Non ci sarà Mario Draghi domani nel vertice tra Governo e Regioni per discutere del nuovo Decreto Covid e del piano vaccini: la conferma è arrivata dal Presidente della Conferenza Regioni (e Governatore Emilia Romagna) Stefano Bonaccini, intervistato da “Mezz’ora in più” su Rai3. «Domani ci occupiamo del piano vaccinale con il ministro Gelmini, il generale Figliuolo e il capo della protezione civile Curcio», mentre nei prossimi giorni servirà un nuovo incontro «a cui parteciperà anche il ministro Franco sul tema del Recovery Plan».
La presenza di Draghi invece dovrebbe essere confermata per la settimana dopo Pasqua, tra il 6 e il 7 aprile, «incontreremo il presidente Draghi in persona con alcuni ministri per fare il punto su queste due sfide (vaccini e Recovery, ndr), su cui gli italiani giudicheranno il governo». Ancora Bonaccini sottolinea come non sia giusto che le Regioni possano “allentare” le restrizioni sulle scuole chiuse, «possono eventualmente restringere ulteriormente a fronte di casi particolari nella propria regione. Per quanto mi riguarda mi attengo a quel che ha deciso il Governo e in Emilia-Romagna dopo Pasqua riapriremo fino alla prima media». Diversa la tesi e la visione del suo vice alla Conferenza, il Governatore ligure Giovanni Toti «Nessuno vuole riaprire il Paese a dispetto dei numeri. E tutti ci rendiamo conto che la situazione ancora oggi non è facile. Ma questo non può e non deve impedire di guardare al futuro: invece di dire ‘chiudiamo tutto e poi vediamo’ potremmo stabilire una serie di date, una road map, verso la ripartenza, sempre che i dati ci confermino via via la possibilità di farlo». Ancora più incisivo poco dopo, sempre Toti «E’ possibile immaginare che, come già accaduto, nelle prossime settimane, con l’avanzata del caldo, della possibilità di stare di più all’aperto con le vaccinazioni che aumenteranno, i contagi diminuiranno più rapidamente dello scorso anno. Dunque, se lo scorso anno abbiamo cominciato a riaprire nel mese di maggio, forse potremmo anche anticipare un po’. Perché non ci diamo da subito delle regole e delle date? Io credo che dopo la Pasqua si possa fare».
NUOVO DECRETO COVID: DRAGHI “APRE” ALLA LEGA
Se nella conferenza stampa di venerdì scorso Mario Draghi aveva nettamente “stoppato” l’invito della Lega a ipotizzare qualche riapertura nel prossimo Decreto Covid (in vigore subito dopo la Pasqua, dal 7 al 30 aprile), col passare delle ore pare più possibile una linea di “apertura graduale” alle tesi di Salvini anche a Palazzo Chigi. L’iter verso il nuovo provvedimento che sostituirà Dpcm e “vecchio” Decreto Covid procede e domani ci sarà l’incontro Governo-Regioni alla presenza del Presidente Draghi per delineare gli ultimi punti sulla bozza presentata dall’esecutivo e pronta al Cdm tra martedì e mercoledì.
L’Italia resta “chiusa” anche per la maggior parte di aprile, salvo la riapertura di scuole elementari e prima media dal 7 aprile prossimo: ma davanti all’invito ulteriore giunto dal Carroccio, le posizioni di Draghi sembrano secondo le anticipazioni del Corriere della Sera ammorbidirsi. «Lavoriamo con il presidente Draghi perché dopo Pasqua si riaprano le attività nelle città italiane fuori dall’emergenza. Salute e lavoro devono camminare insieme», ha spiegato Matteo Salvini oggi un breve video caricato sui social. Da Palazzo Chigi l’input non sarebbe di completa bocciatura, anzi.
COSA POTREBBE RIAPRIRE DA METÀ APRILE
Per responsabilità verso il Paese, ma anche per andare incontro alle istanze del Centrodestra (che parlano a nome di aziende, imprese, lavoratori, settori chiusi e famiglie devastate dai lockdown e non solo dal Covid), il premier Draghi avrebbe chiesto agli scienziati del Cts di monitorare «giorno per giorno» i dati dei contagi, sulla cui base è «pronto a intervenire pragmaticamente». E così la struttura del nuovo Decreto Covid potrebbe prevedere una cornice normativa che permetta allentamenti a partire dalla metà di aprile su tutto il territorio nazionale, laddove le situazioni lo consentano: non solo obbligo vaccinale per i sanitari, il provvedimento del Governo dovrebbe prevedere da un lato l’abolizione delle zone gialle ma dall’altra la possibilità di «riaprire in corsa il dossier delle misure, con l’obiettivo di valutare un alleggerimento della stretta».
E dunque qualche riapertura potrebbe vedersi tanto per il ritorno in classe delle scuole superiori (e anche seconda e terza media) quanto per un primo respiro alle attività commerciali: e così il ripristino nelle zone gialle dei bar e ristoranti aperti almeno a pranzo. Diverso il discorso per palestre, piscine, teatri, cinema e musei dove la situazione resta ancora in standby forse per l’intero mese di aprile: le attività dello sport sono però in rivolta e con diversi organi ufficiali hanno annunciato che a prescindere dal decreto il prossimo 7 aprile riapriranno i molti punti, «non ci interessanti i verbali, qui rischiamo di morire di lockdown» (qui tutte le novità, ndr).