Dopo un’assemblea “in rosso” per le maxi-perdite e “in bianco” sui nuovi capitali necessari, il cda Rcs ha creato al suo interno un singolare “comitato consultivo per le valutazioni strategiche”. Nella “governance” di una grande impresa quotata, il “processo strategico” è competenza di figure numerose e ben definite: anzitutto il consiglio stesso, che, sotto la guida del presidente, d’abitudine valuta l’operato dell’amministratore delegato.

Quest’ultimo – ed è il caso del neo-ad di Rcs, Pietro Scott Jovane – ordinariamente apre il suo mandato con la stesura di un piano strategico, che viene approvato dal “board”. In Rcs, per di più, il vero organo di elaborazione strategica è il patto di sindacato, che raccoglie la gran parte dei grandi soci, anche se non tutti. Piacerebbe in ogni caso conoscere che “valutazione” ha dato ieri del nuovo “comitato di valutazione” il consigliere (ed ex presidente) Piergaetano Marchetti: giurista e legale principe a Milano, già prorettore di Mario Monti in Bocconi. Un critico misurato ma fermo di ogni “governance” ridondante, a rischio di opacità e inefficienza.

In attesa di capire cosa il nuovo comitato dovrà “valutare” (anche le scelte disastrose del passato), alla sua presidenza è stato nominato Giuseppe Rotelli: primo azionista con il 16%, ma per ora tenuto fuori dal patto-salotto presidiato da Fiat, Mediobanca, Intesa, Italcementi, Generali, Pirelli. In un azionariato ormai povero di imprenditori oggi autenticamente competitivi, Rotelli si è affacciato negli ultimi anni con la forza di primo imprenditore sanitario lombardo: quello del Policlinico San Donato, per intenderci, uno dei centri di cardiochirurgia più avanzati ed efficienti d’Europa.

Rotelli – che con tutta evidenza assume le vesti di “commissario” di una Rcs al momento lontanissima dall’eccellenza – è un prodotto di quel “modello Lombardia” che in queste settimane molti vorrebbero “rottamare”, magari a colpi di giustizia sommaria.

I colleghi de Il Corriere della Sera, tuttavia, non hanno fatto distinzioni quando ieri si sono appellati ai soci perché facciano il loro mestiere di capitalisti: mettere nuovi capitali in Rcs. E magari perché facciano anche il mestiere di imprenditori: come Rotelli e i suoi tanti fratelli del “modello Lombardia”.