Poco prima della mezzanotte è arrivata la firma definitiva del Presidente Conte sul nuovo Dpcm 3 dicembre: le nuove norme sul Natale saranno valide da oggi 4 dicembre fino al prossimo 15 gennaio 2021, non con poche critiche da parte di alcuni parlamentari anche del Governo, da Confindustria e soprattutto dalla maggiorparte delle Regioni. «Testo preconfezionato, non ci hanno ascoltato», lamenta ancora stamattina il Governatore del Veneto Luca Zaia e con lui molti altri Presidenti, non solo di area Centrodestra. Ieri comunque in conferenza stampa il Premier Conte è stato netto nel definire questa soluzione più rigida tra il 21 dicembre e il 6 gennaio l’unico modo per evitare una terza ondata, «La strada per la fine della pandemia è ancora lunga, dobbiamo scongiurare il rischio di una terza ondata che potrebbe arrivare già in gennaio, potrebbe essere non meno violenta della prima e della seconda ondata». Qui sotto sono riassunti tutti i contenuti principali che dalla bozza sono stati confermati nel testo finale: per trovare però il testo ufficiale del nuovo Dpcm 3 dicembre basta collegarsi a questo indirizzo in Gazzetta Ufficiale, qui invece gli allegati al testo del Dpcm (a sua volta contenuto e normato dal Decreto Natale del 2 dicembre).



LE CRITICHE DI REGIONI E PARLAMENTARI

25 senatori e 30 deputati del Pd

, assieme all’intera Conferenza delle Regioni, hanno contestato l’impianto del Decreto Natale e la bozza di testo del Dpcm 3 dicembre: prosegue dunque lo scontro a distanza all’interno del Governo, con il Premier Conte che si è collegato durante la Conferenza Stato-Regioni per provare a dirimere tutti i nodi rimasti. Viene chiesto di eliminare la norma che impone le chiusure anche tra i Comuni nei giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno: ma allo stesso tempo, da fonti di Governo a Palazzo Chigi, non sembra variare la linea “dura” di Boccia, Franceschini e Speranza «Sul divieto di spostamento tra Comuni non si cambia nulla». Intanto il documento ufficiale della Conferenza delle Regioni è stato inviato al Presidente del Consiglio, nella speranza che prima della conferenza stampa di questa sera alle 20.15 (confermata dagli account di Palazzo Chigi, ndr) qualcosa ancora possa variare: il metodo usato dal Governo nell’approvare ieri notte del Decreto Natale – sottolineano le Regioni – «contrasta con lo spirito di leale collaborazione, sempre perseguito nel corso dell’emergenza. Proprio il mancato confronto interistituzionale non ha consentito di portare alla individuazione delle soluzioni più idonee per contemperare le misure di contenimento del virus e il contesto di relazioni familiari e sociali tipiche del periodo delle festività natalizie». Non si fa riferimento ai ristori e non si è potuto porre cambiamenti o discussioni sulle «forti limitazioni agli spostamenti e alle relazioni sociali nel periodo dal 21 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021».



FONTANA E ZAIA: “METODO GOVERNO SLEALE”

Mentre qui sotto sono raccolte le principali anticipazioni sulla bozza del Dpcm, le ultime novità riguardano il duro scontro avvenuto in Conferenza Stato-Regioni tra Governo e i Presidenti dei territori, per nulla convinti da diversi punti del nuovo decreto Natale. «Leggere a sorpresa un dl che impedirà a Natale e a Capodanno lo spostamento dei cittadini fra Comuni della stessa Regione anche solo per andare a visitare genitori e figli, mentre si discute di un Dpcm che non ha recepito nessuna delle indicazioni offerte dalle Regioni, è un fatto ‘lunare’», è l’accusa lanciata dal Governatore della Lombardia Attilio Fontana. Sulla stessa scia anche i presidenti di Puglia, Liguria e Veneto, con Luca Zaia che in conferenza stampa aggiunge «E’ un Dpcm che lascia non poche perplessità, io penso e spero che in queste ore il governo riveda alcuni aspetti». Viene lamentato l’invio della bozza di Dpcm («alle 2.30 del mattino») ma soprattutto il contenuto: ancora Zaia, «Non è possibile dividere i figli e i genitori con i fratelli il giorno di Natale se abitano in comuni diversi». Da ultimo, le Regioni lamentano la diversità di trattamenti ai cittadini che seguirebbe col nuovo Dpcm 3 dicembre: «c’è una sperequazione assurda per quanto riguarda i territori di periferia: si bloccano i cittadini in un piccolo comune mentre a Roma, una città con tre milioni di abitanti, ci si può spostare tranquillamente. Nei piccoli comuni, come i nostri, invece è un vero lockdown». Intanto secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte parlerà alla nazione in conferenza stampa questa sera alle ore 20.20 con la consueta diretta video streaming sui canali social di Palazzo Chigi. Sempre in serata è attesa la firma ultima di Conte, sempre che vengano “limati” i tanti punti di distanza all’interno dello stesso Governo e con le Regioni.



TUTTE LE ANTICIPAZIONI DEL NUOVO DPCM 3 DICEMBRE

In giornata il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte firmerà il nuovo Dpcm 3 dicembre che entrerà in vigore dalla giornata di venerdì 4 dicembre: nella notte il Consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto “Natale”, ovvero il testo che fa da cornice al nuovo Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri da firmare entro la sera di oggi, con relativa presentazione in conferenza stampa dello stesso Conte. Dopo lo scontro molto acceso durato tutti gli scorsi ultimi giorni, in Cdm stanotte la fronda “aperturista” (parte M5s, Italia Viva e Pd “renziano”) ha tentato di portare avanti le istanze di molte Regioni, chiedendo una maggior flessibilità su spostamenti a ridosso del Natale, apertura degli impianti da sci e negozi-centri commerciali aperti nel weekend. Al momento però, tanto il testo dei 2 articoli nel Decreto “Natale” quanto la bozza del Dpcm inviata alle Regioni ieri notte, non vedrebbero alcuna delle istanze presentate dall’ala più “morbida” del Governo: passa dunque la linea “dura” dei Ministri Boccia, Franceschini e Speranza in attesa di capire se nel confronto tra Conte e le Regioni (previsto per le 11 di questa mattina) potranno essere trovati dei compromessi per le regole stringenti che saranno in vigore a Natale, Santo Stefano e Capodanno.

DECRETO NATALE APPROVATO IN CDM

Nel Decreto “cornice” approvato stanotte il Governo Conte-2 allunga i giorni di validità del Dpcm a 50 giorni e impone il divieto dello spostamenti tra le Regioni dal 21 dicembre fino al 6 gennaio 2021: come abbiamo spiegato qui, il testo del nuovo decreto legge funge da cornice normativa per poter adottare poi questa sera il nuovo Dpcm “potenziato” rispetto ai precedenti. Se infatti il Dpcm avrà valore dal 4 dicembre fino al 15 gennaio 2021 confermando la divisione in tre fasce di rischio del Paese, sono le norme contenute nel Decreto Covid Natale che fungeranno da guida per la linea “dura” adottata dal Governo, atta ad evitare la potenziale “terza ondata” di contagi a gennaio. E così dal 21 dicembre al 6 gennaio – anche per le zone gialle – vengono vietati gli spostamenti tra Regioni diverse tranne che per le consuete comprovate esigenze (lavoro, salute e necessità); il giorno di Natale, Santo Stefano e Capodanno vietati gli spostamenti anche al di fuori dei Comuni; dal 21 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021 sarà vietato spostarsi nelle seconde case che si trovino in una Regione o Provincia autonoma diversa dalla propria. Il 25 e 26 dicembre 2020 e il 1° gennaio 2021 il divieto varrà anche per le seconde case situate in un Comune diverso dal proprio.

TUTTE LE ALTRE REGOLE IN BOZZA

Nella bozza fatta circolare invece da Palazzo Chigi stamattina, ovvero quella effettivamente in mano alle Regioni, il nuovo Dpcm 3 dicembre introduce norme ancora più stringenti rispetto alle anticipazioni emerse negli scorsi giorni: in primo luogo, il divieto degli spostamenti non prevede alcuna deroga di ricongiungimenti parentali o visite ad amici/congiunti. Il giorno di Capodanno il coprifuoco – normalmente fissato tra le 22 e le 5 – sarà in vigore fino alle ore 7 del mattino dell’1 gennaio 2021; negli alberghi sono chiusi i ristoranti durante il veglione di Capodanno, per cui sarà possibile festeggiare ma solo nella propria camera e senza ristorazione attiva. Negozi aperti fino alle 21 tutti i giorni, ma nel fine settimana e per i festivi sono chiusi i centri commerciali: questo punto in particolare è ancora frutto di confronto visto la forte distanza evidenziata tanto da parte del Governo, quanto dalle Regioni. Per chi decide di andare all’estero dopo il 10 dicembre – sia in aereo, che in treno, che in auto e in crociera – dovrà poi effettuare la quarantena di 15 giorni almeno al proprio ritorno. Capitolo montagna: gli impianti da sci potranno riaprire solo il 7 gennaio 2021. Per la scuola infine tutti gli studenti potranno tornare in classe in presenza – anche per medie e superiori – al 50% (con didattica a distanza al restante 50%) dal 7 gennaio 2021. I ristoranti saranno aperti a pranzo il 25 e 26 dicembre, a Capodanno e per l’Epifania fino alle 18: nel periodo delle Feste anche gli alberghi di montagna avranno ristorazione aperta ma dalle 6 di pomeriggio in poi solo con servizio in camera.