È terminata la riunione straordinaria della Conferenza delle Regioni. Ad annunciarlo il presidente Stefano Bonaccini, il quale ha annunciato che nelle prossime ore le Regioni «presenteranno al governo una piattaforma di proposte in vista del prossimo Dpcm». C’è intesa, dunque, riguardo la richiesta di «un deciso cambio di passo nella campagna vaccinale e per la ripresa economica». Anche per questo è stato chiesto un incontro urgente al Governo. La priorità dei governatori è la campagna vaccinale: «Sta andando a rilento. E questo non per disguidi organizzativi, per carenza di personale o indisponibilità della popolazione. Il problema è nell’approvvigionamento. Per questo chiediamo al Governo di intraprendere ogni sforzo per reperire più dosi». Bonaccini ha garantito che le Regioni sono disponibili per collaborare, «a partire dal coinvolgimento diretto di aziende e filiere nazionali». Ma ritengono anche necessaria «una verifica sul personale che occorrerà coinvolgere e stiamo già collaborando attivamente con il Governo per arrivare ad un accordo quadro con i medici di medicina generale».



Nel corso della riunione odierna è stata affrontata anche la questione dell’attuale sistema di regole. La Conferenza delle Regioni ritiene che sia necessaria «una revisione ed una semplificazione con la contestuale revisione dei criteri e dei parametri di classificazione. Serve un respiro più lungo ed un’analisi approfondita dei luoghi e delle attività, anche in base ai dati di rischio già accertati». Inoltre, si aspettano che «le misure siano conosciute con congruo anticipo e tempestività dai cittadini e dalle imprese». Infine, le Regioni chiedono che i provvedimenti che introducono restrizioni particolari per singoli territori scattino insieme a indennizzi per le categorie coinvolte: «A questo scopo è anche necessario che i provvedimenti restrittivi regionali siano adottati con l’intesa del ministro della Salute». (agg. di Silvana Palazzo)



CONFERENZA DELLE REGIONI: “USARE CRITERI OGGETTIVI”

È in corso in collegamento video la riunione straordinaria della Conferenza delle Regioni in vista del nuovo Dpcm. Ma la notizia del taglio annunciato da AstraZeneca delle dosi di vaccino in consegna in Italia è diventato uno dei temi, infatti secondo RaiNews verrà fatta in questa sede una prima stima dell’ammanco. Peraltro, non è ancora chiaro se questo taglio si riferisce solo a questa settimana e alla prossima o sarà diluito nel tempo. Altrettanto importante è il tema delle misure contro la diffusione delle varianti Covid. «Il sistema a fasce oggi mostra qualche limite. Le continue chiusure e aperture rischiano si sfibrare i cittadini», ha dichiarato Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle Regioni e della Regione Emilia-Romagna. «Quello di oggi è un primo incontro tra Regioni, perché era qualche giorno che non ci vedevamo, dopo il cambio dell’esecutivo. Inizia un nuovo governo e nei prossimi giorni ci vedremo anche con il neo ministro per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini, e il ministro della Sanità, Roberto Speranza», ha poi annunciato.



Le posizioni delle regioni però sono distanti, soprattutto sul tema delle zone. Ad esempio, l’ipotesi di un’Italia zona arancione non convince tutti. Il presidente della Toscana, Eugenio Giani, dal canto suo ha chiesto criteri trasparenti e oggettivi, che la gente sopporta meglio, «mentre quando vede aspetti di eccessiva discrezionalità, come mi sembra emerga per l’Rt, naturalmente prova più disagio». E ha fatto un confronto con la Regione Lombardia per evidenziare l’inefficienza del sistema attualmente in vigore. «Lombardia stamani ha più di 3.700 nuovi casi ed è ancora zona gialla, è vero che ha tre volte il numero di abitanti della Toscana, ma è anche vero che il rapporto tra 953 nuovi casi della Toscana e 3.700 della Lombardia è uno a quattro: quindi, se noi siamo in zona arancione quasi al limite del rosso, altre regioni sono in zona gialla avendo dal punto di vista dei contagi e delle terapie intensive delle posizioni molto superiori alla nostra». Questo è uno degli aspetti che vuole chiarire a livello nazionale. (agg. di Silvana Palazzo)

CONFERENZA DELLE REGIONI IN CORSO

È cominciata alle 17:30 la riunione della Conferenza delle Regioni per definire una richiesta comune da inoltrare al Governo guidato da Mario Draghi in merito alle misure di contrasto alla diffusione del coronavirus. Stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, le Regioni dovrebbero chiedere qualche cambiamento rispetto al sistema attuale, quello del sistema a colori a seconda di alcuni parametri. Finora l’ingresso nelle zone viene stabilito ogni venerdì dopo l’analisi del monitoraggio dei dati raccolti dalle Regioni e trasmessi all’Istituto superiore di sanità e al Ministero della Salute, esaminati poi dalla Cabina di regia. Diverse le critiche al sistema in questi mesi, in primis sulla qualità dei dati, che sono considerati già “vecchi” dai governatori e diversi esperti; nel mirino anche la tempistica, perché il breve lasso di tempo che intercorre tra la comunicazione della nuova zona e l’entrata in vigore, cioè due giorni, complica il lavoro per negozi e attività.

Oltre a Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle Regioni, anche il presidente della Lombardia Attilio Fontana aveva chiesto di «rivedere questo sistema, meglio prevedere restrizioni omogenee su tutto il territorio nazionale». (agg. di Silvana Palazzo)

CONFERENZA DELLE REGIONI, NUOVA STRETTA? 3 SCENARI

Italia in zona arancione per contrastare la diffusione delle varianti? È uno dei temi sl tavolo della Conferenza delle Regioni, che oggi si riunisce in seduta straordinaria per fare il punto della situazione sull’emergenza sanitaria. Se verranno approvate delle proposte, queste verranno poi portate all’attenzione del Governo Draghi in vista della scadenza del Dpcm il prossimo 5 marzo. “Valutazione dell’attuale sistema di regole per la gestione ed il contenimento della pandemia in vista dell’adozione del prossimo Dpcm”, questo l’ordine del giorno. I piani sono tre e potrebbero essere varati prima del 25 febbraio, quando scade il divieto di spostamento tra regioni. Il “piano A”, secondo quanto riportato da La Stampa, prevede la sospensione del sistema a colori e di proclamare l’Italia tutta arancione dal lunedì al venerdì, con una ulteriore stretta nel weekend. A rischio i negozi che i governatori preferirebbero non chiudere.

L’alternativa, quindi il “piano B”, è il modello Natale, con l’Italia tutta arancione dal lunedì al venerdì e in rosso sabato e domenica. Il “piano C” invece, secondo La Stampa, prevede la chiusura per due-tre settimane di scuole materne, asili ed elementari. Tre scenari progressivi il cui esame comincia oggi. (agg. di Silvana Palazzo)

NUOVO DPCM, OGGI CONFERENZA DELLE REGIONI

Il nuovo Dpcm è ormai alle porte – l’attuale testo scade il 5 marzo – e nel pomeriggio è prevista la Conferenza delle Regioni per raggiungere l’intesa su una linea comune da presentare al Governo. Riflettori accesi sulla gestione della pandemia, in particolare sull’allarme varianti che sta colpendo diverse zone dello Stivale. E i governatori sembrano aver le idee chiare sul da farsi…

Come evidenziato dai colleghi dell’Agi, i presidenti di Regione sono pronti a chiedere misure omogenee per il nuovo Dpcm, in una logica di superamento del sistema a fasce. L’ultimo monitoraggio Iss-Ministero della Salute ha registrato un aumento dell’incide Rt da 0,95 a 0,99, con tre regioni (Campania, Emilia Romagna e Molise) passate dalla zona gialla alla zona arancione. A causa delle varianti è particolarmente delicata la situazione in Umbria e PA Bolzano, dove le amministrazioni hanno optato per una zona rossa nonostante i dati da “arancione”.

ITALIA VERSO ZONA ARANCIONE?

Attesi aggiornamenti nel corso delle prossime ore sulla Conferenza delle Regioni e su cosa verrà deciso dai governatori: successivamente la palla passerà al Governo, che dovrà anche decidere se prorogare lo stop tra le regioni nel nuovo Dpcm. Come riportato da numerose testate, a partire da Open, l’ipotesi più accreditata è la richiesta di una zona arancione per tutta Italia per qualche settimana. Stop zona gialla a prescindere dai dati, dunque, per evitare di abbassare la guardia e consentire così un nuovo aumento esponenziale di casi positivi. Un dato è chiaro: le Regioni sono contro il sistema a zone e chiedono una discontinuità in tal senso. Misure nazionali e non territoriali.

CONFERENZA REGIONI, PARLA BONACCINI

Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle Regioni, ha messo in risalto la necessità di restrizioni omogenee per tutto il Paese per qualche settimana. Il numero uno dell’Emilia Romagna si è schierato contro il sistema delle zone a colori: «Questo sistema ha avuto una sua validità, ma adesso ho l’impressione che con l’arrivo delle varianti vada fatta una valutazione diversa». Questa l’analisi di Giovanni Toti, riportata dai colleghi di Rai News: «Personalmente sono favorevole a un sistema che consenta una maggiore duttilità delle misure sul territorio, con semmai l’istituzione di zone rosse, arancioni, gialle e anche bianche anche di dimensioni diverse da quelle regionali. Se poi si deciderà per misure nazionali sarà un approccio diverso, su cui potremo confrontarci».