Uno degli eventi più attesi (almeno in ambito musicale) dell’ultimo anno si è trasformato in un vero e proprio incubo per i migliaia di fan che speravano di accaparrarsi – ad un prezzo ragionevole – i biglietti: ci riferiamo alla reunion-evento degli Oasis; il famosissimo gruppo rock formato dai fratelli Liam e Noel Gallagher nel 1991 e attivo fino al 2009 quando – peraltro poco prima di un attesissimo tour mondiale – a causa di un non meglio precisato litigio tra i due si sciolse con la ferma promessa di non tornare mai più a suonare assieme.



Promessa (fortunatamente) smentita dalla realtà storica visto che una manciata di giorni fa gli Oasis con una foto condivisa sui social avevano annunciato un nuovo mini tour composto da 17 date che si terranno tutte nel 2025 sul territorio della ‘vecchia Albione’: la vendita dei biglietti si è aperta lo scorso sabato e il vastissimo interesse dimostrato dai fan si era tramutato ben presto in eterne attese per accaparrarsi un posto negli stadi inglesi; tanto che moltissimi si erano trovati in coda dietro a centinaia di migliaia di persone.



Come spesso accade – specie negli ultimi anni – l’entusiasmo per la reunion degli Oasis si è trasformato in vera e propria rabbia quando quegli introvabili (o meglio, inacquistabili per diversi problemi della piattaforma TicketMaster) biglietti sono comparsi sui mercati secondari a prezzi folli: tra Ebay, Subito e Facebook non mancavano ‘offerte’ per acquistarli a 6/7mila euro; tanto che gli stessi fratelli Gallagher avevano precisato sui loro social che tutti i ticket rivenduti sarebbero stati “annullati dagli organizzatori”.

Il governo britannico contro la rivendita truffaldina dei biglietti degli Oasis: “È necessario avviare una consultazione”

Sulla (per certi versi violenta) diatriba che è nata attorno ai biglietti per gli Oasis – infine – è intervenuto anche il governo britannico recentemente passato nelle mani del primo ministro laburista Keir Starmer; il tutto mentre anche la ‘Leader of the House’ (pari all’incirca ai nostrani presidenti di Camera e Senato) Lucy Powell ha raccontato sui social di essere stata costretta a pagare più del doppio per riuscire a garantirsi un posto negli stadi per assistere alla reunion dei fratelli Gallagher.



Una presa di posizione netta su quanto accaduto con i biglietti per gli Oasis (ma anche per Taylor Swift o qualsiasi altro artista che abbia una tale portata mondiale) l’ha presa – per esempio – la ministra della Cultura Lisa Nandy che ha annunciato l’imminente apertura di una consultazione governativa per interrompere una volta per tutte quelle che lei chiama “rivendite truffaldine” da parte dei bagarini digitali per garantire che “i fan comuni [possano] godersi la loro band preferita dal vivo”.

Un’azione – quella avviata da Nandy – che accenderà sicuramente i riflettori sulle rivendite gonfiate dai bagarini, ma anche sul cosiddetto ‘dynamic pricing‘ che è stato applicato da TicketMaster sui biglietti degli Oasis: si tratta di una tecnica per adeguare il prezzo di un determinato prodotto (in questo caso, appunto, i biglietti della reunion) all’effettiva domanda, facendoli lievitare in relazione a quanti sono disposti ad acquistarli ad una determinata cifra; grazie al quale dalle 70 sterline promesse dalla band si è presto arrivati ad oltre 130 sterline per il biglietto base.