VIA LIBERA ISCRITTI M5S AL NUOVO CODICE ETICO DI CONTE: COSA CAMBIA

Con la stragrande maggioranza dei votanti (24.088 sui 25.613 che hanno partecipato al voto su piattaforma SkyVote), la base M5s ha approvato il nuovo Codice Etico proposto dal Presidente Giuseppe Conte: un nuovo tassello che nei fatti e nei modi avvicina sempre di più il Movimento 5Stelle ad un vero e proprio partito “tradizionale”. Il “Comitato Direttivo” viene cambiato in “Presidente”, facendo subito capire che il “nuovo” M5s sarà sempre più appannaggio del capo politico e sempre meno collegiale: l’indirizzo politico del M5s non rimarrà completamente in mano agli iscritti, che prima ne erano comunque solo formalmente ‘arteficiZ’, ma sarà tale «così come determinato dal presidente». Cioè da Conte.



La scelta del nuovo Codice Etico era stata vidimata dal Comitato di Garanzia a maggioranza: il motivo della non unanimità è che Virginia Raggi ha votato contro, mentre Roberto Fico e Laura Bottici (entrata al posto di Luigi Di Maio dopo la scissione, ndr) hanno vidimato l’azione di Conte. «Le modifiche sono puntuali e, per buona parte, necessarie al fine di renderlo compatibile con le previsioni contenute nel nuovo statuto (ad esempio, sono stati aggiornati i riferimenti al capo politico/presidente, alla Carta dei principi e dei valori e alle piattaforme informatiche utilizzate e sono state recepite le richieste di modifica sollecitate dalla “Commissione di garanzia per gli statuti e per la trasparenza dei partiti”). Altre modifiche sono state dettate dalla necessità di adeguarlo alle nuove esigenze», così aveva spiegato Conte lanciando il voto sul nuovo Codice Etico tenutosi nella giornata di ieri.



“SUPERPOTERI” A CONTE E STOP SCONTRINI: LE NOVITÀ

A chi all’interno del M5s – vedasi ad esempio la stessa Raggi – contestava il nuovo Codice Etico e il nuovo Statuto come permissivi di “superpoteri” delegati al Presidente, l’ex capo politico Vito Crimi all’Adnkronos ha provato la smentita di rito: «È una lettura distorta. non un solo potere in più al presidente del M5s rispetto a ieri. Semplicemente, quando si parla di ‘comitato direttivo’, si intende l’organo di direzione, l’organo apicale, il rappresentante legale, che prima era il capo politico, poi il comitato direttivo (mai eletto tra l’altro), poi il presidente, ma di fatto sono le stesse facoltà che si sono succedute. Quindi, ogni dicitura ‘comitato direttivo’ è stata sostituita con ‘presidente’. Casomai, viene citato in più il consiglio nazionale che prima non c’era. Non è cambiato assolutamente niente anche perché il codice etico non potrebbe dare poteri in più al presidente non previsti da statuto».



In realtà i poteri sembrano sempre più delegati al Presidente, specie guardando alle scelte pattuite sul tema rendicontazioni e restituzioni economiche, due delle “basi” storiche del Movimento 5Stelle di Grillo e Casaleggio (ah, a proposito, il contratto del Garante è stato rinnovato con la cifra importante di 300mila euro, riporta “La Repubblica”). Nel nuovo Codice Etico M5s, i tfr e le indennità di funzione degli eletti si potranno tenere in parte, una cifra la cui definizione completa viene però rimandata ad un altro regolamento. Liquidazione di due legislature e indennità di carica – che nel M5s pre-Conte non si poteva tenere – si potranno richiedere retroattivamente. Le restituzioni saranno di 2mila euro al mese da versare al partito e 500 euro di fondo per la beneficenza: sparisce infine l’intero sistema di rendicontazioni che era stringenti ai primi tempi del Movimento 5Stelle. Come scrive “Rep”: «Ai tempi di Casaleggio, prima Gianroberto e poi Davide, c’era il sito per le rendicontazioni. Ogni eletto era tenuto a elencare le spese sostenute per la propria attività, i famosi scontrini e bonifici sui quali qualcuno arrivò a barare. Quell’epoca è chiusa definitivamente. Sparisce anche la sanzione a carico degli eletti espulsi dal Movimento 5 Stelle o comunque fuoriusciti». Tra alcuni esponenti della base M5s resta poi la polemica sui soldi dell’affitto da 12mila euro che costa al mese la nuova sede romana del M5s voluta da Conte: non solo, il budget totale degli eletti è stato tagliato da 300 a 80 visto il taglio dei parlamentari, misura tra l’altro portata avanti proprio dal M5s.