Si è concluso il vertice in video collegamento tra Governo ed enti territoriali, con tre Regioni (Lombardia, Campania e Friuli Venezia Giulia) che chiedono ufficialmente al Governo di istituire una zona arancione nazionale invece che proseguire nel continuo stop & go dei colori anche nel prossimo Dpcm: tra le altre “voci” in arrivo da Palazzo Chigi in merito alla riunione Stato-Regioni, pare confermata la stretta anti-movida con il divieto di vendere cibi e bevande da asporto dopo le 18 (mentre resterebbe consentito il domicilio) e anche il divieto di spostamento tra Regioni in qualsiasi fascia di colore.



Secondo le fonti dell’Ansa, confermata anche la regola del massimo 2 persone in casa per le visite ad amici-parenti (la regola apparsa nel Dl Natale, ndr) per una sola volta al giorno: «il divieto di ospitare a casa più di due parenti o amici si è dimostrata una norma ragionevole che ha funzionato nel periodo natalizio. Credo che avrebbe senso confermarla», ha spiegato il Ministro della Salute Roberto Speranza, intervistato a Radio Rai 2 dopo il vertice con le Regioni. «Domani sarà il Parlamento ad esprimersi – ha poi annunciato – ed entro giovedì venerdì avremo un testo definitivo. La situazione epidemiologica non è da sottovalutare. L’epidemia è ancora molto forte e per questo servono ancora restrizioni e comportamenti corretti». (agg. di Niccolò Magnani)



COMINCIATA LA RIUNIONE CON LE REGIONI

È in corso il vertice tra Regioni, Comuni, Province, Cts e i Ministri Boccia e Speranza: sul tavolo il nuovo Dpcm e i possibili prossimi decreti “Ristori 5” e proroga dello stato di emergenza (al 30 aprile). Tra i governatori presenti, il Presidente Fontana (Lombardia), Bonaccini (E.Romagna),Toti (Liguria), De Luca (Campania), Marsilio (Abruzzo), Toma (Molise) e Spirlì (Calabria): oltre alla stretta anti-movida, il Governo punta a rendere vietato lo spostamento anche tra Regioni gialle (norma “Bonafede”) in alternativa all’estensione delle misure “arancioni” in tutti i weekend.



Secondo le fonti di Governo sul Corriere della Sera, le nuove misure che scatteranno avranno vita di un mese, al massimo 45 giorni: diverse le opzioni, da un nuovo Dpcm fino ad un decreto legge che si limiti a “prorogare” le misure del precedente Dpcm con però le novità già emerse nelle scorse ore (e che trovate nel dettaglio qui sotto, ndr). Se non ci saranno intoppi nel confronto con le Regioni – e anche all’interno della maggioranza – il Decreto potrebbe essere approvato già il 13 gennaio dopo che il Ministro Speranza presenterà le misure alle Camere e dopo il Cdm con il Premier Conte. (agg. di Niccolò Magnani)

COSA CAMBIERÀ DAL 16 GENNAIO

Il Governo continua a lavorare al nuovo Dpcm con le restrizioni a partire dal 16 gennaio 2021. «Il contagio ha ripreso a camminare, quindi lavoreremo per fare un passo avanti sul terreno delle misure restrittive vigenti, che saranno confermate», ha dichiarato il ministro della Salute Roberto Speranza. Questo vuol dire che resta il sistema delle regioni a colori, a cui si aggiunge quella bianca, con poche restrizioni, e valori più stretti. Quindi, sarà più facile finire in zona arancione e rossa. La proposta del Comitato tecnico scientifico (Cts) di far finire in zona rossa chi ha 250 contagiati per ogni 100mila abitanti è stata accantonata. Il retroscena è stato svelato da Repubblica, secondo cui sta avanzando un nuovo sistema di calcolo che non si basa solo sull’indice Rt, ma tiene conto anche e soprattutto dell’occupazione dei posti letto in terapia intensiva e nei reparti di area medica delle zone Covid.

Inoltre, si va verso la conferma del coprifuoco e la stretta sugli asporti, mentre sul tavolo c’è la possibilità di aprire i musei nelle zone gialle. Questo pacchetto di misure è però provvisorio, perché oggi è prevista la riunione con le Regioni per arrivare al testo definitivo da presentare al Parlamento e approvare tra giovedì e venerdì, ma intanto le misure su cui si sta discutendo sono approfondite qui.

NUOVO DPCM, RESTRIZIONI E QUESTIONE RT

Il Governo, quindi, non intende rinunciare al sistema delle restrizioni a seconda dei colori delle regioni che è stato criticato da diversi esperti. «Ha funzionato e non ha senso cambiarlo, creando così confusione nei cittadini in un momento così complicato», la spiegazione di Francesco Boccia, ministro per gli Affari regionali, nella riunione con gli altri ministri. Le novità più importanti sono due: la possibile introduzione della fascia bianca, con indice Rt inferiore a 0,5 e restrizioni minime, e un sistema di classificazione più rigido. Riguardo alla bocciatura della proposta del Comitato tecnico scientifico (Cts), un tecnico citato da Repubblica ha spiegato che «il valore assoluto numerico è sballato. Per non andare in zona rossa basterebbe che le regioni smettessero di fare tamponi». Si starebbe valutando un piano B, secondo il quotidiano: valori più bassi di Rt per arancione e rosso, ma soprattutto un parametro che tiene conto dell’occupazione dei posti letto. L’idea del governo è di lanciare una stretta dei “cento giorni”. Per questo vorrebbero spostare a fine aprile lo stato di emergenza, così da verificare poi come procede il piano vaccinale.

NUOVO DPCM, SCATTA “STRETTA DEI 100 GIORNI”

«In questi cento giorni c’è il nostro futuro: se riusciamo a vaccinare tutti gli operatori sanitari, gli 80enni e parte dei 70enni, tra cento giorni, a fine aprile, avremo una pressione sulla rete ospedaliera assolutamente gestibile. Il Covid sarà un ricordo». Queste le parole emerse in Consiglio dei Ministri e riportate da Repubblica. Ciò spiega perché i ministri Roberto Speranza e Francesco Boccia, con il premier Giuseppe Conte dalla loro parte, hanno chiesto ulteriori restrizioni. Sulla scuola invece il dibattito è aperto: la ministra Lucia Azzolina vuole il rientro subito per le superiori, ma è probabile che ci sia un altro slittamento. Le norme sullo sport restano rigide: non riapriranno piscine e palestre, invece sullo sport individuale si è pronti a rivedere le restrizioni. Gli impianti da sci dovranno restare chiusi anche dopo il 18 gennaio, mentre potrebbero riaprire i musei almeno nelle zone gialle. Infine, si ragiona anche sulla possibilità di riaprire i cinema.