Il Nuovo Messale, già in uso in alcune parrocchie dal 29 novembre, diverrà obbligatorio in tutte le celebrazioni liturgiche dal prossimo 4 aprile 2021. Cambiamenti apparentemente minori, ma in realtà importanti. Sostanzialmente ci si rifarà alle antiche versioni in lingua greca, lingua da cui fu tratto poi in latino e quindi in italiano la preghiera della celebrazione liturgica. In greco infatti secondo gli esegeti venne scritto originariamente tutto il Vangelo. A proposito del Padre Nostro, il cambiamento del verso  “non indurci in tentazione” in “non abbandonarci alla tentazione” era stato approvato dalla Chiesa da tempo ma mai entrato in funzione. Fece seguito a una lunga polemica sul fatto che Dio non può mai indurre in tentazione gli uomini, ma può invece sostenerci perché noi, di nostra iniziativa, non ci lasciamo andare alla tentazione.



LA PREGHIERA INSEGNATA DA GESU’

Eppure per duemila anni l’unica preghiera che Gesù insegnò agli uomini vene usata con questa formula decisamente errata. Un altro cambiamento riguarda l’aggiunta durante l’atto penitenziale della figura femminile:  “Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli e sorelle”, ma anche: “E supplico la beata sempre Vergine Maria, gli angeli, i santi e voi, fratelli e sorelle”. Non si tratta certamente di un cedimento al femminismo, ma una giusta equiparazione di uomini e donne davanti a Dio. Infine, come già peraltro si usa nella Messa ambrosiana, verrano predilette espressioni in greco quale “Kìrie, eléison” e “Christe, eléison” rispetto all’italiano “Signore, pietà” e “Cristo, pietà”. Quindi non un andare verso formule moderniste che si allontanano dalla tradizione, come qualcuno sicuramente dirà, ma piuttosto un ritorno e una accuratezza e un rispetto verso la autentica tradizione cristiana. Sperando che tutti i sacerdoti ne facciano uso.

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