Con le anticipazioni della bozza del nuovo Dpcm scoppia lo scontro istituzionale tra governo e Regioni. Sullo schema di quanto avvenuto nei giorni della prima ondata, anche in autunno non mancano le polemiche. Stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, le Regioni sarebbero insorte in particolare per la scelta di chiudere tutte le attività alle ore 18 (bar, ristoranti, negozi), lasciando però libertà di spostamento per i cittadini. In aggiunta il governo aveva pensato di tenere del tutto chiusi la domenica e i festivi bar, ristoranti e gelaterie. A questa norma è seguita la “ribellione” delle Regioni, che in una lettera (clicca qui per leggerne il contenuto) firmata dal presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, hanno comunicato la volontà di “stoppare” il coprifuoco alle 18 e chiesto che i ristoranti restino aperti fino alle 23, i bar alle 20, la domenica tutti aperti e nel fine settimana chiusi i centri commerciali. Le Regioni si oppongono inoltre alla decisione di fermare la circolazione tra diverse regioni e infine contestano la decisione di portare fino al 75% la percentuale di didattica a distanza per i licei, per i quali vogliono la totale chiusura con il via libera alla Dad. Regioni che dunque vogliono ristoranti aperti e licei chiusi: una posizione che al momento appare indigeribile per l’ala rigorista del governo e per lo stesso Conte. Secondo Il Corriere della Sera, inoltre, dalle Regioni sarebbe pervenuta la richiesta di rivalutare la chiusura di palestre, piscine, centri sportivi, cinema, teatri etc. (agg. di Dario D’Angelo)
NUOVA BOZZA DPCM: “BAR E RISTORANTI CHIUSI DALLE 18”
Ulteriori dettagli arrivano rispetto alla bozza del nuovo Dpcm che il governo si accinge a varare nel tentativo di arginare la seconda ondata di contagi da coronavirus che sta investendo l’Italia. Nell’attesa di capire se questa sera avrà luogo la conferenza stampa del premier Conte, nella bozza si legge: “A decorrere dal 26 ottobre 2020, le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) sono sospese la domenica e i giorni festivi; negli altri giorni le predette attività sono consentite dalle ore 5 fino alle 18; il consumo al tavolo è consentito per un massimo di quattro persone per tavolo, salvo che siano tutti conviventi;dopo le 18 è vietato il consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici e aperti al pubblico“. Nel documento si legge ancora: “Resta consentita senza limiti di orario la ristorazione negli alberghi e in altre strutture ricettive limitatamente ai propri clienti; resta sempre consentita la ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di trasporto, nonché fino alle ore 24,00 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze“.
Da segnalare anche la sospensione delle “attività di palestre, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali, fatta eccezione per l’erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza, nonché centri culturali, centri sociali e centri ricreativi; ferma restando la sospensione delle attività di piscine e palestre, l’attività sportiva di base e l’attività motoria in genere svolte presso centri e circoli sportivi, pubblici e privati, sono consentite nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento, in conformità con le linee guida emanate dall’Ufficio per lo sport, sentita la Federazione medico sportiva italiana (FMSI), fatti salvi gli ulteriori indirizzi operativi emanati dalle Regioni e dalle Province autonome, ai sensi dell’ art. 1, comma 14, del decreto-legge n. 33 del 2020“.
“E’ consentito“, si legge, “svolgere attività sportiva o attività motoria all’aperto, anche presso aree attrezzate e parchi pubblici, ove accessibili, purché comunque nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno due metri per l’attività sportiva e di almeno un metro per ogni altra attività salvo che non sia necessaria la presenza di un accompagnatore per i minori o le persone non completamente autosufficienti“.
NUOVO DPCM, BOZZA: STOP CERIMONIE CIVILI E RELIGIOSE
La prima bozza di Dcpm a cui sta lavorando il governo prevede il divieto di “feste nei luoghi al chiuso e all’aperto, ivi comprese quelle conseguenti alle cerimonie civili e religiose. Con riguardo alle abitazioni private, è fortemente raccomandato di non ricevere persone diverse dai conviventi, salvo che per comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità e urgenza”. Stop dunque alle feste dopo le cerimonie di matrimoni, battesimi e comunioni: è soltanto una delle misure previste dal governo Conte per limitare l’impennata di contagi di coronavirus in Italia. Come riportato da SkyTg24, ad essere sospesi dovrebbero essere anche per i “convegni, i congressi e gli altri eventi, ad eccezione di quelli che si svolgono con modalità a distanza. Nell’ambito delle pubbliche amministrazioni le riunioni si svolgono in modalità a distanza, salvo la sussistenza di motivate ragioni; è fortemente raccomandato svolgere anche le riunioni private in modalità a distanza“.
Per quanto riguarda le attività commerciali al dettaglio ne sarà consentito lo svolgimento “a condizione che sia assicurato, oltre alla distanza interpersonale di almeno un metro, che gli ingressi avvengano in modo dilazionato e che venga impedito di sostare all’interno dei locali più del tempo necessario all’acquisto dei beni“. Se la bozza dovesse restare questa, ad essere sospesi sarebbero anche “gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato; restano consentiti gli eventi e le competizioni sportive, nonché le sedute di allenamento degli atleti agonisti, riguardanti gli sport individuali e di squadra – riconosciuti dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), dal Comitato italiano paralimpico (CIP) e dalle rispettive federazioni sportive nazionali, ovvero organizzati da organismi sportivi internazionali – all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse, ovvero all’aperto senza la presenza di pubblico, nel rispetto dei protocolli emanati dalle rispettive Federazioni sportive nazionali“. Le nuove misure restrittive contenute nella bozza del Dpcm che l’esecutivo si accinge a varare potrebbero restare in vigore – secondo fonti di maggioranza – fino al 30 novembre. (agg. di Dario D’Angelo)
NUOVO DPCM, BOZZA: IPOTESI COPRIFUOCO ORE 18
Arrivano importanti aggiornamenti sul nuovo Dpcm, per il momento esclusa l’ipotesi lockdown ma nella bozza figurano altri provvedimenti restrittivi. In corso in questi minuti il vertice tra il premier Giuseppe Conte ed i capigruppo della maggioranza e dell’opposizione: una riunione per fare il punto della situazione in vista del testo che potrebbe essere pubblicato entro domani sera. La bozza del nuovo Dpcm, spiega Il Fatto Quotidiano, prevede l’anticipo del coprifuoco alle 18 e la chiusura di bar e ristoranti la domenica. Per quanto riguarda gli spostamenti, non sono previsti divieti ma il testo raccomanda fortemente di non spostarsi «con mezzi di trasporto pubblici o privati, in un Comune diverso da quello di residenza, domicilio o abitazione, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi e non disponibili in tale comune». Confermata la chiusura di piscine, palestre e centri termali. (Aggiornamento di MB)
NUOVO DPCM, SPERANZA CONVOCA CTS
Proseguono le grandi manovre in seno al governo in vista di un possibile nuovo Dpcm che potrebbe arrivare nel giro di 24/48 ore. Dopo che Conte ha riunito i ministri e i capi delegazione, il titolare della Salute, Roberto Speranza, ha convocato per le 15:30 di oggi il Comitato Tecnico Scientifico, una riunione con gli esperti della scienza per analizzare quasi sicuramente possibili nuove misure anti-contagio. Fra mezz’ora, alle 16:30, si terrà invece la riunione fra lo stato e le regioni con la presenza in videoconferenza del ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia (affetto da covid), e a cui prenderanno parte anche comuni e province, ma anche Speranza e Domenico Arcuri, commissario straordinario per l’emergenza. «Non è questo il caso e il momento di un lockdown totale – ha rassicurato Boccia a SkyTg24.it – bisognerà stringere molto di più, ma no a lockdown totale. Stato e Regioni non sono entità distinte, ma parti diverse di un copro unico. Troveremo in queste ore un’intesa per restringere ancora quei bulloni, che vanno stretti». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
NUOVO DPCM, LOCKDOWN IN ARRIVO? RIUNIONE IN CORSO CONTE, MINISTRI E CAPI DELEGAZIONE
Il nuovo Dpcm contenente ulteriori misure di restrizioni per contrastare l’epidemia di coronavirus potrebbe arrivare nelle prossime ore, forse già domani o al più tardi nella giornata di lunedì, 26 ottobre. Come riferito poco fa dai colleghi dell’Adnkronos, il premier Conte ha riunito i vari capi delegazione nonché i ministri direttamente coinvolti, per fare il punto sulle nuove strette, e la riunione è in corso al momento in parte in presenza e in parte in collegamento video. Oggi è anche in programma un nuovo incontro fra lo Stato e le Regioni per fare il punto sulla situazione, e la sensazione è che si vada verso un “quasi” lockdown, alla luce degli allarmi lanciati nelle ultime ore dal governatore della Campania, De Luca, e da quello della Lombardia, Fontana. “Le prossime settimane si preannunciano molto complesse – il messaggio di Conte di stamane in diretta sulla sua pagina Facebook – non potremo abbassare la guardia di fronte all’avanzata del virus. Se non proteggiamo la salute non potremo proteggere nemmeno l’economia”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
NUOVO DPCM LOCKDOWN COVID? ITALIA ZONA ARANCIONE, IPOTESI “SOFT”: LE MISURE
Nuovo Dpcm, si va verso il lockdown? Questa è la domanda che si stanno ponendo in molti in vista della nuova legge targata Giuseppe Conte, che potrebbe arrivare già entro domani sera. Come riporta il Corriere della Sera, il Governo ha deciso di cambiare passo e sono in corso in queste ore le valutazioni del caso sui vari dossier. Ieri è stata sfiorata quota 20 mila contagiati, un aumento esponenziale di casi positivi che ha fatto scattare l’allarme. Contrario a una nuova chiusura totale del Paese, il premier Conte è pronto a puntare su un “lockdown soft” esteso a tutto il territorio nazionale. L’Italia diventerebbe così una zona arancione: ad un passo dalla chiusura generale, mette in rilievo La Stampa, ma in modo da non bloccare scuole, attività produttive ed esercizi commerciali che offrono servizi essenziali. Una strategia che non prevede limitazioni agli spostamenti ma la chiusura dei confini regionali. Non sono esclusi interventi ancora più duri nelle aree dove l’indice dei casi positivi è considerato oltre la soglia di sicurezza, Milano e Genova su tutte. La Stampa spiega che l’idea della zona arancione arriva da due studi dell’Istituto Mario negri, «dove viene dimostrato che nel breve periodo in cui questa misura restò in vigore in Italia, dall’8 al 12 marzo, ottenne effetti benefici sulla curva dei contagi».
NUOVO DPCM, SI VA VERSO IL LOCKDOWN? LE MISURE
Nel nuovo Dpcm con “lockdown soft” sono ovviamente previste misure più energiche per tentare di piegare la curva e uno dei provvedimenti più discussi è quello legato al coprifuoco: come evidenziato dal Corriere, gli scienziati spingono per lo stop alle ore 21, se non alle ore 20, mentre diversi ministri – con l’obiettivo di salvaguardare le attività di ristorazione – sono orientati a posticipare il coprifuoco alle ore 22 o alle ore 23. Si va verso la chiusura di palestre e piscine, già finite nel mirino di Conte in precedenza, mentre sarà possibile fare jogging e attività motoria. Confermata la chiusura dei centri commerciali nel fine settimana, mentre i negozi al dettaglio resteranno aperti. Da valutare il “destino” dei mercati rionali: o ci sarà una stretta o verranno chiusi. Come già evidenziato, le scuole resteranno aperte, ma si va verso una precisazione della percentuale di didattica a distanza per le scuole superiori (50%). Infine, dovrebbero rimanere aperti i negozi per i servizi alla persona (estetisti e parrucchieri, per fare due esempi).