Annunciato da diversi giorni, ieri è stato approvato il nuovo Dpcm con cui il Governo cerca di evitare il lockdown “rigido”, ma che limita ancore le attività economiche. Anche per questo si parla già di un Decreto ristori-bis da 1,5 miliardi di euro. E non è da escludere il ricorso a nuovo scostamento di bilancio, inserito nella risoluzione di maggioranza approvata alla Camera lunedì. Nonostante il rimbalzo del Pil del terzo trimestre, sembra difficile che di questo passo le previsioni della Nadef possano essere rispettate. Nel frattempo la Legge di bilancio, approvata salvo intese quasi un mese fa, verrà rimaneggiata in Consiglio dei ministri per arrivare in Parlamento la settimana prossima. Francesco Forte, ex ministro delle Finanze e per il Coordinamento delle politiche comunitarie, non nasconde che la scarsa chiarezza con cui sta agendo l’esecutivo rischia di rendere ancora più pesanti per l’economia gli effetti dei provvedimenti. «Non sappiamo se queste misure avranno davvero un effetto positivo sanitario o meno, cosa che naturalmente condiziona le successive misure e anche i relativi costi economici».



Parla degli indennizzi, dei ristori?

Non solo. Su di essi c’è da dire che la velocità con cui arriveranno è importante. Il punto vero è che il regime di incertezza non aiuta la ripresa delle attività. Ci potrà essere sempre più la tentazione di chiudere, incassare l’indennizzo, in attesa di vedere se arriveranno tempi migliori. L’incertezza, inoltre, com’è stato rilevato dal Governatore della Banca d’Italia Visco, fa sì che molti italiani non investano, che i soldi dei risparmiatori restino sul conto in banca senza tradursi nemmeno in un fondo di investimento. Anche perché c’è una crisi internazionale e non si sa cosa accadrà in America dopo le elezioni. Tutto questo ha anche un effetto sulle previsioni fatte dal Governo.



In che modo?

Gli investimenti privati delle imprese e degli individui tendono a ristagnare perciò l’economia non recupererà con vigore. Se a ciò aggiungiamo i continui scostamenti di bilancio derivanti dagli indennizzi e dai sussidi per compensare le restrizioni decise dal Governo, aumenta il rischio che i conti pubblici non restino nei binari previsti, anche perché i soldi del Recovery fund arriveranno non prima di sei mesi. A un certo punto Mattarella potrebbe anche decidere di intervenire.

Favorendo la nascita di un Governo di unità nazionale?

Mi sembra complicato poter arrivare a un tale tipo di esecutivo. Credo sarebbe auspicabile una sorta di commissariamento dell’attuale Governo, con un tavolo di coordinamento nazionale che quanto meno crei una situazione un poco più chiara. Dopo che abbiamo avuto Monti e i suoi tecnici, non così bravi visto che hanno sbagliato i calcoli, è meglio evitare il Governo dei medici. Per fortuna la Bce sta portando avanti la sua azione e potrebbe anche ampliarla dal mese prossimo e nessun Paese europeo, nemmeno i cosiddetti frugali, può permettersi di far esplodere un Paese come l’Italia, perché le conseguenze sarebbero disastrose per tutti. Il giudizio sui conti pubblici italiani non è però positivo.



C’è il rischio quindi di pagare un conto salato più avanti?

Certamente in futuro dovremo pagare il conto. Per il momento, però, a causa di una situazione europea molto delicata, possiamo godere di un ampio periodo di respiro. Toccherà ai Governi futuri porre rimedio alla situazione che si sta determinando ora. L’azione dell’attuale esecutivo sta spianando la strada al centrodestra, ma questa coalizione potrebbe non approfittarne.

Cosa intende dire?

Che purtroppo nel centrodestra i due principali partiti, Lega e Fratelli d’Italia, non mi paiono poter svolgere pienamente un compito di governo generale. Non possono vivere di protesta contro l’Europa in un’epoca in cui senza essere collaborativi in sede europea non si riesce ad andare avanti.

Tra non molto dovrebbe esserci un momento di verifica nella maggioranza. Come vede la situazione in questo campo politico?

Purtroppo il Pd sta continuando a dare spago a Conte perché teme una caduta del Governo con la conseguenza di un ritorno alle urne e la messa in discussione della possibilità di giocare un ruolo importante nell’elezione del prossimo presidente della Repubblica. Personalmente credo sarebbe meglio procedere a un rimpasto, anche perché non capisco come Gualtieri possa continuare a stare al Mef se non è libero di portare avanti la sua linea, come si è visto nel caso del ricorso al Mes.

(Lorenzo Torrisi)