Da Fontana (Lombardia) a Zaia (Veneto), da Musumeci (Sicilia )a Bonaccini (Emilia Romagna), fino ai sindaci di Milano e Napoli (Sala e de Magistris) e alla stessa Regione Calabria che addirittura annuncia di impugnare l’ordinanza del Ministro Speranza: l’accoglienza del nuovo Dpcm in vigore da domani, con la suddivisione delle tre zone nazionali, è tutt’altro che positiva e “serena”. I territori, che chiedevano misure uniche nazionali prudenti ma non rigide, lamentano di un Governo che ha preso le decisioni sulle zone rosse-arancioni-gialle «sulla base di dati vecchi e non aggiornati». «Le costanti interlocuzioni che ho avuto in questi giorni con i membri del governo e con il commissario Arcuri, al di là della grande disponibilità al dialogo da parte di tutti, non hanno prodotto alcuna modifica rispetto alla volontà, evidentemente preconcetta, di “chiudere” una Regione i cui dati epidemiologici non giustificano alcun lockdown», attacca il vicepresidente della Regione Calabria Nino Spirlì, il più combattivo alla vigilia del nuovo Dpcm in vigore da domani. Per il sindaco di Milano Beppe Sala invece le nuove misure del Governo «vanno rispettate, ma il sistema scelto è troppo complesso e di dubbia efficacia: ho sentito il sindaco di Napoli De Magistris e concorda con me, inspiegabile la suddivisione. Ora agire subito sui ristori».
Per il Governatore del Piemonte Cirio il giudizio è lo stesso del collega lombardo Fontana: «Ho passato le ore a rileggere i dati, regione per regione, a cercare di capire come e perché il Governo abbia deciso di usare misure così diverse per situazioni in fondo molto simili. Perché si sia voluto assumere scelte così importanti sulla base di dati vecchi di almeno 10 giorni. Perché il netto miglioramento dell’Rt del Piemonte (sceso nell’ultima settimana grazie alle scelte di prudenza che la Regione aveva già saputo adottare) non sia stato preso in nessuna considerazione. Perché per regioni con situazioni gravi si sia usato un metro diverso». Risponde a distanza ma nettamente il Ministro della Salute Roberto Speranza: «Le Regioni alimentano i dati con cui la cabina di regia effettua il monitoraggio. In cabina di regia ci sono tre rappresentanti indicati dalle Regioni». È surreale, conclude Speranza, «che ci sia chi finga di ignorare la gravità dei dati dei propri territori. Serve unità e responsabilità. Non polemiche inutili».
TUTTE LE REGOLE DEL NUOVO DPCM
Da domani 6 novembre sarà attivo e valido in tutta Italia il nuovo Dpcm (siglato dal Premier Conte il 3 novembre scorso, qui il testo ufficiale e gli allegati) secondo il quale il Paese verrà diviso in tre aree di rischio denominate “gialle, arancioni e rosse”. Con la curva del contagio in risalita, il Governo ha deciso di non optare per un lockdown nazionale ma di renderlo sostanzialmente attuabile solo per le aree considerate a maggior rischio, ovvero Lombardia, Piemonte, Calabria, Valle d’Aosta. Dopo un’infinto tira e molla prima all’interno del Governo sulle misure “nazionali” come coprifuoco e chiusure, poi tra Stato e Regioni sui dati che certificano la messa in una zona piuttosto che in un’altra, ieri sera l’annuncio del Presidente del Consiglio in conferenza stampa ha posticipato di un giorno l’entrata in vigore delle nuove misure nazionali e regionali (inizialmente da decreto previsto per oggi 5 novembre e invece ora attivo dalla giornata di venerdì). «Il Paese diviso in tre aree: gialla arancione e rossa. Le misure entreranno in vigore da venerdì, in modo da organizzare opportunamente le attività nelle varie fasce», spiegava ancora ieri sera il Capo del Governo, provocando non pochi attriti con diversi territori regionali, primo tra tutti la Lombardia e la Campania (per motivi opposti, ndr) che lamentano la non presa in considerazione del confronto col territorio per la suddivisione delle tre aree. Ancora ieri sera il Presidente lombardo Attilio Fontana attaccava «nuovo Dpcm è uno schiaffo ai lombardi. Fascia rossa senza una vera motivazione e con dati vecchi di almeno 10 giorni». In attesa di un probabile incontro chiarificatore con i territori oggi pomeriggio nella probabile nuova Conferenza Stato-Regioni, ecco qui sotto le principali novità del nuovo Dpcm con la suddivisione nelle singole tre aree (e relativi divieti).
NUOVO DPCM, ZONE GIALLE-ARANCIONI: COSA SI PUÒ FARE
Nell’area gialla rientrano per il nuovo Dpcm le seguenti Regioni: Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Molise, Sardegna, Liguria, Marche, Toscana, Umbria, Veneto, province di Trento e di Bolzano. Qui, ha spiegato Conte, viene imposto il coprifuoco notturno tra le 22 e le 5: i negozi vengono chiusi nei centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi (eccetto farmacie, parafarmacie, alimentari, tabacchi ed edicole), chiusi mostre e musei e per la scuola è prevista la didattica a distanza per le scuole superiori di secondo grado e per le Università (le lezioni in presenza rimangono solo per scuole dell’infanzia, elementari e medie). Sospesi i concorsi e le prove di abilitazione nazionale-professionale, tranne che per il comparto della sanità; per i mezzi di trasporto la capienza passa al 50% mentre resta «Stop alle attività di scommesse, giochi e videogiochi. Chiuse piscine, palestre, teatri e cinema, rimangono aperti i centri sportivi». In area gialla c’è forte raccomandazione – ma non divieto – di andare in altre abitazioni da parenti/congiunti/amici.
Per quanto riguarda invece la zona arancione (rischio elevato di contagio) le Regioni coinvolte sono Sicilia e Puglia: pur valendo tutte le misure e regole delle fasce gialle, qui è in più imposto il divieto di spostarsi in entrata e in uscita da una regione all’altra e da un comune all’altro (permesso invece circolare all’interno del proprio comune) se non per motivi di lavoro, studio, salute, necessità e per usufruire di servizi e attività non disponibili nel comune di residenza. Nelle regioni “arancione” chiudono bar e ristoranti sempre, tranne per domicilio (sempre consentito) e asporto fino alle 22 ma con divieto di consumazione all’interno ed esterno della struttura.
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ZONE ROSSE: TUTTI I DIVIETI
Il nuovo Dpcm valido fino al 3 dicembre prossimo vede invece la strutturazione di zone rosse dove in pratica è imposto un pacchetto di regole assai simili al lockdown conosciuto in primavera: coinvolte le Regioni Calabria, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta. Valide sempre le misure di aree gialle e arancioni, nelle zone rosse in più è espressamente vietato uscire di casa (dunque anche di circolare nel Comune, tra provincie e tra Regioni) se non per motivi di salute, lavoro, necessità e studio: viene dunque vietata la visita a congiunti-parenti-amici, come ribadito ieri dal Premier Conte, anche se resta la possibilità di far visita a chi ha un’emergenza dato che rientra nelle “comprovate esigenze” e non si deve indicare il nominativo della persona dove si va per motivi di privacy. Nelle zone rosse – che vengono identificate da ordinanze del Ministero della Salute con validità di minimo 14 giorni prima di poter essere modificate – chiudono tutti i negozi, ad eccetto di alimentari, farmacie, parafarmacie, parrucchieri, barbieri e lavanderie. Fronte lavoro, smart working per tutti gli uffici pubblici laddove sia possibile e così anche per le aziende private: a scuola invece Dad al 100% per seconda, terza media e superiori oltre che per l’Università. Sono infine sospese tutte le competizioni sportive, tranne quelle riconosciute di interesse nazionale dal Coni e dal Cip: è sospesa ogni attività nei centri sportivi, resta consentita l’attività motoria nei pressi della propria abitazione e attività sportiva individuale. Infine, il nuovo Dpcm di fatto reintroduce la necessità dell’autocertificazione collegata ai divieti: «i movimenti nelle zone rosse vanno autocertificati a qualsiasi ora del giorno. Il modulo, per giustificare gli spostamenti, è lo stesso già in uso dopo il dpcm del 24 ottobre scorso (qui il modulo pdf scaricabile) nelle regioni dove vigevano ordinanze più restrittive delle misure nazionali e quindi dove era stato già disposto il coprifuoco. L’autocertificazione sarà richiesta in caso di controllo dalle forze di polizia per gli spostamenti dalle 22 alle 5 in tutta Italia e per gli spostamenti all’interno e tra zone rosse».
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