Nuovo Decreto e subito nuova confusione su termini e norme: come già successo diverse volte nel recente passato, è di difficile lettura lo schema di regole approvato dal Governo per contenere la pandemia da Covid-19. Avviene così che – nell’attesa del prossimo Dpcm dopo il 15 gennaio e con l’imminente nuovo Decreto legge approvato stanotte – Palazzo Chigi emetta una breve nota per dirimere un punto tutt’altro che marginale: «Nel decreto che disciplina le misure anti-Covid dal 7 al 15 gennaio gli spostamenti verso abitazioni private altrui saranno consentite solo nel proprio Comune e non nella propria Regione come indicato nella notte».



Il testo infatti al momento disponibile sul portale del Governo – che ancora però non è il testo finale della Gazzetta Ufficiale, in via di definizione – recita «nei territori inseriti nella cosiddetta “zona rossa”, sia possibile spostarsi, una sola volta al giorno, in un massimo di due persone, verso una sola abitazione privata del proprio comune». Ora occorre capire se con “zona rossa” si intenda le eventuali aree di massimo rischio che verranno definite venerdì nella cabina di regia (e quindi con valenza come minimo dall’11 al 15 gennaio), o se invece si intenda che in generale dal 7 al 15 non saranno possibili spostamenti verso abitazioni di amici/parenti fuori dal proprio Comune. Attesa per il testo dunque, così come per le Faq che inevitabilmente andranno aggiornate per normare le tante ancora confusioni generate nei cittadini.



CDM APPROVA DECRETO: TUTTE LE NOVITÀ

Poco prima dell’una di notte il Consiglio dei Ministri ha approvato il nuovo Decreto legge anti-Covid che avrà valore tra il 7 e sul 15 gennaio, in attesa cioè della formulazione del prossimo nuovo Dpcm 15-31 gennaio (giorno di scadenza dello stato di emergenza sanitaria, molto probabilmente da prorogare anch’essa per altri mesi). Non sono mancate le liti, specie sul fronte scuola dove alla fine ha prevalso la linea del Pd di rinviare la ripresa in presenza delle superiori (al 50% in classe) dall’11 gennaio, in attesa dei nuovi dati sul monitoraggio Iss in arrivo l’8 gennaio prossimo.



Nel frattempo, il dl anti-Covid entra in vigore il giorno dopo l’Epifania e vede confermare tutte le anticipazioni finora riportate: in sintesi, tra il 7 e il 15 gennaio permane il divieto di spostamento tra le Regioni, così come la deroga possibile per visite a parenti/amici (anche fuori dal proprio Comune purché nella stessa Regione) massimo 2 persone alla volta. La road map prevede il 7-8 gennaio il colore “giallo rafforzato” su tutto il territorio (negozi, bar e ristoranti aperti ma impossibilità di uscire dalla Regione), 9-10 arancione, 11-15 ogni Regione diverrà di un colore proprio a seconda del monitoraggio Iss. Il testo del Decreto legge rivede i criteri per l’individuazione degli scenari di rischio sulla base dei quali saranno applicate le misure previste per le zone “arancioni” (Rt a 1) e “rosse” (Rt a 1,25); infine, il Governo interviene (in una intricata lite incrociata tra Pd, Italia Viva e M5s) sull’organizzazione dell’attività didattica nelle istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado, con la previsione della ripresa dell’attività in presenza, per il 50% degli studenti, a partire dal prossimo 11 gennaio.

LE DUE IPOTESI SUL DECRETO

Emergono altri dettagli in merito al nuovo Decreto anti-Covid da varare stasera in Cdm: «Dal 7 al 15 gennaio 2021 è vietato, nell’ambito del territorio nazionale, ogni spostamento in entrata e in uscita tra i territori di diverse regioni o province autonome, salvi gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. E’ comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione, con esclusione degli spostamenti verso le seconde case ubicate in altra regione o provincia autonoma», si legge nella bozza del decreto “ponte” che anticipa il nuovo Dpcm in vigore dal 15 gennaio in poi.

Secondo le indiscrezioni dal Governo in mano all’Adnkronos, la seconda ipotesi al vaglio del Governo Conte resta un’unica zona arancione nazionale da adottare dal 7 al 15 gennaio 2021: tanto nella prima ipotesi (zona gialla “rafforzata” nei giorni feriali e arancione nei festivi) quanto nella seconda, il punto cardine del nuovo decreto riguarda il divieto di spostamenti tra Regioni, se non per “comprovati motivi di necessità, lavoro e urgenza”.

LA BOZZA DEL NUOVO DECRETO

Nella bozza del nuovo Decreto Legge anti-Covid in arrivo stasera nel CdM, secondo le anticipazioni dell’Ansa, vi sarà un pacchetto di misure in vigore dal 7 fino al 15 gennaio: zona gialla ‘rafforzata’ nei giorni feriali – con il divieto di spostamento tra le regioni e la conferma della regola che prevede la possibilità di spostarsi verso un’altra abitazione nella regione per massimo due persone – e una zona arancione nel fine settimana. Non solo, il testo prevede anche l’abbassamento della soglia dell’Rt che fa scattare il posizionamento nelle diverse fasce e che sarà in vigore da lunedì 11: con Rt ad 1 si andrà in zona arancione e con l’Rt a 1,25 in zona rossa.

«In questo momento la cosa più importante è l’inasprimento delle soglie, misura che è stata condivisa dalle Regioni. La proposta verrà portata stasera in Cdm», lo ha spiegato a “La vita in diretta” il Ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia, rispondendo alle domande su cosa potrà succedere con il varo del nuovo decreto-legge anti-Covid che traghetti le nuove misure verso il prossimo Dpcm (dopo il 15 gennaio). «Zone bianche? La prospettiva deve essere quella ma non accadrà di certo stasera. Al momento la certezza è che le zone non cambiano. Resta il giallo, l’arancione e il rosso con restrizioni diverse», prosegue il Ministro Dem, «La prospettiva è il bianco ma ne parleremo in vista del prossimo Dpcm. Fino al 15 gennaio ci sono queste misure e stiamo inasprendo le soglie. Tutte le valutazioni, compresa questa sulle aree bianche, è una cosa che è sul tavolo, tutti vorremmo tornare bianchi, ne discuteremo al momento opportuno», conclude Boccia. Resta forte lo strappo interno al Governo della riapertura scolastica, con le Regioni che di fronte alla mancata decisione dell’esecutivo stanno procedendo in ordine sparso: «è prevista la ripartenza delle scuole per il 7 gennaio. Questa sera in Cdm ci sarà il provvedimento promosso dal ministro Speranza. Alcune regioni hanno fatto delle ordinanze valutando la loro condizione epidemiologica. Io dico solo che se si sposta la ripartenza delle scuole a fine gennaio e si mantiene la riapertura dello sci il 18 gennaio, c’è qualcosa che non torna».

CDM ALLE 21 SUL NUOVO DECRETO-LEGGE

Colpo di scena nel già complicato piano di organizzazione delle misure anti-Covid post-Epifania: secondo le ultimissime fonti di Governo giunte in redazione, si va verso un vero e proprio decreto “ad hoc” da lanciare stasera in un Consiglio dei Ministri convocato alle ore 21 (manca ancora la conferma ufficiale di Palazzo Chigi).

Niente “ordinanza ponte” bensì un decreto che possa estendere il blocco degli spostamenti tra Regioni forse già dal 7 gennaio prossimo, oltre ad una serie di misure che rientrano nelle tante opzioni emerse nelle ultime 48 ore: «Sul tavolo l’ipotesi di procedere con un decreto – e non con un’ordinanza del ministro della Salute, Roberto Speranza – sulle regole più rigide da adottare dal 7 gennaio», conferma Adnkronos nello stesso giorno in cui dovrebbero tornare ad incontrarsi Conte e i capidelegazione del Governo per mettere a punto le regole anti-Covid, poi da inviare alle Regioni prima del via libera finale in CdM. I tempi stringono ma l’impressione è che presto l’Italia possa ritrovarsi nuovamente “chiusa” come avvenuto già con il Decreto Natale in scadenza il prossimo 6 gennaio: il tutto mentre la crisi di Governo prosegue tra ultimatum e “minacce” di Italia Viva contro il resto della maggioranza.

TUTTE LE DATE

Forse già in serata potrebbe essere varata la nuova ordinanza del Ministero della Salute Roberto Speranza per “traghettare” le regole anti-Covid in Italia fino al 15 gennaio prossimo, giorno di scadenza del Dpcm di inizio dicembre: dopo i convulsi vertici di ieri, oggi tornano a vedersi Regioni e Governo per stabilire sia la road map della prossima “stretta” da adottare tra il 7 e il 15 gennaio, sia lo scenario per il nuovo Dpcm da adottare dopo metà gennaio. Viene chiamata “ordinanza ponte” e rappresentare l’opzione numero 1 del Governo Conte (alle prese tra l’altro con una durissima e quasi giunta crisi di maggioranza che potrebbe complicare non poco le prossime decisioni sul fronte chiusure): si tratta ovvero di mantenere le attuali misure del Decreto Natale per un’altra settimana, con cioè zone arancioni nei giorni feriali e zona rossa per il weekend. In alternativa, come riporta il Corriere della Sera, su fonti governative, si potrebbe lasciare l’Italia in zona gialla il 7-8 gennaio, arancione il weekend 9-10 gennaio e dall’11 fino al 15 si attuerebbero le fasce di colore evidenziate dal prossimo monitoraggio Iss in arrivo venerdì 8 gennaio. La seconda opzione riguarda invece un anticipo sostanziale del nuovo Dpcm già dal 7 gennaio prossimo, con i tempi però molto stretti che non fanno prevedere uno svolgimento facile di questo particolare iter.

STRETTA COVID: LE POSSIBILI MISURE

Quello che è emerso tanto nel vertice di ieri Conte-capidelegazione quando nella riunione notturna Governo-Regioni è la volontà di stringere ulteriormente le maglie in gennaio per evitare l’arrivo della terza ondata: perciò si pensano misure – al di là della scelta finale tra ordinanza ponte e nuovo Dpcm – che vadano dal divieto di spostamento tra Regioni alla chiusura di negozi e bar-ristoranti nei weekend, dalla deroga mantenuta di massimo 2 ospiti in casa al possibile coprifuoco anticipato alle ore 20, fino al rientro in classe per studenti superiori solo al 50% (o addirittura la proroga della Dad almeno fino alla prossima settimana). I tempi stingono e ancora una volta i cittadini si ritrovano in balia di regole per ora solo annunciate e che dovrebbero scattare in realtà tra soli 3 giorni: negozi e attività di nuovo sull’orlo del baratro per possibili nuove chiusure dopo il già durissimo Decreto Natale (in scadenza il giorno dell’Epifania, ndr). Il Ministro Speranza ha lanciato ieri sera la proposta di una zona rossa nazionale per il prossimo weekend, ma saranno gli incontri di oggi (Cts-Governo e Governo-Regioni) a definire se l’ordinanza ponte verrà firmata già in serata e con quali misure che entreranno in vigore.

«In queste ore si sta lavorando all’ordinanza che stabilirà la tabella di marcia per i prossimi giorni», ha spiegato a Mattino 5 il viceministro Sileri, ribadendo la necessità sia di chiudere ulteriormente l’Italia nei prossimi giorni, sia di modificare i criteri di accesso alle diverse fasce di colore delle singole Regioni. «La valutazione del colore da assegnare alle Regioni seguirà dunque parametri più restrittivi per limitare la diffusione del numero dei contagi», conclude Sileri: si rendono più “rigidi” i criteri sull’Rt, (con 1 si entrerà subito in zona rossa) e di conseguenza anche gli altri parametri dell’algoritmo Cts si modificheranno per rendere le maglie ben più stringenti almeno fino a febbraio. Si pensa intanto ad una possibile “zona biancadopo il 15 gennaio, con la riapertura di cinema, teatri, piscine e palestre solo in quelle aree del Paese dove il Covid circolerà in forma molto bassa: per ora resta solo un’ipotesi formulata da alcuni Ministri nei vertici di ieri, ma se così avvenisse nel nuovo Dpcm si aggiungerebbe un “colore” alle tre fasce già esistenti, con possibilità di tenere aperti bar e ristoranti senza limiti di orario.