La costruzione del nuovo Stadio di Milano non ha ancora preso il “via”: i motivi dei ritardi sono da ricondurre al fatto che l’Inter non paga? A parlarne, come riportato da Dagospia, è stato Pasquale Di Molfetta, in arte Linus, ai microfoni di Radio Deejay in compagnia di Ivan Zazzaroni e Fabio Caressa. Le maggiori criticità, secondo il conduttore radiofonico, non sono da ricondurre a problemi di natura politica o burocratica, bensì proprio alla volontà dei nerazzurri di mettere il denaro necessario sul piatto.



“Il problema non è lo stadio, ma tutto ciò che c’è intorno allo stadio e gli interlocutori. A Milano si è costruito tantissimo e bene negli ultimi 10 anni, ma sullo stadio lo lasciano a metà strada”, ha sottolineato Linus. Il conduttore radiofonico, inoltre, ha spiegato anche i motivi.. “Perché il presidente cinese ha deciso che Zhang dell’Inter conta poco. Le aziende cinesi sono tutte in mano allo Stato e lo Stato può decidere da un giorno all’altro che tu non esisti più. È difficile, dunque, interloquire con loro quando devi gestire denaro pubblico”.



Nuovo Stadio Milano ritardi perché Inter non paga? Ipotesi Milan avanti da solo

L’ipotesi che il Milan vada avanti da solo per la costruzione del nuovo Stadio a Milano, se l’Inter non paga, prende dunque sempre più piede. “Non è un caso se la parte rossonera è quella che ha spinto di più fino ad ora”, ha evidenziato Pasquale Di Molfetta nel corso della trasmissione in onda su Radio Deejay. Al momento non ci sono certezze dunque su quando le due squadre avranno il nuovo impianto. Il club di Via Aldo Rossi, in tal senso, non sembra essere intenzionato ad attendere ancora molto.



La situazione, come riportato anche da La Repubblica, potrebbe sbloccarsi con la cessione del MilanInvestcorp, fondo del Bahrain che è specializzato in investimenti immobiliari. I nuovi proprietari del club rossonero potrebbero occuparsi in prima persona della costruzione. Il progetto, in quel caso, potrebbe essere rivisto. Non più un nuovo impianto nella zona di San Siro, ma altrove. Una alternativa è quella rappresentata dall’area delle ex acciaierie Falck, dato che i contatti con il comune di Sesto San Giovanni sono ripresi da qualche tempo, ma non è l’unica.