Il Milan comincia a progettare concretamente la sua prossima casa, in attesa di poggiare – e non in maniera simbolica – la prima pietra, probabilmente a ottobre 2025. La burocrazia, però, spesso può essere più impegnativa e dispendiosa della costruzione in sé: così, dopo mesi di riunioni tecniche e studi di fattibilità, il club rossonero ha presentato al Comune di San Donato Milanese la proposta di variante urbanistica per proseguire nel progetto elaborato nell’area San Francesco. Si tratta di un atto formale che però ufficializza le intenzioni del club di costruire un nuovo stadio da 70mila posti. L’atto è stato reso possibile dall’acquisizione dello scorso giugno di SportLifeCity, ovvero la società proprietaria dei terreni.



Come sottolinea La Gazzetta dello Sport, SportLifeCity aveva già ottenuto le autorizzazioni per destinare l’area San Francesco alla costruzione di un’area sportiva da circa 20 mila posti. La destinazione d’uso resta dunque la stessa: non cambia neppure la superficie edificabile coinvolta. I 108 mila metri quadri tra la tangenziale Est di Milano e il raccordo diventeranno dunque il nuovo stadio rossonero. Questi rimarrebbero tali. Crescerebbe invece l’area complessiva dell’intervento: da 300 mila a 460 mila metri quadri. Si tratterebbe di interventi a carattere di sostenibilità ambientale.



Stadio Milan: non tramonta definitivamente l’ipotesi San Siro

La “Nuova porta di Milano” sarà costruita nel segno forte della sostenibilità: sono previsti svariati interventi di miglioramento per l’utilizzo delle aree verdi del Parco Sud. Il verde in zona passerebbe dagli 80 mila metri quadri della precedente proposta a circa 235 mila. Il nome, inoltre, richiamerebbe la posizione: sarebbe infatti la prima grande struttura che incontrerebbe chi arriva a Milano da sud. Si tratta di un inizio ma dal Milan ci tengono a sottolineare il “lavoro intenso con consulenti e quantità di denaro impiegate importanti, per una valutazione approfondita”, come spiegato dallo stesso Paolo Scaroni.



In termini di viabilità, sono previsti nuovi svincoli sia in direzione Nord che Sud, ponti pedonali per collegare San Donato al Parco Sud, il potenziamento della linea ferroviaria, spiega La Gazzetta dello Sport. Nonostante il progetto ormai concreto, Scaroni non ha scartato del tutto l’ipotesi San Siro con uno stadio condiviso con l’Inter: “Non siamo qui a dire ‘addio e grazie’. L’ipotesi San Siro è più lontana ma non è ancora morta. La posizione della sovrintendente è scomoda, anticipa che considera il secondo anello di valore architettonico e quindi non si può demolire. Questa decisione ha lasciato interdetti noi, l’Inter e anche il sindaco, quindi sta a lui vedere se riesce a rimuovere questo vincolo”. Beppe Sala ha replicato: “Se avessi la possibilità di togliere il vincolo, lo toglierei. Un vincolo del genere è una follia, dobbiamo capire cosa possiamo fare”.