Il neo-presidente della Banca centrale europea, l’italiano Mario Draghi, è stato designato direttamente dal consiglio dei capi di Stato e di Governo dell’Eurozona (diciassette leader democraticamente eletti) su raccomandazione del Consiglio della Ue (ventisette membri), sentito il parere dell’euro-parlamento. Il Presidente della Federal Reserve è designato direttamente dal presidente degli Stati Uniti e la sua nomina deve essere “confermata” dal Senato dopo un’audizione. Il Governatore della Banca d’Italia – pur sulla base di una normativa nuovissima (risale al 2005) – è nominato di fatto sulla base di un accordo personale tra il Presidente della Repubblica e il Presidente del Consiglio, ma con il parere di fatto vincolante del ministro dell’Economia. L’atto formale di nomina è tuttavia ancora affidato al Consiglio superiore della Banca d’Italia, sulla base di una governance che risale all’inizio del secolo scorso: i partecipanti al capitale (di fatto le banche controllate) eleggono presso 13 sedi regionali altrettanti “rappresentanti” presso il Consiglio superiore. Gli incarichi sono storicamente onorifici e il Consiglio superiore, di fatto, interviene solo nella nomina del Governatore e negli atti straordinari. Il Parlamento non interviene mai, salvo che per interposte persone a suo tempo votate (ovvero Quirinale e Premier).
Uno dei più veementi sostenitori di questa “governance” bizantina – che fa della Banca d’Italia uno degli ultimi corpi separati dello Stato – è il professor Francesco Giavazzi, che la settimana prossima sarà eletto consigliere “indipendente” di Mediobanca. Giavazzi è genero del defunto presidente di Mediobanca, Francesco Cingano e – l’altro giorno, martedì 18 ottobre, sulla prima pagina de Il Corriere della Sera – ha nuovamente sostenuto con toni accesi l’esigenza di liberare l’Italia da lobby, rendite, privilegi, manomorte che soffocano il mercato dei meriti. L’assemblea di Mediobanca, non a caso, si tiene per statuto – espressamente dettato dai fondatori e dallo storico ”dominus”, Enrico Cuccia – il 28 ottobre: anniversario della marcia su Roma.
Salvatore della Banca commerciale italiana e fondatore dell’Iri – da cui Mediobanca trae origine in stretta continuità – fu infatti Benito Mussolini: quando il premier, in Italia, non era più espressione di democrazia elettiva.