Arrivano importanti novità sul Dpcm firmato nella notte dal premier Giuseppe Conte
. Manca l’accordo su zone rosse, arancioni e gialle, per questo motivo l’esecutivo ha deciso di posticipare l’entrata in vigore del testo. Questo quanto reso noto da Palazzo Chigi: «Tutte le nuove misure previste dall’ultimo dpcm – quelle riservate alle aree gialle, arancioni e rosse – saranno in vigore a partire da venerdì 6 novembre. Lo ha deciso il governo per consentire a tutti di disporre del tempo utile per organizzare le proprie attività». Nessuna novità invece per quanto riguarda la scadenza del Dpcm, confermata al 3 dicembre 2020. Alle ore 20.20 è prevista la conferenza stampa di Giuseppe Conte per fare il punto della situazione sulle nuove misure per contenere l’emergenza coronavirus e non è da escludere che arrivino aggiornamenti proprio sul dossier zone rosse. (Aggiornamento di MB)
NUOVO DPCM: ITALIA DIVISA IN 3
Il Dpcm è pubblicato ma il vero nodo ancora non è stato sciolto: quali Regioni da domani saranno divisi nelle tre fasce? Al momento l’ordinanza del Ministero della Salute manca e non sembra neanche imminente (dovrebbe arrivare entro sera, probabilmente poco prima della conferenza stampa del Premier Conte, ancora senza orario certo però), in più l’atto prevede di sentire prima ogni singolo Presidente di Regione ma ancora questo non è avvenuto. «La strategia adottata non vuol dire esautorare i territori ma anzi vuol dire lavorare insieme responsabilizzandoli. Sono sicuro che la suddivisione in fasce funzionerà», spiega il Ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia. Al momento il confronto-scontro è ancora in corso con la Conferenza delle Regioni convocata per domani mattina prima dell’ennesima riunione Stato-Regioni immediatamente successiva: inoltre, il Governo ha adottato una nuova “terminologia” per la fascia più “moderata” considerata non più “verde” ma “gialla”, per dare il messaggio di non abbassare la guardia ai cittadini. Intanto però manca ancora la suddivisione delle Regioni e trionfano le “anticipazioni” date dai singoli Governatori in base agli ultimi dati in loro possesso, ovvero quelli del monitoraggio Iss 19-25 ottobre. Come ha spiegato Repubblica, la cabina di regia di Palazzo Chigi «rinuncia ad aggiornare il monitoraggio in vista delle ordinanze di Speranza. I dati regionali sono pochi e tardivi». E così in base alle anticipazioni, al momento la suddivisione prevede:
– zone gialle (rischio moderato): Abruzzo, Basilicata, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Marche, Molise, la Provincia autonoma di Trento, Sardegna, Toscana e Umbria.
– zone arancioni (rischio elevato): Liguria, Veneto, Campania, Puglia e Sicilia.
– zone rosse (rischio criticità massima): Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Calabria e la Provincia autonoma di Bolzano
COSA COMPORTANO LE 3 ZONE DELLE REGIONI
Ora è ufficiale anche il testo visto che il Governo ha pubblicato sul proprio portale il nuovo Dpcm 3 novembre con tanto di corposi allegati: viene confermato cosa si può/cosa non si può fare da domani fino al 3 dicembre mentre l’elemento più utile, ovvero come saranno divise le Regioni, ancora vede l’attesa del Ministero della Salute per la pubblicazione delle singole ordinanze applicative del Dpcm. Secondo il testo del nuovo decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale, nelle zone “arancioni” (ovvero quelle con “scenario di elevata gravità”) si decide quanto segue: Vietato entrare e uscire dal territorio del proprio Comune se non per motivi di urgenza, lavoro e salute autocertificati; negozi aperti ma chiusi tutti i locali della ristorazione. Per le zone rosse invece (scenario di massima gravità), il Governo impone da domani le medesime regole delle fasce arancioni con in più: negozi tutti chiusi, tranne alimentari, edicole, tabaccai, farmacie; scuole aperte solo infanzia, elementari e prima media. Per tutti gli altri è didattica a distanza. Per le zone verdi invece tengono fede le misure nazionali imposte dal Dpcm, ovvero coprifuoco, tpl 50%, 100% Dad alle superiori, chiusure mostre e musei.
CONTE HA FIRMATO IL NUOVO DPCM
Alla fine il nuovo Dpcm viene firmato poco prima della mezzanotte dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte dopo altre 24 ore di convulse riunioni, distanze non colmate con le Regioni e nodi tutt’altro che risolti all’interno della maggioranza. Una riunione finale tra il Premier, i capi delegazione, i ministri Francesco Boccia, Roberto Gualtieri e Stefano Patuanelli e il sottosegretario Riccardo Fraccaro pone “fine” allo strappo con le Regioni, immettendo nel testo del decreto la nota «il Ministero della Salute emetterà le ordinanze di chiusura sentiti i presidenti delle Regioni». Dal 5 novembre fino al 3 dicembre prossimo – i termini di cornice del nuovo Dpcm – l’Italia sarà divisa in tre fasce per ordine di rischio contagio: le valutazioni verranno decise ogni 2 settimane dalle analisi del Ministro Speranza che in specifiche ordinanze porrà una Regione in una zona piuttosto che in un’altra. La bozza generale del testo – in atteso dell’imminente pubblicazione in Gazzetta Ufficiale – non cambia di molto rispetto a quanto circolato ieri: una cornice nazionale dove si instaura il coprifuoco notturno dalle 22 alle 5, la Dad al 100% per le scuole superiori, il trasporto pubblico con capienza al 50%, la chiusura di musei; ma anche una divisione in 3 fasce (verde, arancione, rossa) per ordine di rischio con relative strette ulteriori nelle 2 aree più in sofferenza, quelle relative allo scenario 3 e 4 del documento Iss.
NUOVO DPCM: LE NUOVE MISURE NAZIONALI
In attesa della pubblicazione in Gazzetta del nuovo Dpcm – e in attesa della conferenza stampa in giornata del Premier Conte per illustrare alla nazione le misure e le Regioni inserite nelle singole fasce – entriamo nello specifico delle nuove misure che interesseranno l’intero Paese a partire dalla giornata di domani. Partendo dalle misure “nazionali” – che varranno in sostanza come uniche regole per le Regioni in fascia “verde” – la novità più importante è il coprifuoco notturno: «Dalle ore 22:00 alle ore 5:00 sono consentiti esclusivamente gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, da situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. E’ in ogni caso fortemente raccomandato a tutte le persone fisiche, per tutto l’arco della giornata, di non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, salvo che per esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi». La scuola porta la didattica a distanza al 100% per le scuole superiori (con obbligo mascherine alle medie e nelle elementari), i trasporti al 50% di capienza, nei weekend vengono chiusi i centri commerciali mentre viene imposto lo stop ai concorsi tranne che per il personale della sanità. Per tutte le altre chiusure, restano in vigore le norme del precedente Dpcm 24 ottobre, dunque chiuse piscine, centri sportivi non professionistici, terme, palestre.
COSA SUCCEDE NELLE REGIONI
L’elemento però di maggiore novità del nuovo Dpcm in vigore dal 5 novembre riguarda la suddivisione delle Regioni in tre aree di rischio: al momento in cui scriviamo ancora il Ministero della Salute non ha indicato le specifiche divisioni, mentre sono già pronte le norme che scatteranno nelle aree verdi, arancioni e rosse. Fronte spostamenti: nelle aree ad alto rischio che ricadono negli scenari 3 e 4 indicati nel documento dell’Iss è vietato ogni spostamento in entrata e uscita dai territori. Può riguardare intere Regioni o parti di esse, ma resta una differenza tra le aree arancioni (rischio 3) e rosse (rischio 4): in queste ultime sono vietati anche gli spostamenti all’interno dei medesimi territori, ovvero tra comuni e province. Per ogni uscita di casa occorre l’autocertificazione che specifiche le motivazioni valide (salute, spesa, lavoro, scuola); nelle zone rosse vengono chiusi i negozi, i bar, i ristoranti e tutte le attività considerate “non essenziali”. Nelle aree arancioni invece i negozi non chiudono, ma restano invece serrati tutti i servizi di ristorazione (bar, locali e pub); consentita sempre l’attività motoria in prossimità della propria abitazione e con obbligo della mascherina e l’attività sportiva «esclusivamente all’aperto e in forma individuale». Smart working aumentato e consigliato sempre laddove possibile, capitolo finale a parte su parrucchieri e centri estetici: nelle zone di massima gravità – le zone rosse – sono «sospese le attività inerenti servizi alla persona fra cui parrucchieri, barbieri, estetisti», mentre restano aperti nelle zone verde e arancione. Le Regioni all’ultimo hanno nuovamente richiesto un maggior concerto nella decisione sui propri territori, ma la firma del Dpcm a notte fonda ha di fatto “impedito” questo ulteriore coinvolgimento: «la seconda ondata della pandemia stia colpendo in maniera generale tutto il territorio nazionale e ribadiscono, pertanto, la richiesta di univoche misure nazionali ed, in via integrativa, provvedimenti più restrittivi di livello regionale e locale», ha scritto ieri sera, nel documento firmato e inviato a Conte, il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini,