Aria di crisi di Governo dopo lo scontro in Cdm tra M5s e Lega, i grillini però frenano. Intervistato da Affari Italiani, Francesco D’Uva ha evidenziato: «Da parte del MoVimento nessuna crisi di governo, abbiamo preso un impegno con gli italiani e sappiamo che c’è tanto lavoro ancora da fare e lo vogliamo portare a termine. E poi non penso che Salvini voglia ritornare con Berlusconi». Prosegue il capogruppo dei deputati pentastellati: «Sul caso Siri vogliamo chiarezza, ci sembra il minimo: non ci deve essere nessuna macchia sulla Lega e sul governo, nessun dubbio su fatti di corruzione e di relazioni con personaggi vicini alla mafia. Però una cosa voglio dirla: facciamo chiarezza e poi abbassiamo i toni, perché i cittadini vogliono vederci lavorare e non litigare. E il MoVimento ovviamente vuole andare avanti per continuare a portare a casa riforme che stanno cambiando la vita degli italiani». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



LE PAROLE DI SALVINI

«Siamo tutti nelle mani del buon Dio, questa è la mia volontà»

, le parole di Matteo Salvini in conferenza stampa sulla tenuta del governo il giorno dopo il Cdm della discordia. Prosegue il ministro dell’Interno: «Io mi sono impegnato a non rispondere a polemiche, provocazioni o insulti: basta scorrere le agenzie anche oggi, 5-6-7 oggi da parte dei Cinque Stelle. I ministri, deputati e senatori della Lega hanno l’indicazione di lavorare e non rispondere. La domanda sulla volontà di andare avanti con il governo dovreste farla a qualcun altro. Per quello che mi riguarda, l’Italia ha bisogno di un esecutivo che lavora con serietà per i prossimi quattro anni: spero che anche gli altri la smettano di fare polemica e seguono l’indicazione degli italiani, che è quella di lavorare, lavorare e lavorare. Non ho nostalgia del passato, non ho contatti col passato e guardo al futuro: gli italiani ci stanno premiando come primo partito del Paese, se il 26 maggio cambia qualcosa, cambia in meglio per l’Europa. A livello di equilibri di governo per me non cambia nulla». Poi sul salva Roma: «Mi hanno chiamato tanti altri sindaci di comuni in difficoltà chiedendomi perché a loro no: o si aiutano tutti oppure non ci sono sindaci più simpatici. Visto che è una situazione che colpisce centinaia di Comuni da Nord a Sud, ho chiesto un pacchetto di aiuto ai comuni in difficoltà, non a un Comune solo. Spero che il governo lo faccia il più velocemente possibile». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



CONTE FURIOSO CON DI MAIO

Altissima tensione tra Lega e Movimento 5 Stelle, il Cdm di ieri sul Decreto Crescita ha provocato un’ulteriore spaccatura tra le due forze di governo. Il salva Roma a metà, le frecciatine tra i leader Salvini e Di Maio, fino alla differenza di vedute: il premier Giuseppe Conte si è scagliato contro il segretario federale del Carroccio, ma non ha lesinato critiche anche al capo politico grillino. «Luigi, non c’è alcuna alternativa. A meno che tu non voglia far cadere tutto per questa storia. Ma davvero vuoi sacrificare tutti noi solo per rincorrere due punti in più nei sondaggi?», le parole dietro le quinte del giurista riportate da Il Giornale, furioso per l’atteggiamento di Di Maio sul caso Armando Siri: il lungo scritto sul Blog delle Stelle non è piaciuto neanche al presidente del Consiglio, un vero e proprio atto di guerra. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



CONTE A SALVINI: “NON SIAMO I TUOI PASSACARTE”

Alta tensione nel governo per via del decreto crescita disertato dagli esponenti del Movimento 5 Stelle. A far litigare le due ali dell’esecutivo, il famoso “Salva Roma”, l’emendamento con cui lo stato si accollava parte del debito della capitale. Il ministro dell’interno Matteo Salvini si è sempre opposto a questa decisione, e nella serata di ieri aveva annunciato lo stralcio dello stesso, a consiglio dei ministri ancora in corso. Dura la replica del premier Giuseppe Conte, presente ovviamente al Cdm: «Matteo, non siamo i tuoi passacarte. Devi portare rispetto a me e a ciascuno dei ministri che siedono intorno a questo tavolo». Alla fine è stata trovata un’intesa fra la Lega e il M5s, con il passaggio del Salva Roma ma senza i commi 2 e 6: «I debiti della Raggi – ha commentato Salvini soddisfatto – non saranno pagati da tutti gli italiani ma restano in carico al sindaco della Capitale». A notte fonda sembra comunque essere tornato il sereno, con il Premier Conte che ha affidato il suo pensiero alla propria pagina Facebook, spiegando come il decreto approvato conferisca «un forte impulso alla ripresa economica del Paese con misure concrete a sostegno delle imprese». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

CDM DECRETO CRESCITA: SALVA ROMA A METÀ

I Ministri del Movimento 5 Stelle e il leader Di Maio non si sono presentati al Consiglio dei Ministri definito “cruciale” dagli stessi M5s alla vigilia: in questo modo, il Decreto Crescita viene approvato mentre il Salva Roma viene stralciato e andrà a costituirsi in una norma ad hoc. Lo ha annunciato il vicepremier Salvini uscendo da Palazzo Chigi al termine di una giornata in cui i grillini hanno lanciato tutte le armi a disposizione contro l’alleato leghista, salvo poi non presentarsi da Conte senza alcun preavviso (presenti solo Lezzi e Bonisoli per il M5s). Il vicepremier grillino diserta il Consiglio dei ministri perché impegnato nella registrazione del programma “Di Martedì”, condotto da Giovanni Floris: di certo in quella occasione dovrà rispondere di questa mossa improvvisa e a dir poco clamorosa, tendendo ancora di più la corda interna al Governo Conte. «Non facciamo regali a nessuno. Il Salva Roma è fuori dal dl crescita, il provvedimento sarà ad hoc per tutti i comuni» ha aggiunto ancora Salvini dicendo che in merito alla mancata presenza di Di Maio e dei Ministri M5s, «non parlo di chi non si presenta alle riunioni».

SCONTRO TOTALE TRA LEGA E M5S

Un piccolo giallo esplode alla vigilia del CdM convocato (e spostato alle 19) per questo tardo pomeriggio a Palazzo Chigi: nel giorno in cui si sarebbe dovuto discutere del Decreto Crescita con il contenuto “esplosivo” del Salva Roma, l’ordine del giorno pubblicato dal portale Governo.it non riporta al proprio interno nulla di tutto ciò. A meno di errori o voluta “melina” per avere meno pressioni politiche esterne, il Governo Conte ha deciso di far saltare almeno per oggi la discussione sul Decreto Crescita e – a questo punto – anche molto probabilmente la norma Salva Roma sulla quale da ore si è letteralmente rotta la flebile “tregua pasquale”. Ad alimentare il fuoco dello scontro potrebbe esser stato certamente il post sul Blog delle Stelle dichiaratamente contro il Sottosegretario Siri, invitato a dimettersi con addirittura 4 domande-provocazioni rivolte all’intero gruppo della Lega. Non solo, con l’uscita di Di Maio in diretta Facebook sulle prossime celebrazioni del 25 aprile, il livello dello scontro tra Salvini e il leader M5s è giunto ad un livello difficilmente placabile in un’unica riunione del Consiglio dei Ministri. A questo punto, al netto di clamorosi colpi di scena, nel vertice di stasera inizierà una discussione-resa dei conti che potrebbe perdurare anche per le prossime giornate in attesa di avere il via libero definitivo al Dl Crescita e alla tanto temuta norma “Salva Roma”. (agg. di Niccolò Magnani)

DI MAIO REPLICA “SALVA ROMA TAGLIA LE TASSE A TUTTI”

La pronta replica alle critiche di Salvini arriva dal collega vicepremier Luigi Di Maio: in un breve post su Facebook, il Ministro del Lavoro prova a “frenare” l’ira del collega leghista in merito ai contenuti del “Salva Roma” e del nuovo Decreto Crescita: «Cosa penso del muro della Lega su Roma? Nulla, trovo grave che per fare campagna si colpisca la capitale lanciando slogan su un provvedimento a costo zero. È probabile che Salvini non abbia compreso la natura della misura, visto che punta a non far pagare più non solo ai romani gli interessi su un debito vecchio di 20 anni alle banche, ma anche a tutti gli italiani considerato che i 300 mln il governo Berlusconi li prese nel 2008 dalla fiscalità generale. Spiegherò io stesso tutto questo a Salvini e sono sicuro che troveremo una soluzione». Per Salvini invece, ancora da Pinzolo poco prima di partire alla volta del CdM a Roma, il concetto va ribadito: «O si aiutano tutti o nessuno. Ho semplicemente detto che se dobbiamo aiutare un Comune, si aiutino tutti i Comuni». (agg. di Niccolò Magnani)

SALVINI “O SI AIUTANO TUTTI OPPURE NIENTE”

Si appresta ad essere un Consiglio dei Ministri dai toni infuocati quello che andrà in scena questo tardo pomeriggio, come ha fatto intendere stamani il vicepremier Salvini intervenendo su Radio Rai 1 durante il Giornale Radio e parlando del Salva Roma: «Regali a qualcuno non ne facciamo. Non ci può essere un intervento salva-Raggi quando ci sono tanti comuni italiani in difficoltà e che hanno bisogno. O si aiutano tutti oppure non ci sono cittadini di serie A o di serie B, così come non ci sono sindaci di Serie A e di Serie B». L’attacco contro la Raggi è sempre diretto e non ammette repliche dal M5s, «L’abbiamo sentita tutti la settimana scorsa. Ha detto: ‘La città è fuori controllo e i cittadini quando aprono la finestra vedono cacca’. Quindi per carità non devono pagare i romani l’incapacità della loro amministrazione, però regalare altri soldi non sarebbe la cosa migliore da fare». Il passo finale però la Lega al momento non vuole trarlo e quella ipotetica crisi di Governo non viene per ora tirata in ballo: «No, no, abbiamo troppe cose da fare quindi figuriamoci se la Lega abbia voglia di far saltare tutto questo». (agg. di Niccolò Magnani)

LE MODIFICHE IN CDM

Il decreto crescita diventa più leggero a seguito di una revisione che ha portato al ribasso le risorse messe a disposizione. Lo sottolinea in particolare Il Messaggero, che aggiunge ulteriori dettagli riguardanti il decreto in questione, già approvato venti giorni fa dal consiglio dei ministri. Ad esempio, subisce un alleggerimento il taglio dell’Ires per le imprese, con l’aliquota che scenderà dal 24 al 20.5% e non al 20 come previsto inizialmente. Così facendo, il Tesoro potrà risparmiare 500 milioni di euro rispetto alla versione precedente del decreto. Cambia anche lo sconto fiscale sui capannoni, previsto ora al 70% per i prossimi tre anni. Una mossa, quella della “sforbiciata”, resasi necessaria per via della complessità da parte del ministero di individuare le coperture necessarie; i tecnici avevano pensato di attingere al “tesoretto” di Quota 100 e Reddito di Cittadinanza, sfruttati meno del previsto, ma se il Movimento 5 Stelle ha detto sì, la Lega si è fermamente opposta, convinta che attingere soldi dai fondi di Quota 100 significherebbe bocciare la stessa manovra.

NUOVO DECRETO CRESCITA: PIÙ LEGGERO E “SALVA ROMA

Nel decreto, ricorda Il Messaggero, sono inserite anche altre due norme che non hanno a che fare con la crescita economica, leggasi il salvagente di Alitalia, e la questione del vecchio debito di Roma, che verrà accollato in parte dallo stato. Una decisione, quest’ultima, che aveva fatto saltare sulla sedia il ministro dell’Interno Matteo Salvini, che aveva chiesto che lo stesso trattamento venisse riservato anche ad altri comuni d’Italia, ma non si può fare, visto che Roma è l’unica città ad avere una gestione separata in cui sono stati collocati 12 miliardi del vecchio debito. “L’aiuto” a Roma dovrebbe riguardare nel dettaglio un miliardo di euro, il cosiddetto Boc, il Buono Ordinario del Comune, in scadenza nel 2048. Sulla scia di Roma è possibile che a breve vengano rinegoziati i vecchi mutui dei grandi capoluoghi di provincia, e a riguarda il vice ministro dell’economia, Laura Castelli, ha aperto un tavolo di confronto anche con la Cassa Depositi e Prestiti: situazione in aggiornamento.