Da tempo si discute dell’introduzione a livello europeo del nutri score e della sua controparte green, eco score. I due meccanismi, ideati entrambi in Francia e proposti all’Europa, restituirebbero al consumatore un’idea, seppur forse generica, di quanto un determinato alimento della grande distribuzione impatta, da un lato, sulla salute umana a livello di nutrienti, e dall’altro, sull’ambiente a livello di impatto.



E per aiutare il consumatore a destreggiarsi tra l’eco e il nutri score, è stata anche immessa sul mercato un’app, sempre francese, che dovrebbe aiutare a fare la spesa. L’app Yuka, infatti, racconta il quotidiano ItaliaOggi, attraverso la scansione del codice a barre dei vari prodotti alimentari e cosmetici, restituisce il punteggio calcolato dall’ente che si occupa dei due punteggi. Per il nutri score la classificazione va da 0 a 100, mentre per l’eco score si tratta di una classificazione letteraria, dalla A alla E. In entrambi i casi, il risultato sarà accompagnato anche da un semaforo che restituisca anche un’idea visiva dell’esito, di più rapida e semplice comprensione.



Eco e nutri score: i dubbi di Fuori dal Coro

Tuttavia, la proposta di introdurre l’eco e il nutri score a livello europeo non è stata accolta con la serenità e la tranquillità che i francesi speravano. Secondo alcuni, infatti, sarebbe da recriminare la valutazione, per nulla scientifica, ma gestita con un algoritmo sviluppato in Francia che valuta alcuni criteri (nel caso del nutri per esempio la presenza di etichetta Bio, mentre per l’eco di certificazioni green possedute dal produttore).

Altri, invece, nel nutri e nell’eco score ci vedono una sorta di complotto tutto francese, fatto anche per danneggiare l’Italia e i suoi interessi a livello alimentare. Lo riporta, fermamente, per esempio la trasmissione Fuori dal Coro di Mario Giordano che con un servizio ha denotato alcuni risultati che sembrerebbero quantomeno dubbi. Ovviamente non ci sarebbe alcuna concreta conferma dei dubbi della trasmissione, ma i loro risultati sono stati mostrati in un servizio. Per esempio, si sottolinea come a livello dell’eco e del nutri score, il Parmigiano Reggiano, eccellenza italiana, ottenga dei risultati tendenzialmente peggiori della controparte francese chiamata Parmesan (l’impatto ambientale certificato è, rispettivamente, D e B), ma anche il prosciutto crudo (impatto E), rispetto al Jambon (che si classifica C).