Nura Musse Ali, membro della Commissione per le Pari Opportunità della Regione Toscana in quota Pd, si è detta favorevole alla presa di potere dei talebani in Afghanistan. “È una tappa obbligata per un Paese ncora alla ricerca di un’identità politica e sociale, in cui l’occidente non è riuscito a costruire niente di rilevante nella vita della gente comune”. Lo ha affermato in un’intervista rilasciata a Il Tirreno – Pisa.



La trentacinquenne originaria della Somalia ritiene dunque che la missione occidentale, durata vent’anni, sia stata un vero e proprio fallimento. “Non solo è ovvio che non abbia attecchito il tentativo di importare la democrazia, ma anzi che abbia peggiorato la situazione sotto il profilo geografico, essendo stato il Paese teatro di guerra, e quello umano. Non solo sono state perse molte vite, ma chi è rimasto è comprensibilmente arrabbiato con il governo afgano e chi lo ha appoggiato facendolo durare troppo a lungo”. I tentativi di emigrare degli afghani, che non si sono mai arrestati, ne sarebbero la dimostrazione. “Purtroppo a nessuno interessa far progredire questi Paesi, in primo luogo i loro governanti, figuriamoci le altre potenze straniere”. Da qui la richiesta a Stati Uniti ed Europa di assumersi le proprie responsabilità e ammettere di aver sbagliato.



Nura Musse Ali: “Sì talebani in Afghanistan”. Il Pd chiede dimissioni

Il Pd, a seguito delle dichiarazioni rilasciate da Nura Musse Ali, che si è detta favorevole alla conquista dell’Afghanistan da parte dei talebani, ha diramato una nota in merito. Il partito democratico, attraverso quest’ultima, ha chiesto le dimissioni del membro della Commissione per le Pari Opportunità della Regione Toscana.

“Le parole di Nura Musse Ali non rappresentano il pensiero del Pd, che si batte da sempre affinché sia riconosciuto il ruolo delle donne, in Italia come nel mondo. Per questo, nel dissociarci dalle sue parole e nel ribadire la nostra contrarietà verso ogni regime che azzera la dignità delle persone, chiediamo che si dimetta”. Lo ha scritto Enrico Borghi della segreteria nazionale del Pd.