Non sono poche le “voci” sul Dpcm 12 ottobre che filtrano dalla cabina di regia in corso a Palazzo Chigi con presente il Premier Giuseppe Conte: sul fronte scuola, se ormai sembra certo la sospensione di gite scolastiche e gemellaggi, le Regioni richiedono la possibilità di didattica a distanza per le superiori come soluzione alla riduzione dei trasporti pubblico al 50% di capienza. Nella bozza si legge inoltre la chiusura dei locali alle ore 24, con la possibilità di sostare in bar, pub e ristoranti solo con posti a sedere e con limitazioni agli ingressi. Sempre da fonti di Governo in arrivo da Palazzo Chigi spunta anche la raccomandazione ormai quasi certa sulla presenza di sole 6 persone in casa per le “feste private”, divenuto il vero caso della giornata tanto sui social quanto nelle discussioni all’interno della maggioranza. Tra documenti fake e paventate “delazioni” dei vicini di casa agli eventi a domicilio nelle singole case dei cittadini, ancora una versione chiara del Dpcm manca e si dovrà attendere la comunicazione del Governo per capire come poter avanzare tale “raccomandazione” e allo stesso tempo controllare la sua effettività, esattamente come diceva ieri il Ministro della Salute Speranza. Novità, ma anche qui poco chiare al momento, sul divieto degli sport da contatto a livello amatoriale: come sottolinea l’Ansa, al momento non rischierebbero il nuoto, la palestra, il tennis e il padel, il footing e il running e tutti gli altri sport individuali che non prevedono contatto. Sembrerebbe che possano essere vietati tutti gli altri sport amatoriali laddove non vi siano protocolli specifici delle società/centri sportivi, ma anche su questo occorrerà il testo ufficiale per capirne di più. In sintesi, dalla cabina di regia alla Rai trapela la voce secondo cui il clima è disteso ma la discussione è ancora all’inizio perciò risulta difficile pensare ad una firma del Dpcm, con conseguente conferenza stampa esplicativa del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
CONTE “ESCLUDO LOCKDOWN NEL DPCM”
Nel punto stampa a margine di un incontro pubblico a Taranto, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte non solo ha confermato per questa sera il via libera al nuovo Dpcm 12 ottobre ma ha sottolineato l’impegno del Governo per evitare restrizioni drastiche a livello nazionale: «Escluderei un nuovo lockdown e lo dico a ragion veduta perché abbiamo lavorato proprio per prevenirlo». Il Capo dell’esecutivo ha sottolineato l’impegno sui rafforzamenti agli ospedali con numero di tamponi definito «impressionante» (anche se è inferiore a quello degli altri grandi Paesi europei, ndr). In ultima analisi, Conte annuncia «se la curva dei contagi dovesse continuare a salire, si potrebbe pensare a lockdown circoscritti ma non su tutto il territorio o su grandi aree». Nella bozza Dpcm in mano all’Adkronos si legge tra le maggiori proposte la stretta sulla movida e sulla ristorazione: «le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) sono consentite sino alle ore 23.00 e a condizione che le Regioni e le Province autonome abbiano preventivamente accertato la compatibilità dello svolgimento delle suddette attività con l’andamento della situazione epidemiologica nei propri territori e che individuino i protocolli o le linee guida applicabili idonei a prevenire o ridurre il rischio di contagio nel settore di riferimento o in settori analoghi».
BOZZA DPCM: L’INCENTIVO ALLO SMART WORKING
Secondo la bozza del nuovo Dpcm visionata dall’Adnkronos questa mattina, la novità sullo smart working da incentivare per poter parallelamente ridurre la capienza dei mezzi di trasporto pubblici viene confermata: si tratta dell’ampliamento al 70-75% del numero di dipendenti nelle aziende da inserire in modalità “lavoro agile”, così come ribadisce lo stesso testo di bozza che verrà licenziato entro la serata di oggi «può essere applicata, per la durata dello stato di emergenza di cui alla deliberazione del Consiglio dei ministri 31 gennaio 2020, dai datori di lavoro a ogni rapporto di lavoro subordinato, nel rispetto dei principi dettati dalle menzionate disposizioni, anche in assenza degli accordi individuali ivi previsti; gli obblighi di informativa di cui all’art. 22 della legge 22 maggio 2017, n. 81, sono assolti in via telematica anche ricorrendo alla documentazione resa disponibile sul sito dell’Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro». Il Ministro della Cultura Dario Franceschini ha invece escluso la possibilità di limitare l’afflusso di pubblico in cinema e teatri dal 13 ottobre per i prossimi 30 giorni: «sulla presunta volontà del governo di ridurre il limite di 200 persone al chiuso e di 1.000 all’aperto per spettacoli dal vivo e cinema, garantisco che non esiste questo rischio. Nel Dpcm saranno confermati questi limiti con la conferma della possibilità delle Regioni di derogare», conferma il Ministro Pd. Da ultimo, circola sul web una versione del nuovo Dpcm con una formula “fake” sulla possibilità delle forze dell’ordine di perquisire le case qualora vi siano più di 10 persone non conviventi negli appartamenti: si tratta ovviamente di un falso, dato che contrasterebbe con l’articolo 14 della Costituzione, ma resta il mistero su chi abbia diffuso un testo del genere che fa il “paio” con le dichiarazioni sulle “segnalazioni dei cittadini” evocate ieri dal Ministro Speranza.
CENE IN CASA, LA RACCOMANDAZIONE “NON PIÙ DI 10 PERSONE”
Si aggiorna la “corsa” verso il nuovo Dpcm: alle 15 la riunione del Cts per sciogliere gli ultimi nodi, alle 17.30 la cabina di regia con Regioni e Comuni, in serata la più che probabile (ma ancora non confermata da Palazzo Chigi) firma del nuovo decreto del Presidente Conte. Nella bozza del Dpcm che circola nelle redazioni emergono due fattori molto importanti, “figli” delle parole annunciate ieri dal Ministro della Salute Speranza da Fazio: «il 75% dei contagi sta avvenendo in ambiti familiari o di relazioni interpersonali». E così nella bozza del decreto ci sarebbe il forte limite alle feste private, con massimo 10 persone per le cene a casa: non potranno essere organizzate tavolate “maxi”, o buffet con gruppi allargati di persone. In più, per i banchetti di battesimi e matrimoni il limite delle persone si allarga solo tra 10 e 30 persone, in attesa della conferma contenuta solo dalla versione finale del nuovo Dpcm 12-13 ottobre 2020. «Quando c’è una norma, va rispettata, sono convinto che la stragrande maggioranza aderirà. Lavoreremo con le forze dell’ordine perché questa norma sia rispettata, saranno vietate per tutti», sottolineava ancora ieri il Ministro Speranza. Raggiunto da Radio Capital, il vicedirettore Oms e membro del Cts Ranieri Guerra ha ribadito «la maggior parte dei contagi avviene a livello domestico. Se la misura sia applicata, applicabile e come venga sorvegliata, dipende da quanto la gente possa capire l’elemento di forte allarme che esiste».
NUOVI VERTICI CTS E STATO-REGIONI
Giungono diverse conferme in merito alla possibilità che già questa sera il Premier Giuseppe Conte potrebbe firmare il nuovo Dpcm con tutte le nuove regole anti-Covid in vista dei prossimi decisivi 30 giorni: dopo la riunione di ieri del Cts, spiega l’Adnkronos con fonti governative che anche per oggi è previsto un nuovo vertice del Comitato Tecnico Scientifico per dirimere gli ultimi nodi del Dpcm. Parallelamente, alle ore 17.30 è convocata la cabina di regia con Regioni, Anci, Upi per fare il punto sulle prossime imminenti nuove regole anti-coronavirus. Ieri sera il Ministro della Salute Roberto Speranza, ospite di ”Che tempo che fa” su Raiuno, ha confermato l’impegno del Governo a vietare il più possibile feste private nelle case dei cittadini: «come faremo a vietarle? Non ci possono essere un carabiniere e un poliziotto dietro ognuno dei cittadini, confidiamo nel senso di responsabilità e nelle segnalazioni» (scatenando in rete non poche polemiche proprio sul concetto non espresso ma comunque “paventato” della delazione). Intanto sono importanti le decisioni prese ieri dal Cts che troveranno spazio nell’imminente Dpcm: «l’esigenza di aggiornare il percorso diagnostico per l’identificazione dei casi positivi così come la tempestiva restituzione al contesto sociale dei soggetti diagnosticamente guariti». Si è così scelto di rimodulare i criteri dell’isolamento fiduciario: 10 giorni per positivi asintomatici, almeno 21 giorni per positivi asintomatici che non si negativizzano, 10 giorni per semplici contatti stretti di positivi.
ENTRO SERA IL NUOVO DPCM
È previsto per la giornata di oggi la discussione in Consiglio dei Ministri e la possibile firma del nuovo Dpcm 12 ottobre 2020, in anticipo sulla scadenza di giovedì prossimo del precedente decreto contenuto nel Dl Covid 7 ottobre: questo per un motivo molto semplice, la risalita dei contagi e la crescita non esponenziale ma costante dei casi in tutto il Paese con il timore che le ospedalizzazioni nelle prossime settimane possano subire complicazioni se non rischio collasso. Così il Governo Conte ha riunito sabato i capidelegazione di maggioranza per dirimere le linee guida nel nuovo Dpcm, ieri si è tenuta la riunione d’urgenza del Comitato Tecnico Scientifico e oggi si riunirà la cabina di regia Boccia-Speranza-Regioni-Enti locali per fare il punto sulle prossime norme in arrivo. Se verrà scongiurato un nuovo lockdown nazionale, così pure il divieto di spostamenti tra Regioni, Palazzo Chigi punta comunque ad un irrigidimento delle misure anti-Covid per evitare peggioramenti nelle prossime settimane: e così dalla movida agli sport amatoriali, dalle feste pubbliche a quelle nelle case, la stretta nel nuovo Dpcm potrebbe essere imponente secondo le anticipazioni finora raccolte negli ultimi convulsi giorni fuori dal Parlamento.
TUTTE LE REGOLE NEL NUOVO DPCM
Il nuovo Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri dovrebbe essere varato entro la sera di oggi per poter avere valore già da martedì 13 ottobre, al più tardi mercoledì 14 ottobre: sebbene non vi siano certezze d’alcunché (ieri era uscita la “consueta” bozza di testo di Palazzo Chigi definita con semplice “fake” dal Ministero della Salute), le principali direttive approvate ieri dal Cts nella riunione con il Ministro Speranza vedono novità specie su movida e feste. Il Governo chiederà alle aziende di alzare al 70% la percentuale di smart working rispetto a quella attuale (50%), mantenendo sempre d’obbligo la mascherina esattamente come tutte le altre situazioni già normate dal precedente Dpcm (obbligo sempre tranne quando si è isolati all’aperto o da soli in stanza). Novità importanti sul settore locali: il Premier Conte si appresta a vietare nel Dpcm la vendita di alcol dalle ore 22 in poi, vietando anche la sosta davanti ai locali dalle ore 21 alle 6 del mattino per evitare il più possibile gli assembramenti. Bar, ristoranti e pub rimarranno aperti fino alle 24 ma con una limitata disposizione di posti seduti (potrebbe essere al massimo sui 30 clienti alla volta), e non si potrà mai sostare in piedi all’interno del locale. Sulle feste private come battesimi e matrimoni si ridurrà la presenza fino ad un massimo di 30 persone, mentre anche nelle feste/cene nelle case private l’intento del Governo è quello di raccomandare di non fare assembramenti, anche se l’idea iniziale prevedeva il divieto assoluto (impossibile da realizzare via decreto il divieto di incontri nelle case private tra persone non conviventi). Il Dpcm dispone infine un divieto per tutti gli sport amatoriali da contatto, per cui calcetto, judo, basket, pallavolo, lasciando però possibili gli eventi e sport in campo agonistico-professionistico. Da ultimo, il nodo trasporti sul quale la cabina di regia con le Regioni dovrebbe portare novità ulteriori: l’intento è abbassare l’attuale capienza del 80% fino al 50-60% sui mezzi pubblici di tutta Italia.
LE DECISIONI DEL CTS
Nessuna novità per scuole, lavoro e ospedali, il nuovo Dpcm dovrebbe portare invece novità importanti per quanto riguarda il campo delle quarantene e delle modalità di isolamento degli eventuali contatti di persone risultate positive al Sars-Cov-2. Nella riunione d’urgenza convocata ieri dal Ministro Speranza, il Comitato Tecnico Scientifico avrebbe dato il via libera ad una doppia richiesta avanzata dallo stesso Ministero: da un lato far scendere la quarantena da 14 a 10 giorni per tutti coloro entrati in contatto con un positivo al Covid, dall’altro l’importante svolta sui tamponi. In pratica, con il nuovo Dpcm non sarà più necessaria il doppio tampone negativo per confermare la fine dell’isolamento, ne basterà solo uno per l’uscita dell’ex ammalato. In questo modo – filtra da Cts e Ministero – dovrebbe liberarsi quell’intricata e caotica situazione di tamponi-controtamponi che ritardavano e non poco il ritorno alla normalità/lavoro per i negativizzati virologicamente (ex positivi): non solo, si potrà risparmiare fondi preziosi per i tamponi da fare ai purtroppo tanti nuovi casi che stanno emergendo in tutto il Paese in maniera abbastanza omogenea. Secondo quanto ha appreso l’Ansa, il Cts avrebbe dato via libera per inserire la norma nel nuovo Dpcm anche la possibilità di tamponi molecolari e antigienici per i “contatti” dei positivi: tali tamponi potrebbero essere realizzati dai medici di famiglia e dai pediatri ove possibile. Come ribadito ancora ieri dal commissario all’emergenza Domenico Arcuri, è escluso ogni qualsivoglia lockdown per le prossime settimane: per poter però scongiurare un ulteriore peggioramento delle ospedalizzazioni (ad oggi con numeri ancora sostenibili, con 93% dei positivi asintomatici o paucisintomatici) «Evitare misure drastiche passa dalla dotazione di strumenti per combatterlo e lo dobbiamo fare noi, ma anche una ritrovata responsabilità dei cittadini: sanno cosa devono fare, lo facciano».