Entrerà in vigore oggi il nuovo Dpcm presentato ieri dal presidente del consiglio Giuseppe Conte, con le nuove misure introdotte per contenere l’epidemia di coronavirus. Le novità più importanti del nuovo Dpcm riguardano in particolare le regole anti-movida, con i bar che dovranno fornire solo servizio al tavolo dalle ore 18:00, e con i locali (ristoranti, pub, bar e via discorrendo) che dovranno chiudere alle 24:00. Fa storcere il naso ai sindaci il fatto che dovranno essere loro a decidere di chiudere o meno le strade in caso di assembramenti, mentre per quanto riguarda le palestre, il premier ha dato una settimana di tempo affinchè si adeguino, pena la nuova chiusura. L’Opposizione non ha gradito l’ultimo Dpcm, lamentando uno scarso coinvolgimento: «Dopo sei mesi – la nota sottoscritta da Salvini, Meloni e Berlusconi – il governo continua a non coinvolgere l’opposizione nelle sue decisioni. Un’opposizione che governa 14 Regioni su 20. E che rappresenta la maggioranza degli italiani». E ancora: «I presidenti di Regione non hanno avuto una reale possibilità di fare osservazioni e di dare suggerimenti sul Dpcm, nonostante il senso di responsabilità sempre dimostrato. Non si può definire “coinvolgimento” una telefonata con la quale si preannunciava una conferenza stampa già fissata». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



NUOVO DPCM: LE NUOVE MISURE ANTI-CORONAVIRUS

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha parlato in conferenza stampa per illustrare le norme anti-coronavirus e il nuovo Dpcm. Tra i provvedimenti presi dal Governo, la stretta sulla movida, con la possibilità per i sindaci di procedere con la chiusura delle strade e di piazze molto affollate alle 21, con una sorta di “coprifuoco”. Chiusura anticipata alle ore 18.00 per i locali che non possono garantire posti a sedere. Stop agli sport da contatto, per quanto riguarda le palestre e le piscine il governo ha dato una settimana di tempo per rispettare i protocolli, in caso contrario scatterà una chiusura. Per la scuola, il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha annunciato che “proseguono le lezioni in presenza” ma per le superiori saranno agevolate modalità flessibili con ingresso degli alunni dalle 9 e, laddove possibile, l’introduzione di lezioni pomeridiane. Confermata la sospensione delle attività congressistiche, salvo che non si svolgano a distanza. Consentite invece fiere a carattere nazionale e internazionale. (Aggiornamento di Jacopo D’Antuono)



NUOVO DPCM: TERMINATA RIUNIONE DEI CAPIDELEGAZIONE DI GOVERNO

È terminata dopo oltre tre ore la riunione dei capidelegazione di Governo sul nuovo Dpcm ormai imminente: a quanto trapela dall’Ansa, non sarebbero stati pochi i punti di scontro all’interno dei partiti, con in particolare Spadafora e Bellanova (M5s e Italia Viva) sulla stessa scia per tenere aperte le palestre e le piscine mentre la restante parte dell’esecutivo mira ad una ulteriore chiusura per evitare assembramenti e attività ludiche considerate “non necessarie”. I locali con la chiusura alle 24 non convincono parte de Pd che invece vorrebbe maggiori chiusure e restrizioni, mentre è sulla scuola che si sarebbe consumata la discussione più imponente: la Ministra Lucia Azzolina – non presente in quanto non capodelegazione M5s (è Alfonso Bonafede, ndr) – è stata contattata sulla proposta emersa di doppi turni mattina/pomeriggio alle superiori per evitare l’utilizzo alla didattica a distanza (altro punto escluso dalla stessa titolare Miur). Ebbene, la Azzolina si è detta contraria anche a questa possibilità ribadendo l’impegno per una scuola in presenza sempre e in tutto il Paese, salvo le già presenti situazioni di DAD laddove non vi siano gli spazi necessari (per mancanza dei banchi o impossibilità dell’edilizia presente). La conferenza stampa del Premier Conte (QUI LA DIRETTA VIDEO), prevista inizialmente per le 18, è slittata alle 20 e ora non si ha un orario certo visto che dopo la riunione convulsa con i capidelegazione, la bozza del Dpcm è stata inviata a Cts e Regioni per avere un ultimo parere finale prima della firma del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Fonti giunte in redazione ci dicono che la situazione sia ancora non del tutto risolta anche con le parti sociali, con una bozza del Dpcm che stenta a decollare e che potrebbe portare la conferenza stampa nel corso della serata e non più alle 20.30-21.



LE ULTIME NOVITÀ NEL TESTO DPCM

Alla fine dovrebbe esser scongiurato il coprifuoco tanto negli spostamenti quanto per i locali, che saranno comunque costretti a chiudere tutti alle ore 24 senza deroghe (sulla scia delle norme previste dalla ordinanza Lombardia): l’accordo tra Regioni e Governo è giunto nonostante le indicazioni generali del Cts fossero più restrittive su praticamente ogni aspetto della vita in società ad esclusione di lavoro e scuola. I numeri di oggi del contagio fanno di nuovo risuonare l’allarme su ricoveri e contagiati, anche se per il professor Franco Locatelli (presidente Cns) non si deve eccedere nel panico e nell’allarmismo dato che restano sintomatici una quantità nettamente minore dell’intero globalità dei nuovi infetti da Covid-19. Nel vertice con le Regioni viene inoltre deciso un ulteriore stop a sagre e fiere locali: sul fronte piscine e palestre invece – come del resto sulla regola dei 6 invitati al tavolo dei locali – ancora non è stata normata e probabilmente sarà lo stesso Premier Conte ad annunciarlo nella conferenza stampa prevista per le ore 20. Come riporta il Corriere della Sera, il nuovo Dpcm sospenderà le riunioni in presenza nelle aziende, invitando le stesse imprese – assieme agli studi professionali e ogni altra categoria di lavoratori – a convocare le riunioni in video conferenza, limitando al minimo indispensabile i meeting “live”. Per i trasporti rimarrà invece la soglia dell’80% di capienza posti, con il maggior smart working e gli ingressi scaglionati in scuole e uffici pubblici che dovrebbero, secondo il Ministro De Micheli, avere l’effetto di ridurre già il carico passeggeri quotidiano sul trasporto pubblico nazionale e locale.

ACCORDO CON LE REGIONI SU LOCALI E TRASPORTI

Dopo l’avanzata delle Regioni l’accordo sembra essere raggiunto al termine della Cabina di Regia con il Governo: «Le Regioni hanno proposto al Governo di non chiudere le palestre, hanno confermato la richiesta di chiusura dei locali alle 24, di coinvolgere i medici di famiglia nei tamponi rapidi (come già succede in Liguria) e di svolgere i test salivari in farmacia. Proposte di buonsenso che speriamo vengano accolte», così poco fa il Governatore Toti, con la conferma dell’accordo che però arriva dalle ultimi “spifferi” arrivati alle agenzie. I locali rimarranno chiusi ma solo dalle 24 in poi mentre verrà “preso” ad esempio l’ordinanza di Regione Lombardia con il divieto di vendita e asporto alcolici già dopo le ore 18 invece che alle 21 come nel precedente Dpcm: l’ipotesi di “coprifuoco” nella movida potrebbe essere applicato a livello locale e solo nei quartieri maggiormente coinvolti dalla vita notturna dei locali: ci sarebbe l’ok sia del Governo che delle Regioni, mentre si valuta a livello comunale. In discussione ancora la “regola del 6” ai tavoli dei locali, mentre novità importanti arrivano sul fronte trasporti: «Da parte nostra c’è massima disponibilità. Ci sono già 1.628 bus turistici in circolazione e siamo disponibili a potenziare il sistema del Trasporto Pubblico Locale», spiega la Ministra dei Trasporti Paola De Micheli. Diventa intanto sempre più probabile la conferenza stampa del Premier Conte attorno alle ore 18 in diretta tv e Facebook.

AZZOLINA “NO DAD A SCUOLA”

Nel vertice tra Regioni, Territori e Governo la Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha ribadito l’intenzione di non inserire la Didattica a Distanza (DAD) come obbligatoria nel prossimo Dpcm in uscita questa sera: «La scuola in presenza è fondamentale per tutti, dai più piccoli all’ultimo anno del secondo grado», riporta l’Adnkronos su fonti di Governo pervenute durante la riunione con gli enti locali ancora in corso da questa mattina. Per le scuole secondarie di secondo grado, ovvero le superiore, una parte di DAD è già presente ma non verrà estesa: in merito alla differenziazione degli orari per l’ingresso a scuola, le Regioni hanno ribadito la richiesta di organizzare eventuali adattamenti proprio per le superiori. La linea del Miur resta dunque chiara: no misure generalizzate ma interventi mirati a seconda del livello di contagio di quel territorio. Sempre Azzolina ha poi lanciato nuovo appello: «non si guardi solo a Scuola e Università. La scuola ha già contribuito a decongestionare i trasporti. Ora si agisca anche su altri settori». Il Ministero dello Sport all’Ansa fa sapere invece dopo i retroscena emersi nel vertice notturno sul Dpcm, che «Nessuna decisione è stata presa ancora in merito alla chiusura di palestre e piscine». Il vicepresidente della Conferenza Stato-Regioni, Giovanni Toti (Governatore Liguria) ha invece fatto sapere di avere richiesto ufficialmente al Governo «di non intervenire penalizzando ulteriormente i locali pubblici con altre riduzioni di orario. Serve più didattica a distanza a rotazione per i ragazzi degli ultimi anni dei licei ma serve scaglionare ingressi nelle scuole e nei luoghi di lavoro».

NUOVE MISURE NEL DPCM

Si apre la giornata forse decisiva per la pubblicazione del nuovo Dpcm anti-contagio a soli 6 giorni dall’ultimo decreto lanciato dal Governo Conte: i contagi sono aumentati a livello esponenziale nell’ultima settimana, con anche ricoveri e ospedalizzazioni che hanno preso aumenti importanti seppure ancora non paragonabili per fortuna ai periodi peggiori di marzo-aprile. Nelle ultime 48 ore il braccio di ferro costante in Consiglio dei Ministri vede due “ali” sostanzialmente opposte: i “chiusuristi” capeggiati dai Ministri Speranza e Franceschini, che puntano a chiudere il più possibile tra locali, negozi e attività per limitare i contagi e avvicinarsi il più possibile ad un coprifuoco “alla francese” (dalle 21 alle 6 del mattino divieto di uscire di casa se non per lavoro o salute); gli “aperturisti” che con parte del M5s e i Ministri renziani spingono invece sulla necessità di non compromettere ulteriormente l’economia di un Paese già in ginocchio, puntando sull’assunto che almeno fino al vaccino bisognerà imparare a “convivere con il Covid”. La bozza finale di compromessa sulla stretta del Governo, dopo le indicazioni del Cts di ieri, verrà presentato alle Regioni nella mattinata di domenica in vista dell’ormai confermata conferenza stampa di questa sera del Presidente Giuseppe Conte dove presenterà le nuove misure del Dpcm anti-Covid in vigore a questo punto dalla giornata di domani.

OGGI ANNUNCIO DPCM CONTE IN CONFERENZA STAMPA

Le fonti di Governo all’Adnkronos hanno riportato ieri come le uniche vere misure di restrizioni anti-Covid verranno presentati nel testo del Dpcm e poi annunciati da Conte in conferenza stampa: dopo anticipazioni, ipotetiche bozze, retroscena – riportano le fonti di Palazzo Chigi – «sono da ritenersi fughe in avanti e ipotesi non corrispondenti a verità”, precisano le fonti. L’invito del Governo agli organi di informazione è di evitare di alimentare confusione nei cittadini, in attesa di comunicazioni ufficiali che avverranno nella giornata di domani con una conferenza stampa del Presidente del Consiglio». Sembra dunque davvero essere tornati, almeno a livello di comunicazione delle autorità, ai tempi della fase 1 con il braccio di ferro interno al Governo, tra le Regioni e con il Comitato Tecnico Scientifico. Nel vertice Stato-Regioni di stamane partecipano i Ministri Boccia (Affari Regionali), Speranza (Salute), Azzolina (Scuola), De Micheli (Trasporti) assieme al commissario all’emergenza Domenico Arcuri e al capo della Protezione Civile Angelo Borrelli: per gli enti locali presente i rappresentanti di Regioni, Anci e Upi.

LE INDICAZIONI DEL CTS

Il nuovo Dpcm in arrivo dovrebbe dunque contenere un misto di compromesso politico del Governo e le indicazioni giunte ieri dal Comitato Tecnico Scientifico: si dovrebbe evitare il mini-lockdown, ovvero il coprifuoco per tutti la sera come avviene a Parigi, ma saranno comunque molto dure le strette in vista per locali e negozi. Si punta a chiudere ristoranti alle 23, con la possibilità alle Regioni di essere ulteriormente più stringenti in caso di aumento eccessivo dei contagi. Il Cts vuole aggiungere la “regola del 6”, esattamente come per le case private, con maggiori controlli nei locali per vedere rispettato il numero massimo ammesso di avventori per tavoli. Non ci sarà la chiusura delle scuole ma si va verso la possibilità di allungare gli orari evitando sovraffollamenti negli ingressi e nelle uscite: per ora la didattica a distanza la Ministra Azzolina tende ad escluderla, ma ieri il Cts è stato netto «nelle attuali condizioni epidemiologiche il CTS suggerisce di considerare l’adozione di orari scaglionati per l’ingresso in presenza degli studenti universitari e delle scuole di secondo grado. Un’importante criticità è rappresentata dal trasporto pubblico locale che non sembra essersi adeguato alle rinnovate esigenze, nonostante il CTS abbia evidenziato fin dallo scorso mese di aprile la necessità di riorganizzazione, incentivando una diversa mobilità con il coinvolgimento attivo delle istituzioni locali e dei mobility manager». Si va verso il divieto assoluto anche degli sport a livello dilettantistico, soli 7 giorni dopo aver promesso la non chiusura delle attività, società e circoli Coni che erano stati “salvati” dal precedente Dpcm; parrucchieri ed estetisti rimarranno aperti, mentre per palestre e piscine si discuterà fino all’ultimo in Consiglio dei Ministri. Potenziato lo smart working fino al 75% della forza lavoro da tenere a casa (ma sorgono dubbi su come far imporre la norma) e infine nessun intervento per ora sui trasporti pubblici, in attesa di capire come le norme del nuovo Dpcm impatteranno sul traffico dei pendolari nelle grandi città.