Nel confronto Governo-Regioni emergono importanti novità sulla bozza del Decreto Legge anti-Covid che sostituirà il Dpcm con regole in vigore dal 15 marzo al 6 aprile: Italia in zona rossa totale dal 3 al 5 aprile, coprendo dunque i giorni di Pasqua e Pasquetta. Il Ministro della Salute Roberto Speranza agli enti locali ha spiegato «Nei giorni 3, 4 e 5 aprile, per le festività di Pasqua, disponiamo di una zona rossa di carattere nazionale, naturalmente eccetto le regioni in zona bianca (al momento di fatto solo la Sardegna, ndr)».
Notevoli le misure restrittive previste e comunicate ai Presidenti di Regione: l’intenzione è quella di far passare tutte le Regioni gialle in arancione, come effetto immediato da lunedì per meglio «gestire il periodo oggetto del Dl in contrasto al diffondersi della variante inglese», filtra dalle fonti di Governo dell’Agenzia ANSA. «L’Rt nazionale è a 1,16 e stiamo sfiorando 250 casi per 100mila abitanti» ha spiegato il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro ai governatori. Saranno possibili zone rosse ”interregionali” qualora si superino le soglie dei 250 contagi su 100mila abitanti, oltre che l’automatico ingresso in rosso per qualsiasi territorio che superi tale soglia. L’Rt limite per la zona rossa scende ancora da 1,5 a 1,25 con le regioni “arancione” che possono decidere di istituire zone rosse locali: da ultimo, la bozza del Decreto legge anti-Covid prevede dal 15 aprile al 2 aprile l’ok alle visite nel proprio Comune in zona arancione, vietate in zona rossa. Dal 3 al 5 invece è lockdown totale, con possibilità di una visita al giorno.
LE ULTIME ANTICIPAZIONI SUL DECRETO
Alle 11.30 il settimo Cdm dell’era Draghi approverà di fatto un nuovo Decreto legge anti-Covid col quale “stoppare” le misure contenute nel Dpcm 6 marzo introducendo una nuova stretta ancora tutta da validare nel duplice confronto con Regioni e con tutti i Ministri: se si aggiunge che oggi con l’arrivo dei dati del monitoraggio Iss, il Ministero della Salute si appresta a firmare nuove ordinanze di zona rossa per la maggior parte delle Regioni italiane (forse 16), da lunedì 15 marzo quasi l’intera Italia si ritroverà in lockdown con relative regole confermate (chiusura scuole, negozi, limitazioni spostamenti) fino al 28 marzo almeno.
A quel punto scatteranno le restrizioni fissate dal Dpcm per la settimana di Pasqua – Italia in zona rossa dal venerdì santo (2 aprile) fino a Pasquetta (5 aprile) – mentre in aggiunta dovrebbe comparire nel nuovo Decreto legge la norma per cui con un’incidenza settimanale di 250 casi ogni 100mila abitanti si entra automaticamente in zona rossa. Si discuterà nel vertice delle Regioni e in Cdm delle altre misure possibili ma ancora non inserite nella bozza del Decreto Covid: messa in zona arancione (o peggio, rossa) nei weekend fino a Pasqua, l’abbassamento della soglia di Rt per entrare in zona arancione – oggi fissato per 1 ad ogni Regione – e l’anticipo del coprifuoco alle ore 20.
VERTICE CON LE REGIONI, POI CDM
È previsto un ultimo incontro informale in video collegamento tra Governo, Regioni, Anci e Upi sulle nuove misure contenute nel Decreto Legge anti-Covid, poi l’approdo in Consiglio dei Ministri: dopo che negli scorsi giorni era parsa la possibilità di correggere l’attuale Dpcm entro in vigore il 6 marzo scorso, la linea del Governo Draghi è andata via via dirigendosi verso la strutturazione di un decreto legge che possa comportare diverse restrizioni in ambito nazionale, prorogare il divieto di spostamenti tra Regioni (in scadenza il 27 marzo) e programmare una settimana di particolari chiusure a ridosso della Pasqua (da sabato 27 marzo a lunedì 5 aprile).
Nell’incontro con le Regioni parteciperanno i ministri Mariastella Gelmini e Roberto Speranza, il coordinatore Cts Agostino Miozzo, il Presidente Iss Silvio Brusaferro e il Presidente Css Franco Locatelli: sul tavolo le regole per “facilitare” l’ingresso in zona rossa, l’aggiornamento sul piano vaccini (in giornata il Premier Draghi parlerà in merito alla stampa dopo la visita all’HUB vaccinale di Roma Fiumicino) e il nodo indennizzi-ristori. Al termine dell’incontro alle 11.30 si terrà il Consiglio dei Ministri senza il passaggio dalla cabina di regia anti-Covid in quanto i tempi stringono e si punta a far partire il nuovo Decreto – che di fatto supera il Dpcm in contenuti e misure – da lunedì 15 marzo, in concomitanza con le singole ordinanze del Ministro Speranza sul cambio colore delle Regioni (Lazio, Friuli, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto a rischio, come anche Abruzzo e Marche).
NUOVO DECRETO COVID: ECCO COSA CAMBIA DA LUNEDÌ
Diverse le ipotesi che arriveranno sul tavolo del CdM con la maggioranza che dovrà discutere nel merito di diverse misure da attuare nel Decreto anti-Covid per fronteggiare l’avanzare delle varianti e l’aumento di ricoveri e vittime nell’ultima settimana. La novità quasi certa ormai è l’ingresso automatico in zona rossa per ogni territorio che dovesse superare la soglia critica di 250 contagi su 100mila abitanti per 7 giorni: altrettanto probabile anche la “stangata” nella settimana di Pasqua, con il Cts che spinge affinché in quei 7 giorni si limitino tutti gli spostamenti, no pranzi/incontri con amici o parenti, niente gite e probabile chiusura bar-ristoranti anche in settimana.
Centrodestra e lo stesso Premier Draghi non sembrano però convinti affatto della “linea chiusurista” e perciò si potrà discutere non poco all’interno della riunione a Palazzo Chigi: distanti i partiti anche sull’altro punto cardine del prossimo Decreto, ovvero la possibilità di inserire una zona arancione nazionale – o peggio ancora rossa – in tutti i weekend fino a Pasqua, a prescindere dunque dalle singole colorazioni delle Regioni durante la settimana. Draghi ha fatto sapere nei giorni scorsi di voler attendere i dati aggiornati dell’Iss in arrivo oggi per valutare appieno con tutti gli strumenti necessari sul tavolo: si valutano restrizioni maggiori per le zone gialle-arancioni (vietare le visite ad amici-parenti) e addirittura l’anticipo del coprifuoco alle 20 (elemento però più complesso da attuare per la forte opposizione di Italia Viva, Lega, Forza Italia e parte del M5s).