aeroportuale, promettendo una dura battaglia.

Un altro pallino del ministro delle Infrastrutture è il Ponte sullo Stretto: “Per la Calabria non pensiamo solo al Ponte sullo Stretto, ma anche a nuove ferrovie e a strade migliori, come la 106 e la A2”.



Velocizzare e sbloccare, il mantra di Salvini. Nel corso del suo intervento all’inaugurazione della nuova area di imbarco dell’aeroporto Leonardo Da Vinci a Fiumicino, il titolare dei Traspirti ha stigmatizzato qualsivoglia ipotesi di aumento delle tasse: “In maniera erronea il Pnrr ha escluso gli aeroporti in quanto fonti inquinanti. Io avrei fatto il ragionamento contrario: siccome emettono andiamo a investire per permettere agli aerei di inquinare meno. Mi opporò in sede europea a qualsiasi aumento della tassazione”.