La chiusura giudiziaria del “caso Palenzona” apre ancora di più due altri casi. Il primo è aperto da anni, da decenni: dalla lunga saga Imi-Sir fino alle recenti vicende Ilva. Quanto i tempi e i modi della magistratura possono condizionare la vita di grandi gruppi finanziari o industriali? Tre settimane fa il nome “UniCredit” (la più grande banca del Paese) è finito associato alla parola “mafia” sulle agenzie internazionali. L’altroieri un primo giudice di merito – ma ancora lontano dalle sede processuale – ha smontato l’ipotesi accusatoria della Procura contro il vicepresidente di UniCredit: ed è avvenuto a Firenze, in uno dei palazzi di giustizia più grandi e importanti del Paese.
Il go-and-stop dell’inchiesta per ipotesi di reati finanziari di stampo mafioso nei finanziamenti al gruppo Bulgarella ha comunque prodotto un pesante effetto collaterale sull’immagine di UniCredit. Alcune intercettazioni investigative filtrate sui media – e nei fatti non smentite dalla banca – hanno infatti disegnato una cornice interna non priva di aspetti anomali: nei rapporti fra consiglieri e top manager, nelle scelte degli stessi dirigenti, nelle relazioni con le controparti creditizie. Un quadro che in qualche modo UniCredit ha accreditato: affermando la regolarità delle procedure interne, ma approvando d’urgenza un rafforzamento delle barriere di governance fra consiglieri e manager; e – soprattutto – preannunciando per giorni informalmente la rimozione di due alti dirigent da parte dell’amministratore delegato Federico Ghizzoni. Una situazione che su cui i mercati attendono ancora chiarezza.
Mercoledì scorso in margine alla Giornata del Risparmio – presenti il governatore della Banca d’Italia e il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan – il presidente Giuseppe Vita ha definito “risoltissimo il caso”, Ma a poco più di una settimana dalla riunione del board che deve varare un’impegnativa revisione del piano strategico, UniCredit è sempre più al centro di voci incontrollate. Incertezza totale sull’avvicendamento dei manager, ma anche sull’entità dei tagli al personale (più di 10mila addetti? E dove? E quali altri pezzi di gruppo in vendita mettere i conti a regime con i parametri Bce del 2016).
Il caso UniCredit, forse, comincia ora. E ancora non si è spenta l’eco del messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla Giornata del Risparmio: “Trasparenza, correttezza ed etica” sono fondamentali rilanciare la fiducia nel sistema finanziario e attraverso di esso accelerare la ripresa.