Secondo il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, presente ieri all’assemblea dell’Abi (l’Associazione bancaria italiana), la colpa del “credit crunch” è delle banche italiane. Non siamo d’accordo: è anzitutto responsabilità sua e delle authority bancarie sovrannazionali che da anni impongono alle banche italiane regole non congruenti con le reali esigenze di stabilità del sistema italiano e non perequate rispetto alla vigilanza rafforzata adottata in altri sistemi. La severissima Germania, non più tardi di ieri, ha detto no a una ri-regolamentazione con serie finalità anti-crisi, ma confliggente con gli interessi del sistema bancario tedesco. Sono anni, invece, che delle banche italiane (che hanno retto all’urto della grande crisi) viene fatta carne di porco senza giustificazione – a cominciare dall’Eba – e nessun potere istituzionale italiano ha mai alzato un dito.
Basilea 3 è strutturalmente punitivo nei confronti delle banche commerciali di territorio e asimmetricamente favorevole per le banche orientate alla finanza di mercato: ma la Banca d’Italia brilla solo per lo zelo nell’appoggiarne l’adozione accelerata (è vero che tra i grandi firmatari vi è Mario Draghi, ex Governatore e oggi presidente della Bce)
Il Governatore Visco incita le banche italiane a investire meno in Btp per erogare più credito alle imprese. Ma chi avrebbe sottoscritto i Btp nei mesi durissimi dello spread fuori controllo? E la Bce non ha forse aperto i rubinetti della liquidità “gratis” soltanto per disfarsi presso le banche italiane dei titoli sovrani italiani comprati sul mercato nell’estate 2011? E se le banche italiane hanno realizzato qualche utile “speculativo”, tutto questo non ha forse aiutato le banche stesse a rafforzarsi patrimonialmente, come puntualmente raccomandato da Visco ieri?
Il Governatore Visco suggerisce alla grandi Popolari di trasformarsi in Spa. Ancora una volta: perché? Per aiutare un raider internazionale come Andrea Bonomi (che nella Popolare di Milano non ha più dell’8%) a venderla a buon mercato a gruppo estero? Come con AntonVeneta all’Abn Amro?
Il Governatore Ignazio Visco tira le orecchie alle Fondazioni. Ha ragione che la Fondazione Mps ha sbagliato a ri-comprare AntonVeneta dal Santander, mandando in dissesto il Monte: ma la Banca d’Italia di Draghi è stata la prima a tacere e acconsentire, ben spalleggiata dal Tesoro di Tommaso Padoa Schioppa (ex Bankitalia e Bce).